Blog parallelo

sabato 15 settembre 2018

Essiccare le prugne al sole sui nuovi telai

Per una quantità di prugne grande ci vuole un telaio grande... Me ne ha preparati due il papà, stanco di vedermi carico di telai più piccoli alla stregua di un cameriere con le portate.
Riempire superfici così vaste in maniera ordinata richiede pazienza, ma quando vedo un lavoro ben fatto, allora dentro di me so di fare la cosa giusta, che ne vale la pena.
Lo ribadisco.
La frutta essiccata è quanto di meglio si possa concepire per conservare un po' di scorte fino ai mesi invernali. Con nient'altro che il sole.
E i telai.

L'ape collaboratrice esegue il primo test di qualità sulle prugne fresche.

L'essiccazione richiede diversi giorni e, se capita che vi sia il cielo coperto o brutto tempo, devo sfruttare il calore della stufa o, come estremo rimedio, il coperchio di una pentola calda.

La vespa ripete il test di qualità alle prugne che vanno caramellandosi. Superato!
Infine, una volta secche (le mie prugne sono secche per davvero, non mollicce come quelle del supermercato), posso pressarle dentro il vasetto, in maniera che rimanga meno aria possibile.

Basta un vasetto per contenere tutte le prugne del telaio grande.

Non si lava il tegame, si fa altra composta. Le prugne quest'anno son talmente tante che mi trovo costretto a preparare anche la confettura composta (metto troppo poco zucchero per chiamarla confettura). A me personalmente non dice granché, ma a casa c'è grande richiesta e non manca mai nella crostata.
Mi vien da dire che serve qualche prugno in più: i frutti vanno a ruba freschi, son ottimi da essiccare e servono anche per la composta. Bisogna essere lungimiranti.






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