Mica ho capito come mai quelle lingue biforcute dei giornalisti chiamano correttamente il principe William, così come il principe Harry, anziché tradurli con Guglielmo ed Enrico, mentre quando c'è da parlare male nominano trenta volte in due minuti il principe Andrea, anziché nominarlo col vero nome: Andrew (pron: ændru in inglese, direi endriu in italiano). Perchè ci sono orecchie suscettibili e bombardate dalla tv che nell'inconscio, secondo me, ne traggono le dovute conseguenze.
Andrea è un nome che si predispone a questo genere di maledizioni, suo malgrado, poiché è un nome diffuso e in virtù di tale diffusione è più soggetto di altri nomi. Statisticamente parlando, sul territorio nazionale ci sarà qualche Andrea che commette brutture e porcate, così come ci sarà qualche Andrea che al contrario commette opere di bene o che fa una bella scoperta. Il fatto è che ai morbosi giornalisti moderni interessa di più la prima categoria e la loro tattica di divulgare la notizia in modo capillare - via televisione, via radio, via web e via carta stampata - fa sì che nei telespettatori e nei lettori, propensi ormai più al pensar male che al pensar bene, resti inculcato il nome dei malfattori a discapito di eventuali benefattori.
Se poi questi giornalisti da strapazzo vanno ad intromettersi nelle questioni oltremanica e vanno ad italianizzare il Prince Andrew, ma curiosamente non gli altri due principi, mettendo in atto una sorta di discriminazione inversa - per certi versi al Prince Andrew va benone che qui si parli male di un certo principe Andrea - , capirete anche voi che stanno mettendo il dito nella piaga.
Poi son d'accordo che tra Andrea e principe Andrea c'è di mezzo un titolo nobiliare...