Blog parallelo

domenica 20 novembre 2016

Diario di un cercatore di nomi di funghi, anno 2016

I meravigliosi chiodini del vicino... nel risotto! Chiamati anche chiodini del miele (per il colore e l'appiccoso, presumo), qui in trentino del morar, della ciocca o della bonafamiglia.
Buoni ma velenosi senza un'adeguata cottura. Il veleno, infatti è termolabile, a 70 gradi (ma la lavatrice non va bene...!). Cont tali premesse, provvedo a cucinarli.



I "Lorei" vengon fuori più tardi, ai primi freddi. Finalmente ho scoperto il loro nome: Quél (Clitocybe geotropa, Bull). Quest'anno so dove andarli a prendere e ne ho raccolti tre ceste!
Vengono definiti eccellenti dagli intenditori micologi, ai livelli quasi del tartufo.




Risotto coi chiodini:
Dei chiodini si consuma solo il cappello (a meno che non li abbiate raccolti piccolissimi) e vanno tenuti in ammollo nell'acqua, fatti bollire per neutralizzare la tossina termolabile (ovviamente la schiuma e l'acqua di cottura la si butta via).
Ho quindi spostato i chiodini in una seconda padella, dove avevo già soffritto olio e prezzemolo. Cottura a fuoco lento, senza coperchio affinché i funghi si secchino per bene e perdano del tutto lo sgradito viscidume. Il risultato è fenomenale.
Ecco il magnifico risultato: una cascata di chiodini sul risotto!

"Lorel" o Quél e Mazza di tamburo:
Quél suona come L'orel, forse il nome dialettale si rifà anche all'assonanza. Di sicuro la forma del fungo ricorda un imbuto (l'orel in dialetto, appunto) ove si raccoglie l'acqua piovana.
A destra una Mazza di tamburo (Macrolepiota procera). Prima o poi la impano!

Quèl o Nebulari?
Son funghi che si fan compagnia in novembre inoltrato. I Nebulari, ampiamente consumati fino a pochi anni fa, è stato accertato che siano tossici e provochino avvelenamento nel lungo periodo.
 

Funghi sconosciuti, guardare e non toccare. E infine i funghi sconosciuti, aiutatemi a identificarli con un commento! Grazie!


2015 - DIARIO DI UN CERCATORE DI NOMI DI FUNGHI - 2017

mercoledì 2 novembre 2016

Coltivare le arachidi, parte 2

Giugno: le arachidi crescono al rallentatore. Mentre i fagiolini verdi a fianco si fanno beffe dell'estate secca, le arachidi paiono risentirne. 

Sulle piante compaiono i primi fiori, di un bel giallo, che, tempo permettendo, diventeranno le noccioline americane. Ai lati dei filari dissodo la terra (sotto spiego il perché) e rimuovo le erbe infestanti.
Fiori di Arachide.


Da fine luglio irrigo quotidianamente. Visto che i tempi si fanno stretti e piove poco (e quando piove crolla la temperatura), intervengo per dar una mossa a 'ste lumache. E io che m'illudevo che si arrangiassero come le altre varietà di legumi...


Acqua ogni sera, ma senza esagerare.

Settembre: le arachidi finalmente producono frutto. Alla buon'ora! Dal fiore scende una sorta di appendice rosso-vermiglio che si intrufola sottoterra. Lì sotto si svilupperà il legume. Nota bene: le noccioline americane non crescono come tuberi collegati alle radici, credenza diffusa.
In ogni caso, il caldo se ne va e dubito di ottenere un benché minimo raccolto...




Provo a contrastare l'ingiallimento delle foglie con l'acqua delle barbabietole, rossa per il ferro.

Primi di novembre: scopro le noccioline! Oltre ogni più rosea aspettativa, complice l'autunno molto mite, le piante di arachide più sviluppate hanno qualche legume tra le proprie radici. Sia chiaro, la maggior parte è di dimensioni risibili.

Aggiornamento fine novembre: la beffa dell'umidità. Ha piovuto per una settimana filata, di traverso, e le piante di arachidi, anziché asciugarsi all'aria aperta (poste al riparo ovviamente) si sono bagnate ugualmente. Così buona parte del magro raccolto ha iniziato ad ammuffire sul guscio ed a marcire all'interno.
Metà delle noccioline si salvano, mantenendo un bel colorito. Ne conservo una manciata con ancora il guscio, se mai il prossimo anno ritento la semina. Quelle scartate finiscono nella mangiatoia del pollaio, ma qualcuna l'ho assaggiata: hanno i sapori più disparati, dal pistacchio al pisello.
Quelle sane, una volta tostate, invece, son buone.

PARTE 1 - COLTIVARE LE ARACHIDI - PARTE 3