Blog parallelo

sabato 3 settembre 2022

Campagna elettorale o fumo negli occhi?

Vignetta trovata sul web
L'attuale campagna elettorale è fumo negli occhi. Fino all'altro giorno stavano tutti insieme appassionatamente a non governare, ad avallare decisioni altrui. Adesso sparano slogan, fanno promesse che non possono mantenere, improvvisano coalizioni improbabili. E il sistema resta in piedi per via di una macchina mediatica diabolica che entra nelle case e propina anno dopo anno le stesse facce, le stesse stronzate. Che se esce un film al cinema e mi propinano il trailer per un mese di fila mi passa la voglia di vederlo. Allora vien da chiedersi "Ma qual è l'alternativa? Esiste, per caso?" Bella domanda. Esistono altri partiti, minuscoli, meno organizzati, che magari rosicchiano l'1% o il 2%. Esistono i movimenti più o meno spontanei nelle piazze, che vengono avvelenati dalla sete di potere, oppure fagocitati dai pesci più grandi. Alle belle domande è arduo trovare una risposta soddisfacente.

Anzi, sarebbe da presuntuosi avere la risposta, spacciandola per risolutiva. Un tempo c'era una soluzione molto pratica: la rivoluzione, il popolo coi forconi che sovvertiva l'ordine costituito. Insomma, altro che elezioni, le crisi finivano nel sangue, nelle guerre civili, e i detentori del potere si accollavano il rischio di finire sul patibolo se tiravano troppo la corda. Col progredire della civiltà, col diritto di voto, tale usanza è finita sui libri di Storia. Per fortuna, sottointeso, io mica stavo alludendo a chissà che cosa(1).

Domanda più che lecita: il governo adesso c'è ancora, c'è il Parlamento e c'è il Senato, perché diavolo non risolvono i problemi? Perché i problemi sono funzionali alla campagna elettorale, fanno loro comodo per tenere i cittadini sulle spine. Ogni partito vi garantisce di risolverli nel migliore dei modi, nel tempo, così l'elettore è costretto a dar loro una fiducia continuativa. Si viene a creare una sorta di fidelizzazione del cliente, che suona più come un ricatto che altro. Non è che ci sia tutta questa maliza nel politico, questa è una prassi consolidata, è la stessa adottata dal top-manager-super-direttore, che vive nella sua dimensione col suo stuolo di servitori e mica risolve i problemi con tempestività, ma confabula coi suoi partner di tutt'altro.

Alla fine di tutta questa disamina, direte voi, tira fuori il nome, oppure la lista da votare. Eh no, così finirei nella mediocrità, nei comizi bislacchi dei mercanti ambulanti che infine vi propinano un qualcosa di miracoloso. Io la risposta non ce l'ho, posso soltanto cocludere con una belissima canzone di Gino Paoli. Ci sta.
 

1 So che se alludo a rivoluzioni, lampeggia una lucina in qualche centrale operativa digos.

domenica 21 agosto 2022

Comprarsi un Lumia vecchio di nove anni

Il mio fido Zenfone color viola-prugna-matura sentiva il peso degli anni, ossia ricezione a fasi alterne e pulviscolo insinuatosi all'interno della fotocamera, così, dopo la bellezza di quasi sei anni (perchè mi son riparato il display due volte, sennò...) è arrivato il cambio. Un bel Nokia Lumia 1020. 


Le app mi saturavano tutta la memoria del vecchio Zenfone, mi prosciugavano la batteria... insomma, dovevo risolvere il problema. Già. Così mi sono comprato questo Nokia, nuovo di zecca ma vecchio di nove anni. Ancora più vecchio del mio vecchio telefono, così vecchio che non ci sono più app disponibili, niente app store, niente giochini, niente chat, niente meteo, niente di niente! Fa una fatica boia ad aprire una pagina web, non riesce ad aprire i video di Youtube, non so neanche se ha la torcia, l'assistente vocale si scusa che non riesce a trovarmela. E' un cameraphone che telefona ed sms e fa belle foto. Ha la memoria così vuota che è una scheggia. P-E-R-F-E-T-T-O.

