Fave di cacao crudo e miele. Credo sia lo sfizio più costoso che io mi sia mai concesso. (Un singolo cucchiaio, non di più, mi raccomando!)
Il sapore del cacao è amaragnolo e bisogna esser di bocca buona per riuscire a mandarlo giù da solo. All'inizio l'ho fatto, ma mi pareva così assurdo, con quel che l'ho pagato, non addolcirlo con del miele.
Alcuni consigliano di ridurlo in granella per farcire dolciumi e drink, ma non si possono buttar nel cesso le proprietà nutritive del cacao mischiandolo coi latticini.
NB: Informandomi sulle proprietà del cacao, mi sono reso conto di aver commesso per anni un gravissimo errore.
Il cacao (come il caffé, il té, ect ect) contiene i polifenoli, che hanno queste virtù:
1- sono antiossidanti
2- abbassano la pressione e riducono il rischio di infarti e di ictus.
Ma, ripeto ma, i polifenoli del cacao vengono assimilati solo se non c'è la caseina, cioè se non abbiamo assunto latticini prima, durante o dopo. Quindi se si mangia cacao non si assumono latticini e viceversa, che pare una boiata. Finora io i polifenoli non li ho mai, proprio mai, assunti allora!
Le fave di cacao crudo da sgranocchiare. Costano uno sproposito: 100 euro al chilo! (Se 40 grammi mi costano 3,99€ e la matematica non è un'opinione...) Neanche le bacche di goji costano così tanto. Online si trova a prezzi inferiori, in pacchetti più capienti e quindi convenienti, ma correvo il rischio di farlo andare a male.
Se ne consuma poco al giorno (dose consigliata: 2-4 fave), quindi, a conti fatti, queste mini porzioni costosissime per una volta si possono anche assaggiare. Paiono dei fagioli pressoché neri, che una volta sgretolati sembran fatti di selce rossa.
Cacao amaro in polvere (tostato) e miele. Preferisco questa combinazione (più economica): due cucchiaini di cacao amaro, uno di miele e un goccio d'acqua. Il miele la fa da padrone: volendo si può usare il comune zucchero bianco oppure la stevia, ma ricordiamoci che le virtù lassative del miele contrastano quelle astringenti del cacao.
Basta mescolare bene e si ottiene questa specie di cioccolato fondente denso e cremoso (che ovviamente si fa un baffo del cioccolato in tavoletta).
Cacao amaro crudo o cotto (tostato)? Tanti si chiedono se val la pena pagare la differenza di prezzo e a riguardo leggo diverse rassicurazioni:
1- entrambi fanno bene (ovviamente il cacao crudo contiene una maggior quantità di nutrienti, tre volte tanti)
2- un conto è mangiare le fave di cacao crude appena colte dal frutto, un altro è mangiare queste che per forza di cose sono state essiccate e son fermentate al sole (per essere definito crudo, le temperature di lavorazione rimangono al di sotto di 42 °C).
Budino di cacao amaro e cachi. Consiglio anche questa combinazione ipercalorica: un cucchiaio di cacao amaro in polvere per ogni caco. Cucchiaino se si hanno cachi piccoli. Frullarli insieme sino a ottenere una sorta di budino (col freddo dicono che si rapprende, nel mio caso non è successo, buono uguale).
E poi mi viene in mente l'abbinamento con le banane, da congelare per ottenere un gelato, oppure con le pere e volendo con la ricotta, ma che sia quella vera, senza crema di latte aggiunto... introvabile! Nella foto un esperimento riuscito in ogni caso con la ricotta del supermercato.
Insomma, se provate il cacao amaro (opportunamente addolcito), non mangerete più la normale cioccolata (salvo qualche eccezione ogni tanto s'intende...).