Blog parallelo

mercoledì 31 luglio 2013

Mirtilli che maturano 4: proteggerli con la rete funziona? Non contro le lumache

I famosi mirtilli rosa: senza ferro
A luglio cominciano a maturare i mirtilli americani. Finalmente, aggiungerei, dopo averli irrigati tutte le sere con acqua (a volte mischiata con aceto). Le due piante giovani con un leggero anticipo sulle altre, piante che ho cercato di proteggere dall'appetito dei volatili avvolgendole con una rete.
Sulle due piccole piante in vaso, invece, i mirtilli si sono fatti rosa. Colpa della mancanza di ferro che ha alterato il colore, oltre che alle foglie, anche ai frutti. Una volta maturi hanno assunto una colorazione normale, peccato che ne ho mangiati solo un paio: la fauna locale è stata più veloce, lumache incluse.

Maggio-luglio: mirtilli verdi che maturano, proteggiamoli con una rete
La base dei piccoli fiori si gonfia fino ad assumere la classica forma del mirtillo. Bacche riunite in grossi grappoli, perchè questo è il mirtillo americano e non quello nero alpino, più genuino e selvatico.
I mirtilli che maturano passano dal verde al viola pallido (niente rosa acceso di sopra...).
A sinistra un merlo che si gode il sole, disteso sul letto di aghi di abete. Magari sta già pregustando i mirtilli della grande pianta adulta sopra di lui...
Le due piante nuove di mirtillo, le più vitali, hanno fatto letteralmente il boom con la fruttificazione. Trovandosi in cima al dosso, completamente fuori vista, abbiamo cercato di impedire ai volatili di depredare i grappoli di bacche. Come? Avvolgendo, per tempo, le due piante con una rete, aperta sulla sommità.

Luglio-agosto: maturazione e raccolta dei mirtilli, uno alla volta
solo quello a sinistra è un mirtillo veramente maturo

Tutti ghiotti di mirtilli...
Non sapevo che le lumache si arrampicassero sugli arbusti. No, davvero. Ma la bava sui mirtilli è una prova schiacciante del fatto. Le bacche mature spariscono a vista d'occhio, soprattutto quelle cadute a terra. La rete si rivela inutile contro questo attacco a sorpresa (notturno).
Fa poco anche ai volatili, che lasciano i ricordini sulle foglie e qualche piuma all'interno.
sopralluogo sulla scena del delitto: mirtilli morso e bava di lumaca sulla pigna
La prima foto sa molto di raccolta differenziata... Le bacche di mirtillo non si possono certo pesare a chili come i lamponi, le fragole o le bacche di ribes.
L'appetito delle bestie ha dimezzato il raccolto praticamente. A conti fatti non so quanta valga la pena puntare sul mirtillo, se non abitiamo dove la terra è acida, come in Val di Cembra.
In ogni caso una nota positivà c'è. Guardate che belle foglie nuove sono spuntate dalla piantina in vaso. Le sto somministrando acqua piovana arrugginita prelevata da un vecchio bidone di Cadine. La ruggine non è altro che ossido di ferro, quindi fa diventare le foglie verdi. Poi chissà, è solo una supposizione. Magari è stato anche merito dell'infuso di ortica e di trifoglio, o perchè è finito lo stress della fruttificazione e la pianta ha potuto nuovamente badare a se stessa.
Vedremo se dai monconi dei rami spunteranno nuovi rami vigorosi.

Trapiantare il mirtillo:

scavare le buche messa a dimora fiori e concime mirtilli maturi
Parte 5: rete antiuccelli con impalcatura

lunedì 29 luglio 2013

I cori di Sopramonte a Sant'anna: le Voci del Bondone e le Piccolemelodie cantano insieme

I cori a Sant'Anna
Venerdì 26 luglio a Sant'Anna, i cori Voci del Bondone e Piccolemelodie di Sopramonte hanno inaugurato la casa patronale appena restaurata. Presenti le autorità, il parroco, l'Asuc di Sopramonte e la soprano Sara Ricci.
Ho colto l'occasione per girare un breve video. Protrei definirlo video musicale: l'esibizione canora sovrapposta alle riprese del luogo.
Premetto subito che: 1) solo alcune scene hanno il labiale fedele, altre invece servono solo per tappare i buchi 2) le riprese sono state girate con la videocamera Samsung Q10 col treppiede in spalla, quindi non stabilizzata. Spero che il risultato sia almeno apprezzabile.
Buona visione.