Facevo passare i mesi, poi gli anni, aspettando qualche nuovo Zenfone per non tradire il marchio, ma ormai Asus punta a dispositivi troppo cari per le mie tasche. Superata la tentazione dei tastierini fisici dei Blackberry e degli Unihertz Titan  cinesi, ero lì che mi studiavo gli LG, i Sony ed i Motorola. Un'occhiata di sfuggita ai Nokia, ormai pallido ricordo della gloria passata, e mi cascano gli occhi su questo Lumia 1020. L'ho trovato a praticamente poco più di un decimo dal suo prezzo originario di listino, impossibile resistere all'acquisto. Questo è un cameraphone entrato nella leggenda.

Comodissima la predisposizione a scattare foto del telefono (soprattutto per il sottoscritto con le mani sporche di terra). Si impugna infatti come una fotocamera ultracompatta e basta premere il pulsante di scatto per attivare la fotocamera, mettere a fuoco e scattare. Senza tante gesture sul touchscreen.

Ha un bel peso specifico e gli angoli smussati, ahimè, è il classico Nokia che vuol proprio uscire di tasca e buttarsi per sfondare il pavimento. Alla seconda caduta sono corso ai ripari e ho messo insieme una custodia di fortuna da fissare alla cintura, mettendo insieme un porta-zippo con la fodera in simil pelle di un hard disk esterno. Perché, insomma, ci tengo alle piastrelle. Ho fatto in modo che l'alloggiamento dello zippo funga da protezione aggiuntiva per il modulo della fotocamera, volendo può contenere una pezza per spolverare l'obiettivo...



Oltre alle belle foto che fa? Dicono che il Lumia 1020 vada benone come lettore mp3 e devo dire che è un consiglio molto valido (belle le cuffiette incluse). Idem probabilmente per i video, ma non so in questo caso quanto duri la batteria. Office365 non si connette ma sembra funzionare a dovere, il calendario c'è, l'assistente vocale fa quel che può. Niente editing delle foto, ahimé, e scordatevi di trasferirle via cloud. Mi dispiace per la torcia, una delle poche cose che tornano utili spesso, come la sveglia, che c'è ovviamente. L'unico browser disponibile, ossia internet explorer, sente il peso degli anni e non apre tutte le pagine: google drive si inchioda - e sarebbe stato comodo - , facebook si apre a metà, google maps funzionicchia ma non rileva la posizione - e sarebbe stato comodo (2) - ...

martedì 14 giugno 2022

A caccia nell'oscura valle dell'ombra

L'intenzione originaria era regalare un ritratto a mio padre, ma, vuoi le foto d'epoca che non offrivano riferimenti abbastanza adatti, vuoi il decorso del suo male che nell'ultima fase ha subito una brusca accelerazione, con ritardo posso solo dedicargli un disegno postumo:

Non ti ci vedo in un coro angelico o in una sala a tracannare idromele. T'immagino forgiare armi ed armatura per discendere nell'oscura valle dell'ombra. A caccia di mostri.

In pratica ho estrapolato il volto (l'unica cosa che mi convinceva) dal ritratto incompleto per collocare mio padre in un setting fantasy o, meglio, epico, visto il Cerbero e l'Arpia. Lo scorcio d'Ade è raffigurato come una forra e si può dedurre che lo stretto passaggio fosse presidiato dalla creatura stecchita [ PS: Giuro che il disegno l'ho impostato ben prima di aver visto le serie di The Witcher, che altrimenti sarebbero state una palese fonte di ispirazione. ]

Considerando le fattezze di cervo dell'elmo ed il Cerbero irto di zanne e di artigli, questo disegno potrebbe essere l'erede di quest'altro. A confrontarli noto che quella attuale è una fase artistica un po' grigia, dovrei calcare un po' di più la mano per arrivare al nero di una volta. Un po' è questione di software, la matita coprente di Corel Painter era tutt'altra cosa rispetto al pennello di Gimp.

