Se la terra dell'orto cala...
Col passare degli anni i sassi nell'orto sembrano aumentare, quando ho scattato la foto a sinistra c'erano più sassi che cicoria. Vangando, poi, emergono sassi di grandi dimensioni che nelle vangature precedenti non c'erano. Visto che la lunghezza dei denti della forca che uso non cambia, l'unica spiegazione possibile è che la terra dell'orto sia calata.
La causa? Ciò che sottraiamo all'orto non viene adeguatamente reintegrato. Pensiamo a dove buttiamo le erbacce infestanti, le radici o le foglie secche. Molti considerano una comodità buttare gli sfalci nella raccolta differenziata, così gli operatori ecologici li fanno sparire. In realtà siamo noi a fare un regalo a loro, privandoci di una risorsa preziosa e impoverendo la nostra terra.
Le erbacce, infatti, hanno assorbito parte del concime destinato agli ortaggi. I trifogli per esempio sono pieni di ferro, da qualche parte l'avranno pur preso. Sarebbe cosa buona e giusta riciclarle e riappropriarci del nostro concime!
Idem le foglie secche. Gli alberi fanno cadere le foglie e i frutti per concimare la terra ai loro piedi, creando anche una pacciamatura naturale (non sono gli unici fini): è profondamente sbagliato ripulire il terreno e gettare via tutto! Se proprio bisogna tener pulito, almeno conserviamo e ricicliamo questa risorsa!
Il miracolo della terra
La soluzione si chiama compost: cioè raccogliere erbacce, foglie, radici e tutto ciò che è organico, farle decomporre e trasformarle in concime. Terra grassa.
In questo vecchio bidone ho accumulato segatura, foglie dure dell'alloro, piante secche di patata, fogliame della vigna e tutto ciò che mi passava sotto mano e veniva scartato per il compost tradizionale. Perchè gettarlo via? Capienza del bidone infinita o quasi, visto che il materiale organico sedimentato perde gran parte del proprio volume. I fori presenti e le rimescolature occasionali hanno ossigenato il contenuto. Perchè la digestione del compost deve essere aerobica, cioè con ricambio d'aria.
Sono occorsi due anni per creare del terriccio adatto. Le parti dure, come i piccioli fogliari, non sono state ancora ben digerite, ma nessun problema: semplicemente sono tornate dentro.
Concimare con le erbacce
Prima di vangare possiamo sotterrare le erbacce in profondità, così che marciscano lì e non riemergano più. Attenzione che alcune radici infestanti riescono ugualmente a risalire, meglio gettarle nel compost.
Ancora meglio zappare le erbacce e lasciarle seccare bene al sole, così da creare una sorta di pacciamatura.
La terra che rimane addosso a noi o agli ortaggi andrebbe sciacquata via e conservata, invece che farla defluire nello scarico del lavandino. L'acqua sporca la useremo poi per irrigare. Idem alle scarpe, magari infangate dopo che ha piovuto: la terra dovrebbe tornare tutta al suo posto.
Sarà anche un piccolo gesto, ma moltiplicatelo per tutti i giorni dell'anno e ne risulterà un contributo degno di nota.
E la segatura?
Potremmo definire la segatura concime a rilascio molto lento. Così lento che non possiamo considerarla concime. Il suo vero pregio è ammorbidire la terra argillosa, aumentandone il volume e l'ossigenazione.
Visto che nell'orto le carote non riescono a svilupparsi in profondità, restando piccole e mozzate, quest'anno ho provato a mescolare un po' di segatura alla terra con una seconda vangatura.
Fieno per gli animali domestici
Un'altra soluzione per l'erba tagliata è lasciarla asciugare al sole, come si fa per il fieno. Fieno che poi finirà nel pollaio o dai conigli (insieme alla segatura) e poi ritornerà a concimare l'orto. Tutto torna.
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