Il video dei cori a Sant'Anna:

Il montaggio del video mi ha provocato diversi grattacapi. Primo dura circa 4 minuti, in HD, e sono tanti per il mio portatile. Secondo avevo tantissimo sonoro registrato con il microfono Zoom H1: non avevo abbastanza scene video per coprire tutto la registrazione audio. Quindi mi sono improvvisato Edward mani di forbice e ho tagliuzzato quasi tutto l'audio, tenendo e cucendo solo gli spezzoni che preferivo.
Ora i problemi tecnici. Ho risolto decomprimendo il video con Any Video Converter in formato M-Jpeg. Ho anche rimpicciolito il formato HD abbassando la risoluzione, tanto il video sarebbe finito su Youtube. Il problema è che il montaggio era ancora troppo pesante, Adobe Premiere continuava a incepparsi. Non avevo il codec adatto. Ho trovato finalmente quello giusto, il Morgan M-Jpeg Codec, ma questo simpaticone mi infilava la sua filigrana sul video. Allora ho ripreso in mano ogni singolo spezzone e l'ho ingrandito al punto di sollevare oltre il monitor la fastidiosa filigrana del programmino.
Insomma, fa lo stesso se non siete riusciti a seguire il discorso, l'importante è che il video ora è pronto e pubblicato!


Quali brani scegliere
Le questioni sulle scene video passano in secondo piano, visto che il piatto forte è l'esibizione dei due cori di Sopramonte. Ma quali brani scegliere, tra tutto il repertorio della serata?
Dove e Carezze sono state scelte obbligate, visto che sono state cantate dai due cori uniti. E poi hanno entrambi testi toccanti. La luna, invece, è un canto più vivace, adatto per l'apertura.
Purtroppo non sono riuscito a fondere i cori con l'esibizione canore di Sara Ricci, bravissima soprano.

Sant'Anna, una location cinematografica
Sant'Anna si presta bene alle riprese, ho sentito che hanno girato da poco anche alcune scene di un film. La zona assomiglia, con il pascolo in leggera pendenza, a un terrazzo con le vecchie case in muratura e la chiesetta in fila che fanno da argine. Assomiglia un po' a Baselga del Bondone in questo senso. E poi offre un ottimo panorama quando il cielo è terso, sia sul Bondone che sul gruppo della Paganella.

domenica 21 luglio 2013

Talea di fico nero: radicazione nella bottiglia e trapianto

La talea di fico è una delle più semplici da sperimentare. Così leggevo in giro e, dopo aver assaggiato un frutto di fico nero, mi son detto la provo anch'io. La talea ha dell'incredibile (sempre se funziona): il rametto, nelle giuste condizioni (umidità costante e calore), riesce a sviluppare radici e a trasformarsi in un clone della pianta originaria.
Il fico, ripeto, si presta bene a questa tecnica. E poi i fichi neri aggiungerebbero un po' di varietà al nostro fico, che ci regala frutti abbondanti in ben due riprese (e ha anche i polloni da trapiantare volendo).
Due rami, due talee. Due nuovi alberi, si spera.

Fine estate 2012 - primavera 2013: rami di fico in bottiglia
Il primo passo è stato rimediare i due rametti di fico. Ora non ricordo bene la data, ma era la fine di agosto, se non addirittura settembre (ero un po' in ritardo). Le foglie erano già cadute e dal legno sporgevano alcune gemme verdi.
Mi serviva un vaso profondo per interrare i due rametti di fico per almeno un terzo della loro lunghezza. Una bottiglia tagliata ha fatto al mio caso, poi riempita con terriccio per i fiori.