La gif aniamta del disegno in corso. All'inizio mi ero preposto di realizzare un altro disegno raccontato e usare come colonna sonora la ballata irlandese Minstrel Boy, ma per il momento questo è quanto.

lunedì 25 aprile 2022

Batterie che si gonfiano, la videocamera è da riparare e per una volta ci riesco

Pochi lo sanno, ma le batterie agli ioni di litio (di smartphone, foto-videocamere e quant'altro) hanno la brutta propensione a gonfiarsi col passare degli anni, fino al punto critico di sprigionare una fiammata. Quindi i cari vecchi dispositivi contenenti vecchie batterie sarebbe meglio non dimenticarseli in prossimità di materiale infiammabile, chessò, in una scatola piena di scartoffie. Tutte le batterie per il momento le ho estratte dai dispositivi e cacciate in un barattolo di latta, ma non penso sia sicuro al 100% (1). Meglio gettarle nell'apposito raccoglitore (ora capisco perchè li vedo così sodi, devono essere a prova di botto).

Al di là del rischio di focolaio d'incendio domestico, un altro effetto collaterale del gonfiore della batteria è la deformazione del vano batteria. Sfortuna vuole, nel mio caso, che adiacente alla batteria gonfia della mia vecchia videocamera Samsung HMX-Q10 vi sia l'alloggiamento della scheda di memoria SD. E qui succede il disastro. Poiché era proprio incastrata la batteria, non ne voleva sapere di uscire, ecco che mi viene una disastrosa idea brillante: estrarre la scheda SD per concedere un po' di respiro alla batteria e rendere quindi più agevole l'operazione (2)

Due risultati: 

  1. la preziosa scheda SD, afferrata con una pinzetta per i peli, si spacca, incastrata a sua volta dalla pressione della batteria gonfia
  2. non solo la scheda SD, si rovina anche il connettore interno della videocamera!

Di colpo mi sono ritrovato con una videocamera inutilizzabile, perché non soltanto priva di una batteria funzionante, ma anche impossibilitata a registrare alcunché senza la scheda di memoria. La foto sopra però l'ho scattata poi con la medesima videocamera, ergo, non avendo ancora una macchina del tempo a disposizione, devo averla aggiustata, no? Ebbene sì, l'ho aggiustata, per una volta che la riparazione è andata a buon fine, è giusto e sacrosanto concedersi un po' di vanità.

Lo smontaggio di rito, di solito fine a se stesso, ma non stavolta. In alto a destra si può notare la scheda SD spaccata accanto a un'altra, sacrificatasi inutilmente per salvare la prima...

I contatti del connettore sulla scheda della videocamera rimessi in piega (3) con delicati movimenti del cacciavite. Prima erano tutti arruffati, uno era proprio strappato e, non trovandolo più, l'ho sostituito con un pezzo di filo di rame, incastrato alla bell'e meglio, in modo da fare contatto con il connettore della videocamera.

Due giri di scotch alla scheda di memoria SD, riassemblo la videocamera e non resta che provare a fare una ripresa. Niente da fare, la videocamera non rileva la scheda. Realizzo che, venendo a mancare la batteria (la videocamera è alimentata dal cavo usb del computer), viene e a mancare la pressione che tiene ben in contatto i contatti della scheda SD con quelli del connettore della videocamera. Perdonate la ripetizione. Allora infilo nel vano un tappo e... scheda SD rilevata (quindi la riparazione col rame è riuscita), ma... scheda SD protetta, impossibile registrare. Perché la levetta bianca minuscola del blocco scrittura della scheda SD nel frattempo è M(issing)I(n)A(ction), è andata smarrita. D'altronde, bianca sul pavimento bianco...

Mi sono sempre chiesto come funziona questa benedetta levetta. Ebbene, guardate la foto, in corrispondenza di questo minuscolo elemento scorrevole, nell'alloggiamento della scheda SD, c'è una levetta che scatta col blocco attivo e che torna al suo posto senza il blocco. Quindi basta rimuovere lo scotch per lasciare una tacca vuota.

