Blog parallelo

domenica 31 marzo 2019

Cronaca bruna: marzo 2019

Il radicchio sembra sbocciare come una rosa. Senza gambo e senza spine. C'è da dire che il fiore del radicchio è tutt'altra cosa: l'ortaggio si sviluppa in verticale e fiorisce sulla sommità.
Però rimane una bella foto, anche se questo mese la competizone si fa serrata.

La resurrezione del carciofo pasquale. I carciofi parevano stecchiti dall'inverno, ma quattro di loro han dato segni di vita. I germogli più piccoli vanno asportati e trapiantati altrove.
Rimedi di fortuna contro i merli dispettosi. Mi stavano simpatici un tempo questi volatili, ma devo prendere atto che danno un gran fastidio: laddove la terra è smossa, loro scavano, svuotando i vasi, estirpando le cipolle/carote appena piantate, tranciando le piantine delicate e così via.


Concimazione abbondante dei meli con la pollina (il letame delle galline).


L'orto color stracciatella. A vangarlo concimandolo con dello stallatico non completamente maturo, quindi appallottolato anziché friabile, si ottiene una distesa di terra schiarita dal sole, punteggiata da tanti pezzi color cioccolato-fondente...
Il lavoro prezioso dei detrivori. Mi son guardato da vicino il compost, notando che questo prezioso terriccio è pieno di escrementi delle larve del maggiolino dorato. Queste ed altre creature mangiano e digeriscono la materia organica, trasformandola in un ottimo concime.

Le ultime scorte dell'anno scorso: sedano rapa e dei mega rapanelli bianchi, gonfiatisi grazie al diluvio della tempesta Vaia.




dicembre 2018 - CRONACA BRUNA - aprile 2019

lunedì 4 marzo 2019

Zingaretti VS Salvini, sfida tra diminutivi

Zingaretti VS Salvini, si preannuncia una sfida epocale tra diminutivi nella democrazia televisiva italiana. Già tra diminutivi, perché i pesi massimi della politica passata, quelli col suffisso -oni, oramai son ridotti a dinosauri estinti o in via d'estinzione.

Salvini è il diminutivo di salvi, dacché la mission dichiarata dal vice-premier è metter in salvo, con le ruspe, il popolo italico. Nomen omen, si diceva un tempo. Lecito chiedersi, se mai costui riuscirà a mettere in salvo tutti quanti, che motivo avrà di governare ancora. Al che si prospetterà lo spettro della strategia della tensione.

Zingaretti, invece, è il diminutivo di... sì, insomma, l'avete capito, degli antagonisti delle ruspe! Coincidenze? Non credo (tono alla Kazzenger). Ammetto la mia ignoranza: l'unico Zingaretti che conoscevo prima delle ultime primarie, di vista, era l'attore del Commissario Montalbano e questa somiglianza, questa buona impressione riflessa, può giocar a vantaggio del suo fratello minore.

In fondo è proprio la televisione a far emergere i rappresentanti, ad entrare di prepotenza nelle case italiane, a manipolare l'opinione pubblica. Per questo la chiamo democrazia televisiva. Senza una televisione obiettiva e superpartes che informa il cittadino senza doppi fini, non si vive in una vera democrazia, le campagne elettorali non saranno mai sportive. Se fossi Mattarella, per dire, alcuni telegiornali e alcuni programmini politici li oscurerei, tanto son faziosi. Tanto sono falsi. Tanto prendono per i fondelli il telespettatore.