Piadine solari. Quale occasione migliore dell'inizio dell'anno solare (e
dell'inverno) per prepararsi delle fragranti piadine solari?
Il pane del passato e del futuro. Ricetta povera, d'altronde dicono che la farina di grano duro sia migliore della controparte di grano tenero. E poi non c'è lievito, quindi la flora (o fauna?) intestinale ringrazia. Niente cottura al forno, quindi pure la bolletta ringrazia! Ho solo scaldato per benino una padella di ghisa (si chiama bistecchiera?) che ha impresso a fuoco i suoi anelli concentrici sull'impasto.
Io ci vedo un sole dipinto alla Van Gogh.
No?
Già che ci sono, aggiungo i passaggi della (semplice) preparazione.
Ingredienti: farina di grano duro, olio di semi/di girasole/d'oliva, un po' d'acqua e un pizzico di sale (per le dosi vado a occhio!).
Lievita senza lievito. Come si può notare dalla foto, l'impasto cresce qualcosina pur senza lievito. Sarà per via che l'ho impastata a lungo (ci ho preso gusto).
Impasto lavorato a mano, per inciso.
L'ho steso per benino con il mattarello, ritagliandola poi con l'ausilio di una scodella rovesciata.
Piadina messa a scaldare ed il gioco è fatto. Attenzione solo a bucherellarla con un forchetta, sennò si riempirà di bolle, e a non spostarla durante la cottura.
Sennò col cavolo che rimane impresso il sole.
Considerazioni finali: la piadina è buona e fragrante (purché venga consumata calda), vorrei spendere due parole sul contesto. Suona strano parlar
di piadine solari per il solstizio d'inverno, giacché tale solstizio indica la giornata più
corta e tendenzialmente più cupa dell'anno. Sarebbe stato meglio dedicare il piatto al Sol Invictus, cioè il trionfo del sole, che avviene nei giorni immediatamente seguenti.
Dedicherò all'argomento un disegno, portate pazienza!
Se poi anche voi vi
chiedete perché l'anno lo fanno iniziare da calendario con l'1 gennaio,
vi rimando alle mie vecchie ricerche in merito.
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