Con questo accorgimento rimetto insieme la videocamera, infilo la scheda SD nel connettore, solito tappo per fare spessore nel vano della batteria e miracolo, la videocamera registra. Operazione riuscita. Felice come una pasqua. Salvata sia la videocamera che la scheda SD col suo prezioso contenuto.

Direte voi, tutta questa pappardella per una vecchia videocamera che tanto non userai più nell'era degli smartphone. Eh no, ha il pregio di fare foto macro nitide e soprattutto non di dimensioni esagerate, perfette per la pubblicazione sul blog e per non stressare un umile computer durante il fotoritocco. D'accordo, non ho più la batteria, ma alla finestra ci arrivo per riprendere il tramonto, male che vada uso una prolunga. Sarebbe stato carino usarla come webcam, ma, da quanto leggo in giro, proprio non si può.

1 Non vorrei che per l'effetto simpatia una batteria che sfiamma non porti alla sfiammata generalizzata di tutte le altre.

2 Col senno di poi sarebbe stato meglio sacrificare la batteria, ormai da buttare, per tenere integra la scheda SD. 

3 Abbanstanza in piega...

mercoledì 2 marzo 2022

Anonymous: we are Legion, il significato

Siamo Anonymous. Siamo una legione, aspettaci.

Cosa mi tocca leggere! Siamo Legione, non siamo una legione! Un errore grossolano di traduzione, che dal web è rimbalzato sulle maggiori emittenti televisive. Possibile che le redazioni non abbiano colto la famosa citazione biblica? 

Siamo Legione è il tratto saliente di un esorcismo narrato nel Vangelo di Marco:

Then Jesus asked him, 'What is your name?' 'My name is Legion,' he replied, 'for we are many.'

Gesù gli domandò: «Qual è il tuo nome?» Egli rispose: «Il mio nome è Legione perché siamo molti.»

Citazione biblica famosa nel senso che suona molto evocativa ed è conosciuta anche fuori dagli ambiti prettamente ecclesiastici. Insomma, non bisogna essere ferrati in materia per conoscerla.

Fatto sta che la minaccia di Anonymous a Putin doveva concludersi così:

Noi siamo Anonymous. Noi siamo Legione. Aspettaci.

Legione è il nome dell'indemoniato, che poi dentro abbia una moltitudine di demoni, e quindi volendo una legione di demoni, è un altro conto. C'è da chiedersi il perché i giornalisti lascino correre un errore del genere. Non è possibile che la citazione la conosca io e loro no. Capisco che l'audio del video non sia proprio limpidissimo: 

  

Ma il rinomato motto di Anonymous è We are Anonymous. We are Legion. e avrebbe aiutato non poco il traduttore. Legion con la maiuscola, senza articolo. Come al solito, una traduzione approssimativa. C'è dietro anche un gioco di parole: gli attivisti si dichiarano anonimi, ma nel contempo collettivamente si dichiarano Legione. Ora non so, anzi, non penso proprio che quelli di Anonymous siano andati a sfogliarsi la Bibbia, ritengo più probabile che abbiano fatto come me: si sono imbattuti in un aforisma e da lì son risaliti alla fonte. Perché Noi siamo Legione è una frase epica, c'è poco da fare, e nel cosiddetto mondo nerd la si legge spesso.

Ora non sto a divagare sulle ripercussioni degli attacchi hacker sulla Russia, sul conflitto globale che probabilmente è già in atto tra gli hacker delle diverse fazioni (perché Mosca può contare su una bella schiera di fedelissimi, così come la Cina, ect ect), su quali rischi corrano quelli di Anonymous (tipo un missile da crociera sulla testa o un po' di gas nervino nel salotto), oppure se Anonymous interverrà in ogni futuro conflitto. 

Vorrei invece spendere qualche riga sulla conclusione dell'episodio biblico riportato sopra, chiamato L'esorcismo di Legione o Il miracolo del suino. Del suino, sì. Gesù infatti riesce a bandire la moltitudine di demoni fuori dall'indemoniato per rifilarli tutti dentro un gregge di maiali. Le povere bestie, circa duemila, corrono impazzite giù per il declivio e finiscono annegate nei flutti del mare. 

