Riparare un paio di scarpe con i chiodi sembrerà drastico, ma ho imparato dalle riparazioni eseguite dai veri calzolai ed è un rimedio efficace. Perchè incollare le suole con il mastice non basta e non dura: solo con dei chiodi di ferro ben piazzati potrete ritornare a camminare serenamente sulle vostre care scarpe.
Nota: quella che segue è una guida per aggiustare le scarpe tradizionali, scarpe con una vera suola, non le scarpette basse.
A casa ho rimediato anche la forma che usa il calzolaio, che è estremamente comoda ma non essenziale.
Se disponete di una sparapunti potete fare a meno dei chiodini e di tutto il lavoro certosino che segue (vanno comunque presi i relativi accorgimenti).
Ripariamo un paio di scarpe:
C'è ben poco da fare: il mastice non serve a molto nel caso di squarci nella suola troppo vasti.
Nota: la suola e l'intersuola devono essere ancora in buone condizioni: se la gomma è vecchia e secca potrete aggiustare ben poco, si sbriciolerà.
Intanto rimuovo i lacci e il sottopiede.
La foto non deve trarre in inganno: ho martellato i chiodi all'inverso, dopo li capovolgo. Così servono solo per scavare una pista e facilitare l'inserimento dall'altra parte. Il piede non deve mai premere sulla punta del chiodo, ma sulla sua testa.
Per inchiodare la suola occorrono dei chiodini 1)più lunghi del suo spessore (ovvio), 2)appuntiti che perforino con facilità la suola e il cuoio e 3)morbidi, che si pieghino e non si spezzino.
Ora arriva il difficile: infilare il chiodino dall'interno, procedendo a tentoni per trovare il foro scavato in precedenza, ha richiesto diverso tempo e molta pazienza.
Poi ho preso in prestito il ditale della mamma e ho schiacciato fuori tutto il chiodo senza bucarmi il polpastrello (altrimenti si può premere dall'esterno sulla punta della scarpa). Dopo la tomaia e l'intersuola, trapasso anche la gomma della suola.
Lascio i due lembi ancora separati.
Un po' di mastice fa sempre bene, svolge un ruolo complementare insieme ai due o tre chiodi infilati. Bisogna lasciarlo riposare una decina di minuti prima di riunire la suola e applicare tanta pressione.
Infine ho infilato la prima scarpa nella forma del calzolaio (foto più in su) e ho martellato le punte dei chiodi per piegarle e infossarle il più possibile nelle tacche delle suole. Il ferro non deve sporgere. Con la seconda scarpa, invece, mi è bastato afferrare le punte dei chiodi con una pinzetta, per poi piegarli come se fossero fili di ferro (prima foto dell'articolo).
Riposizionando il sottopiede al suo posto, le teste dei chiodi non si sentono minimamente dentro la scarpa.
Con gli scarponi è tutto più semplice:
Nel caso degli scarponi la suola risulta generalmente più larga della pianta del piede, quindi sporgente e più facile da aggiustare. Non servirà più, infatti, infilare i chiodini dall'interno, ma basterà lasciarli esterni, facendo attenzione a non troncare le cuciture.
Nella suola dello stivaletto militare qui sopra ho conficcato un chiodino, dall'esterno, che ha trapassato grazie alla morsa della pinza. Con la pinzetta ho curvato la punta del chiodino come nel caso della scarpa precedente. La punta dello stivaletto non ha richiesto ulteriori riparazioni: il calzolaio l'aveva già rinforzata avvitandoci dentro delle viti.
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