Arrivano i mesi freddi dell'inverno e porto la bottiglia con dentro le due talee in soffitta. Il motivo? Il fico mal sopporta il freddo eccessivo, a meno che non sia già molto sviluppato. La primavera poi mi beffa: quando arriva il caldo sistemo le talee in bottiglia nella loro futura dimora e ritorna sia il freddo che la neve.
Per fortuna le gemme si mantengono vive e verdi.

Maggio 2013: ripresa vegetativa e radicazione della talea di fico nero
Mentre sul grande esemplare di fico le gemme sbocciano, quelle sulle talee restano inalterate. Chissà se il ritardo è dovuto allo stress da talea o all'ombra. Fatto sta che provo a estrarre i due rametti di fico e... sorpresa: spuntano le primi radici bianche. Mi aspettavo che le uscissero dall'estremità cava del rametto, invece no: escono dalla gemma.

Giugno 2013: le foglie dalle gemme
Dopo le radici, anche le gemme si schiudono e fuoriescono le foglie. Sarà il caldo, sarà il sole, sarà che le talee hanno attecchito, ma le radici saturano tutto lo spazio dentro la bottiglia. Anche le foglie sbocciate crescono fino a raggiugnere le dimensioni di quelle del fico adulto.
Bisogna trovare una sistemazione migliore per le due talee di fico nero...

Luglio 2013: trapianto nella terra all'ombra e nel vaso al sole
Luglio non sarebbe il mese ideale per trapiantare le talee, è infatti troppo caldo e secco. Tuttavia, visti i problemi di spazio nella bottiglia, non c'è altra alternativa. Metto a dimora la talea più sviluppata all'ombra, dove c'è il ceppo di un ciliegio. Prenderà il suo posto. Conservo una parte del ceppo che faccia da sponda, insieme a dei grossi sassi che ho estratto durante lo scavo (più fondo possibile).

Direi che la profondità può andar bene. Il fico si adatta a ogni tipo di terreno, così ho riempio la buca con tutto quello che ho rimediato, dal terriccio per fiori, al terreno di riporto, a dello stallatico molto invecchiato. Drenato lo è sicuramente, visto che sta in pendenza. L'unica problematica sono i lamponi circostanti: le radici faranno a gara con quelle del fico per riappropriarsi del terreno smosso e concimato. Ho letto che le radici del fico sono molto ostinate, riescono addirittura a forzare le valvole delle cisterne d'acqua, ma sembra quasi una leggenda contadina.

Dopo due settimane la talea di fico, irrigata ogni giorno, ha ripreso a svilupparsi. Le foglie non sono più arrotolate ma ben distese.
E il secondo clone? Resta nel vaso e sta ancora cercando casa. Foto in basso a sinistra: il fico appena messo a dimora. Come nel caso dell'altra talea, ora si è ripreso e, anzi, grazie alla sua posizione più soleggiata, si sta sviluppando meglio del primo. Nelle due foto il confronto tra il prima e il dopo:

Talea di fico nero parte 2: secondo anno

lunedì 15 luglio 2013

Come mangiare tutti i lamponi, le fragole e le bacche di ribes...

Come mangiare tutti i lamponi?
Sembrerà assurdo, ma spesso e volentieri i lamponi che raccolgo finiscono per diventare vecchi. Che spreco indicibile. Problema simile anche per le bacche di ribes, le fragole e le more. Tutti frutti di bosco con una brevissima durata di conservazione.
La soluzione sembrerebbe semplice: consumarli subito, ma non tutti ne mangiano a scorpacciate come il sottoscritto. Bisogna stimolare l'appettito con qualche idea...