Una fine da Lemmings.

domenica 13 febbraio 2022

Ucraina: i disastri della propaganda

Vignetta pescata nel web
Non me la sento di parteggiare per Russia o Ucraina. Per Taiwan o Cina. Qualcosa accadrà e mi dispiace per loro. Al di là delle nazionalità, ai miei occhi mi sembrano tutti slavi della Rus' di Kiev e tutti cinesi. La superpotenza polverizzerà lo stato più piccolo e seguirà un po' di guerriglia assimmetrica. Stop. Un conflitto globale non è nell'agenda di nessuno.
 
Non è facile scegliere la neutralità in questo mondo dei fronti contrapposti, in questo mondo dove se non ti dichiari dalla parte del conformismo, finisci in automatico tra quei brutti cattivoni NO-TAV-VAX-terrapiattisti-sciochimo-trumpiani. Fronti costruiti dai mass media che, in virtù dei modi spicci della propaganda, riducono tutto all'atavica contrapposizione tra bianco e nero. 
 
La propaganda del bianco e del nero fa disastri. Basti pensare ai coreani, un unico popolo che le due superpotenze si sono sognati di dividere al 38° parallelo nord. Stessa gente, stesso passato, stessi antenati, ora di fatto due nazioni contrapposte, un popolo spaccato in due da due propagande contrapposte. Anche l'Ucraina corre un simile pericolo, perché anziché accettare l'insieme delle diverse sfaccettature della propria identità nazionale, si è spaccata tra i pro-occidentali e i pro-russi.
 
Elezioni presidenziali in Ucraina del 2010 (Wikipedia)

Tale contrapposizione, esacerbata da ingerenze straniere, sia occidentali che russe, ha già dato luogo a dei gravi e sanguinosi pasticci: di fatto gli ucraini e i russofoni sono in guerra da anni ormai. Le ingerenze straniere sull'autoderminazione di un popolo sono da condannare, però, a mio modo di vedere, che vedo russi e ucraini come due popoli fratelli, le ingerenze da parte russa sono comprensibili. E comprendo appieno che ai russi non vada proprio giù che un pezzo del loro passato passi dall'altra parte della barricata. 

Quindi, se da un lato vorrei schierarmi col più debole per ristabilire un equilibrio di forze, dall'altro mi viene da giustificare le intimidazioni di Mosca. Un'Ucraina sotto l'egida Nato sarebbe una spina nel fianco per la Russia, inevitabile che prima o poi tale spina se la vorrà levare. Sarà brutto da dire - e suonerà come un controsenso a quanto scritto poco poù sopra - , ma, fosse per me, sarei per la spartizione territoriale dell'Ucraina. Una finlandizzazione, ossia la cessione di alcuni territori, direi quelli russofoni, alla Federazione Russa e uno status di neutralità. La Finlandia a suo tempo aveva dimostrato grande senso di responsabilità. La suddivisione in Ucraina est e Ucraina ovest diventa inevitabile se i nazionalisti ucraini non tollerano i russofoni e viceversa.
 
Che poi ci sono già degli italiani a combattere in Ucraina, scopro grazie ai reportage su Youtube. Curioso che i militanti di destra combattano sull'uno e sull'altro fronte. Penso che a combattare per Putin siano i cultori delle forti personalità, chi invece ce l'ha a morte coi sovietici dei libri di storia stia coi reparti neonazisti dell'esercito ucraino. Sempre alla luce del fatto che ucraini e russi son tutti slavi originari della Rus' di Kiev, ci sarebbe da chiedersi su quali basi possano esistere dei neonazisti ucraini e su quali basi il loro odio sia focalizzato solo sui russofoni e non su tutte le genti slave nel complesso perché non ariane.
 
Aggiornamento 24/02/2022
Ce l'avevo la battuta banalotta "Putinate = puttanate di estrema gravità." Mi ero trattenuto dallo scriverlo per scaramanzia, ma dentro di me già temevo il peggio. Che poi non è manco scaramanzia. Chi può asserire con assuluta certezza che Putin sia il cattivo? Io no. Ha detto che deve denazificare e demilitarizzare l'Ucraina. In Ucraina ci sono effettivamente dei reparti armati neonazisti, autori di stragi ai danni dei russofoni. L'Ucraina effettivamente è corsa al riarmo coi soldini dell'Unione Europea e con le forniture degli Stati Uniti. Putin, tra le altre cose, ha affermato che "l’Ucraina è parte della storia della Russia". Che è vero per me, come ho già scritto.

