Rastrello via l'erba, concimo, vango e pianto le cipolle. |
Dopo due anni, sul fondo della compostiera c'è un terriccio che è una meraviglia. Grazie all'umidità e al calore sprigionato dalla digestione batterica, essa si rivela il posto ideale per la germinazione dei semi di quel che mi sembra prunus (o ciliegio?). Ovviamente li ho nuovamente interrati, tuttavia son marciti a livello radicale una volta piantine. Che disdetta.
Le rosacee dan spettacolo con le loro candide fioriture. A sinistra il prunus dalle susine gialle, lo stesso pollone che avevo trapiantato con successo la primavera scorsa. A destra il fiore di melo, con altri boccioli tinti di rosa.
Quel mazzolin di lamponi/che non so do' trapiantare... Mi pare un peccato dar in pasto i piccoli lamponi di troppo al coniglio, quindi provvedo a trapiantarli. Con un'irrigazione costante riescono ad attecchire, tuttavia gli unici posti liberi sono all'ombra e non è bene. Tutto vano.
Travaso i fichi d'india aiutandomi con del nylon spesso perché vi giuro che le loro spine sono micidiali. Minute ma a centinaia.
Il badile si rivela prezioso nella vangatura quando c'è da tagliare la terra, in questo caso per evitare di estirpare i fragoloni. A destra uno dei ritrovati bellici rinvenuti: uno Scots Gray trombettiere, scala 1:72. Perché l'anno scorso a vangare non l'avevo visto e l'orto me lo ha restituito proprio ora? Mistero. Fatto sta che (presumo) qualche volatile li ha rifatti sparire...
Rimangiandomi quanto avevo scritto l'anno scorso, ho provveduto a cimare il mandorlo, per cercar di inspessire il fusto. Tanto gemme da fiore (e quindi da frutto) non ne aveva... Le foglie germogliano che è un piacere.
marzo 2018 - CRONACA BRUNA - maggio 2018
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