Blog parallelo

venerdì 4 dicembre 2015

Stress e capricci

Meglio accatastare assi-su-assi-su-assi schiacciando nel contempo qualche migliaio di chiodi, o è meglio fare duecento interviste telefoniche? A far squillare telefoni e cellulari in mezza regione almeno si sta comodi su una poltrona, direte voi, ma intanto a star lì seduto e irrigidito mi è venuto il torcicollo una sera. A martellare chiodi, a camminarci sopra e a sollevare legna, invece, è filato tutto liscio come l'olio.
Potrei dire che sono stati due mestieri complementari. Scaricavo lo stress delle telefonate schiacciando chiodi e mi riposavo seduto sulla poltrona dallo sforzo fisico fatto all'aperto.
Ma a essere sincero sono state due perdite di tempo. Nient'altro.
Leggere ripetutamente le stesse domande così contorte che dopo tre ore mi si incrociava la lingua, sentirmi un robot dalla voce inespressiva e intanto realizzare che il tu-tu-tu delle chiamate a vuoto o la voce della segreteria erano addirittura peggio delle interviste, insomma, nel complesso è stata un'imp una spersonificazione abbastanza squallida. Già il fatto che abbia rimosso gran parte dell'esperienza la dice lunga.
D'altra parte smaltire un enorme ammasso di legna per tirarne fuori qualcosa di buono come fanno quelle orde di asiatici con i relitti delle vecchie navi non è che sia stato molto meglio, sia chiaro. Almeno mi è parso di tornare a giocare con i legnetti (con quello in mano ho schiacciato i chiodi) e alla fine ho visto un risultato concreto.
Ma allora perché ho accettato la prima sfida, pur sapendo che non mi avrebbe portato alcun miglioramento? Potevo andarmene durante l'ora introduttiva, non sarebbe successo niente di male né a me e né all'intera società. La risposta sarà stupida, ma è una sola: perché ho fatto due conti e con la paghetta voglio concedermi un capriccio, una volta tanto.
La vita umana moderna è un'alternarsi di stress e di capricci.
I lavori comportano stress, quella chiusura mentale che non fa riflettere lucidamente le persone. Non intendo solo i lavori d'ufficio, ma anche tutti quelli subordinati dove senti la pressione di chi ordina o controlla. I lavori manuali alla vecchia, in solitaria o in un clima disteso, al contrario, sono un toccasana per l'ispirazione.
Il capriccio è quello spiraglio di luce nella mente della persona stressata. Lo cova dentro di sé nella fase di stress, perché cerca una distrazione, una via di scampo. Può essere un viaggio ai tropici, una scatola di cioccolatini, una borsetta vista alla collega, un caffè, una sigaretta, il voler ricevere un'attenzione particolare da qualcuno. Un sacco di cose che consideriamo necessarie o che sono radicate nelle nostre abitudini sono in realtà capricci, tutti abbastanza o molto futili. Tutti contagiosi.
L'essere umano moderno ormai si stressa per coltivare capricci e infine ottenerli. E' diventato uno stile di vita. Quando i desideri più genuini sono sempre alla nostra portata e non comportano alcuno scotto da pagare.

Post migrato dal mio blog-diario

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