Ci si lascia trascinare spesso e volentieri dagli appassionati bollettini di guerra dei telegiornali. Poi basta collegare tali divulgatori a coloro che fino all'altro giorno hanno scatenato una vera e propria shitstorm (=tempesta di merda) ai danni di alcuni dei propri concittadini, aizzando contro questi ultimi l'odio degli altri concittadini. Allora bisogna rifletterci sopra. Tali mass media stanno cercando di recuperare credibilità o hanno rivolto la shitstorm della loro propaganda contro un altro bersaglio? Meglio ascoltare gli storici, che hanno toni ben più pacati e ragionati.
 
  
 
Aggiornamento 07/03/2022
Ma piantala Zelensky di invocare l'intervento della Nato un giorno sì e l'altro pure. Questa voglia malsana di trascinare il mondo nella Terza Guerra Mondiale è veramente allucinante. La situazione è già paradossale di suo, con l'Occidente che da un lato fornisce armamenti all'Ucraina e dall'altro accetta sempre volentieri il gas russo. Sistemi d'arma che abbattono elicotteri, perforano carri armati e causano perdite maggiorate... è incredibile che i russi tengano ancora i rubinetti aperti.

Aggiornamento 09/03/2022
Gli analisti militari, vedo sui vari canali internazionali che seguo, si meravigliano di quanto Mariupol resista. Non specificano mai che in quella città è stanziato il Battaglione Azov, uno dei suddetti reparti neonazisti ucraini. In virtù delle proprie dottrine e della propria esaltazione questo reparto regge dove altri capitolerebbero. Non viene menzionato l'Azov perché poi il giornalista dovrebbe fare una digressione e raccontarne i crimini di guerra compiuti e insabbiati.
E adesso giù gravi condanne e grande sdegno per l'ospedale pediatrico bombardato dai russi. A Mariupol. Ma a questo punto un giornalista superpartes aggiungerebbe finalmente la piccola postilla. Ossia: in città è stanziato il Battaglione Azov, quello tristemente famoso delle stragi. Sarà mica che questi neonazisti cinti d'assedio dei russi si siano asseregliati nell'ospedale? I telegiornali omettono il dettaglio perché i criminali di guerra per la propaganda stanno da una parte sola.
 
Aggiornamento 11/03/2022
Ci volevano i generali in televisione per capire come finirà? I giornalisti occidentali pendono dalle labbra dei bollettini di guerra - vistosamente gonfiati - di Zelensky. A dargli retta sembra che gli ucraini stiano per spuntarla. E invece no, resto sempre convinto che le forze armate ucraine verranno annientate. L'apporto di armamenti non fa altro che stimolare ancor di più il tritacarne della guerra. Più morti russi, più rappresaglie russe. Mano a mano che il conflitto si dilata nel tempo, i soldati perdono professionalità e cedono agli istinti più violenti. Di questo passo l'Ucraina finirà col diventare un cumulo di macerie. A mio modo di vedere una presa di distanze dalla Nato da parte del governo ucraino avrebbe giovato a tutti, ma proprio a tutti. A mezzo mondo. Ma riconosco che è facile parlare col senno di poi. 
Fermo restando che gli americani mi sembrano maestri nel destabilizzare le aree geografiche, nel provocare situazioni di conflitto dove gli armamenti vengono richiesti a gran voce e loro posso concludere affari. Illudono le popolazioni coi miraggi dello stile di vita occidentale, addestrano le truppe locali e poi, sul più bello, fanno le valigie. E allora scatta il solito copione: le ondate di profughi, le gare di solidarietà che faranno girare tonnellate di immondizia, associazioni benefiche che spuntano come funghi per racimolare denaro e magari intascarne una po'...