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La loro coltivazione sarà anche uno scherzo, lo stesso non si può dire della raccolta: massacrante per le vertebre, richiede un sacco di tempo. Se poi mi metto pure a lavorarli, faccio notte per davvero.
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Oltretutto i fagiolini verdi, essendo legumi (ma vale anche per i cereali), vanno tenuti a mollo nell'acqua (preferibilmente tiepida) per almeno sei ore. Così da farli fermentare e liberarli dell'acido fitico (un anti-nutriente) contenuto.
Terminato l'ammollo, l'acqua residua ovviamente non si butta via, così lascio i fagiolini verdi gocciolare sopra il secchio.
Segue un'altra faccenda brigosa: il peduncolo dei baccelli va reciso. Tutti quanti. O strappandoli uno per uno, o prendendo i fagiolini a mazzi, tutti girati per lo stesso verso, procedendo quindi con il taglio.
Se poi i fagiolini verdi in eccedenza non si congelano, tutto il lavoro raggiunge l'apice dell'ingratitudine. Bisogna entrare nell'ottica del razionare attentamente il cibo, non di cuocerne a chili e lasciarlo poi diventare vecchio. O mangiarlo per forza pur di non vederlo diventare vecchio, come spesso succede al sottoscritto...
Purtroppo questi errori di valutazione capitano quando ognuno si specializza in un compito e l'altro/a non è pienamente consapevole di quanto è costato raccogliere la materia prima. I drammi del mondo moderno.
La morale della favola è che il prossimo anno gli unici fagiolini verdi da seminare saranno quelli con portamento rampicante, che superano i due metri d'altezza.
Non ci si piega la schiena con loro.
Chi vorrà i fagiolini nani, si dovrà arrangiare.
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Aggiornamento di fine settembre: con gli ultimi fagiolini verdi i carriola non si fa fatica. |
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