Blog parallelo

giovedì 4 agosto 2016

Piantare un noce 9: lasciato a se stesso

Dopo un paio d'anni di silenzio (giustificazione: portavo avanti la mia guerra personale contro la mosca della noce), vi aggiorno sulla sorte del noce c'ho seminato ben sei anni fa.
Vivo è vivo, l'anno scorso è germogliato che era una meraviglia, anche se dopo non è cresciuto vigoroso come speravo. La battuta d'arresto dipende, credo, dal terreno sopraelevato, contenuto dal muretto a secco, quindi privo di quel minimo ristagno d'acqua per le radici. E poi dalla competizione spaventosa dei rovi circostanti, quelli sì che hanno un apparato radicale che funziona.
Intanto salvo altre piantine, mi piange il cuore a lasciarle nel prato/nell'orto dove verranno sistematicamente distrutte.





La primavera di quest'anno il noce ha perso i primi germogli per colpa di una gelata (si vedono neri nella foto), rimpiazzandoli nelle settimane a venire.

 
Che poi non è che l'ho proprio lasciato a se stesso: provvedo a dargli un po' d'acqua se non piove e soprattutto a liberarlo dalla selva di rovi che cresce alla base. Il falcetto si rivela di grande aiuto.
Devo dire che questa estate il noce è un figurino:


Al limitare del campo di Cadine c'è un grande noce i cui frutti, causa ghiri e scoiattoli, non ho praticamente mai avuto occasione di apprezzare. Stavolta però qualche noce l'ho colta, una manciata al giorno, e i gherigli rossi hanno un fascino notevole. Si preannuncia una nuova semina (la candidata è rivestita dal mallo).


2014 - PIANTARE UN NOCE - 2017

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