colazione completa: tortel di latte, lamponi e ribes rossi

Lamponi: maturi durano poche ore
L'ideale per i lamponi è mangiarli direttamente dalla pianta. Quelli maturi sono troppo fragili: più si prendono in mano e più si riducono a una informe poltiglia appiccosa.
Se proprio vogliamo raccogliere i lamponi, con la dovuta attenzione s'intende, durano poche ore fuori dal frigorifero. Meglio consumarli velocemente, in gran numero dentro una coppa con l'aiuto di un cucchiaino (abbinati al ribes nella prima foto in alto). Potremo anche decorare una torta, a patto che venga conservata in frigorifero.
Evitate di far la macedonia: i lamponi non restano interi, finendo per sfaldarsi. Inoltre il sapore poco si abbina al succo di limone. Un'altra dubbia alternativa è la marmellata: sarebbe piena di granelle, i semini.

Credo che non sia solo la pianta a fare un regalo a noi. Credo che siamo anche noi ad aiutare lei. Le allegeriamo i rami dal peso dei frutti, frutti che lei produce per noi che li raccogliamo.
Raccogliere i frutti costantemente, inoltre, favorisce lo sviluppo di quelli successivi.
Fragole: da raccogliere non completamente rosse
Ho scoperto una cosa curiosa (a forza di assaggi): le fragole mature e completamente rosse non sanno di fragola come quelle leggermente acerbe, con ancora qualche sfumatura bianca. Senza contare che le prime si aggrinziscono e marciscono in pochissimo tempo.
Ingrediente chiave della macedonia, le fragole tagliate a fette possono essere consumata anche solo con un po' di succo di limone e zucchero, senza altra frutta. Se ne abbiamo raccolte tante possiamo anche fare un po' di marmellata, magari aggiungendo gambi di rabarbaro per non farla diventare troppo dolce.

Ribes rosso: sembra conservarsi più a lungo
Le bacche di ribes rosso sembrano durare di più, sia sulla pianta che raccolte nel cestino, per via della sua acidità. Forse anche perchè è difficile stabilire quando è completamente maturo (in teoria è maturo quando le bacche si staccano senza sforzo dal racemo).
Importante: raccogliete i grappoli interi e non le singole bacche, si conserveranno più a lungo.
Il ribes è versatile: si può mangiare dalla pianta, ma va bene anche nella macedonia, sulla torta, nella coppa con i lamponi o un po' di zucchero... Ostica la marmellata per via dei grani interni, anche se queste bacche contengono già naturalmente un'alta dose di pectina.

Capitolo a parte per il ribes nero
Se il sapore del ribes rosso è gradevole e un po' acidulo, quello forte e aspro del ribes nero non viene così apprezzato. Però le sue grosse bacche nere contengono molta vitamina c, vitamine e, minerali, nutrienti, antiossidanti e chi più ne ha più ne metta. Quindi è un peccato non mangiarlo.
Il suo sapore particolare (sa un po' di... resina?) arrichisce la macedonia e la coppa di ribes rosso e lamponi all'inizio dell'articolo; le bacche si
apprezzano da sole a patto che siano ben mature. Inoltre il ribes nero è un ingrediente ricercato per salse e torte.

Mai provato le more col budino bianco? Ma vanno bene anche gli altri frutti...

Disposizione artistica dei colori
La foto a lato non assomiglia alla tavolozza di colori di un pittore? Sì, i piccoli frutti potevo anche sistemarli meglio, per creare la corretta graduazione cromatica dal rosso fragola al nero ribes...

PS: già, ci sono anche i mirtilli, devo scrivere due righe anche per loro...

mercoledì 10 luglio 2013

Foto dall'orto, quinta puntata: vangare la terra con la forca e trovare le patate

Vangare l'orto, la tradizione che si ripete ogni primavera. A mano (brandendo la vanga) o con la fresa meccanica, girare la terra si rivela indispensabile per un buon raccolto. Nella foto: come appare l'orto dopo l'inverno. Alcuni ortaggi che hanno resistito al freddo, come il radicchio, e mucchi di concime organico sparsi qua e là.

I merli ci faranno compagnia, a caccia di lombrichi

Vangare è necessario?
Vangare è un'operazione molto faticosa, da compiere solo quando il sole comincia a scaldare seriamente. Per questo l'interrogativo salta sempre fuori. Intanto vediamo a cosa serve vangare:
  • rompere la terra dura e compressata 
  • ossigenare la terra e mescolarla al concime
  • seppellire la vegetazione infestante.
Esistono alternative? Molto dipende dal tipo di terra. La nostra che è argillosa (foto in alto) tende a compressarsi e a formare blocchi dove le piante non possono infilare le radici. Vangare almeno una volta all'anno diventa necessario. Nel caso della terra torbosa il problema non si pone: provate a calpestare le foglie e gli aghi sedimentati sotto un albero, vi sembrerà di camminare su un cuscino.
Altrimenti si potrebbe provare a coltivare tutto in vaso, sempre che ne avete in numero sufficiente e di dimensioni consone. Una distesa di vasi uno accanto all'altro per farsi ombra a vicenda. Poi c'è sempre la fresa o la zappatrice meccanica, se avete fretta o poco olio di gomito per vangare con le vostre braccia.

vangare un pezzo di orto al giorno toglie il mal di schiena di torno...

La vera vanga e il badile
Nelle foto precedenti si vede una forca dai denti robusti. Improprio chiamarla vanga. La vanga è in realtà asomiglia a un badile dalla lama diritta e dotato di poggia-piede, come questa in foto (mentre preparavo il terreno per le pastinache). Consente di girare la terra con facilità e senza sforzo eccessivo.
A dirla tutta, per vangare mi sono trovato molto bene anche con il normale badile (ovvio che maggiore è la terra mossa, maggiore è lo sforzo fisico richiesto). Nel caso di terra piena di radici, infatti, sia la vanga che il badile riescono a tagliare gli ostacoli; la forca, invece, si incastra tutte le volte.

Sorpresa! Patate raccolte in aprile
Che ci fanno delle patate sotterrate a fine aprile? Sono quelle che ci sono sfuggite alla raccolta dell'anno scorso. Ancora sane perchè l'inverno non ha gelato troppo e non le ha spaccate.
Il prezioso ritrovamento non sarebbe stato possibile se avessimo fresato la terra con un macchinario.

I filari di pomodori (con qualche peperone giallo)
Metà aprile: con la terra vangata si possono mettere a dimora i primi trapianti. L'impianto di pomodoro è sempre uno spettacolo da vedere, con i bastoni allineati e coperti, impalcature necessarie per sorreggere le piante quando saranno cariche di frutti.

La salvia si riprende
La pianta della salvia dà finalmente segni di ripresa. Riparata dall'autunno scorso con i fusti secchi dei pomodori, sotto la neve dell'inverno era completamente avizzita. Bisognerà darle tempo di riprendersi prima di prendere qualche foglia da cucinare.
Due piante di rosmarino non sono state altrettanto fortunate...



Dare acqua all'orto: come, quando, dove, perchè...
Il momento ideale per dare acqua all'orto è alla sera, in modo da
lasciare più tempo alle piante di bere. Tuttavia bisogna fare attenzione:  l'acqua del rubinetto è molto fredda e, se la temperatura calerà troppo di notte, le piante patiranno. In questo caso sembrerebbe meglio dare l'acqua (fredda) di primo mattino. Di sera, poi, c'è l'incognita della pioggia notturna, che rendebbe superflua la nostra irrigazione.
L'ideale è di disporre di acqua a temperatura ambiente, se non tiepida. Come quella depositata nei raccoglitori di acqua piovana, riscaldata dai raggi solari.
Ricordatevi di chiudere i raccoglitori con il coperchio quando non piove, sia per conservare l'acqua, sia per non far proliferare le zanzare.
un pezzo di grondaia improvvisato fa miracoli...
Foto dall'orto:
frutta e verdura fresca patate, zucchine... l'orto in ottobre e in novembre vangare l'orto

PARTE 6: COLTIVARE GLI ZUCCHINI