Blog parallelo

venerdì 28 gennaio 2011

[polemica] Ma i quiz televisivi pagano veramente le vincite?

[ QUESTO ARTICOLO HA ATTIRATO UN TROLL (= maleducato che va giù pesante con le parole appoggiando la tesi contraria), devo quindi supporre che l'argomento è scomodo, ho un motivo in più per approfondirlo appena ce ne sarà l'occasione. ]

Sarà tutto vero?
Ma, dico, secondo voi quelle cifre astronomiche che vedete sullo schermo sono vere? Possibile che una persona qualunque si porta a casa, in una sola serata, lo stipendio di qualche anno di lavoro? Oltre a un'oretta di notorietà, ovviamente.
Eppure anche i telegiornali riportano queste vittorie, quindi, sembra un fatto veritiero.
(spero sappiate bene quanto me che un telegiornale riporta solo quello che importa ai dirigenti e che i veri giornalsti sono ormai passati in secondo piano da un bel pezzo)

I costi e i profitti del quiz televisivo...
Se il programma premia con denaro a destra e a manca allora prima ne deve anche incassare. Le entrate devono essere superiori alle uscite, giusto? Pensate al SuperEnalotto. Se il montepremi è di 100 milioni di euro state tranquilli che le entrate complessive (i ricavi dalle schedine vendute) ammonteranno almeno al triplo.
Ma allora, come se li permettono tutti questi soldi? Chi paga? Credete che gli sponsor abbiano le tasche così bucate? Ricordatevi che le spese devono mantenere il presentatore, tutti gli operatori, tutti i tecnici, tutte le apparecchiature. Il trucco e parrucco? L'affitto? Le bollette e i servizi? La scenografia l'hanno messa in piedi gratuitamente?
Credete che resti un po' di denaro anche per le vincite?
Con le telefonate da casa, per caso?
In genere costano 1 euro, (a volte di più). Mettiamo che ogni sera chiamino in 5000 speranzosi. Sarebbero 5000 euro di entrate per arrotondare quelle degli sponsor. Non credo ancora che bastino. E ricordate che a quei 5000 hanno promesso una vincita di qualche migliaio di euro... quindi anche questi ricavi andranno in fumo.


Ricordatevi che una trasmissione punta sempre al guadagno...
Nella filosofia del capitalismo non si restituisce mai tutto quello che si incassa. Il profitto deve arrivare, e restare soprattutto, nelle mani di pochi. Quindi: i produttori cercano di fare cassa trattenendo gran parte delle entrate e cedendone una frazione col contagocce, secondo strategie mirate per spettacolizzare e ottimizzare gli ascolti.


Ma... il canone Rai?
Non finirà nelle tasche di questi vincitori sconosciuti, vero? Uno si aspetta che questi soldi pubblici finanzino servizi d'informazione seri, equilibrati, utili soprattutto. Invece si sa che la tv di Stato ha evideti lacune, un canale che lecca i piedi al governo in carica e gli altri due ciascuno nelle mani di un polo politico.
Perchè la Rai è l'unico ente autorizzato a pagare premi in denaro. Mediaset e tutte le altre TV private devono invece pagare in gettoni d'oro, altrimenti andrebbero incontro alle norme che vietano il gioco d'azzardo.


Il travagliato percorso dei gettoni d'oro di Mediaset...

Le vincite di questa rete vengono elargite in due maniere: premi o in gettoni d’oro, mai in contanti. I gettoni d’oro vengono consegnati dopo circa 6 mesi e il valore della cifra non è al netto, perchè soggetto a tassazione: sia la Rai che Mediaset operano una trattenuta del 20% sull’importo del premio.
Ci sono, inoltre, le spese di conio e quelle per il trasporto e la consegna. I gettoni d’oro non si possono cambiare in banca, ma vanno necessariamente venduti ad oreficerie o ad operatori specializzati, i quali naturalmente contratteranno per prezzi inferiori a quelli di quotazione dell’oro, oltre a decurtare ulteriori spese per l’affinazione, l’analisi e la fusione.
L'effettiva vincita, quindi, scende al 70% di quella sbandierata in tv.



I meccanismi della tv.
Le trasmissioni televisive giocano su tempi strettissimi e variabili. Fanno iniziare un programma qualche minuto prima rispetto ai concorrenti, in modo da attirare chi fa zapping. Se prima il quiz televisivo sborsa palate di denaro, dopo arriva subito il telegiornale che parla di crisi e di disastri. Questa alternanza di desideri realizzati e di tragedie diventa la quotidinianità di chi assiste passivo alla televisione.
Telgiornali, quiz e apazio per gli spot pubblicitari sono una sinergia che lavora, che fa profitto, a discapito della verità. Si sfrutta il mito del denaro, il sogno americano di emergere dal nulla. Il presentatore ha la classica faccia bonaria, ogni concorrente ha la sua storia di vita raccontare... badate che ogni concorrente è un rappresentante di una certa regione o lavoro.




Secondo me...
I premi di entità modesta o moderata possono essere anche veri, con le clausole e le tasse sopraindicate. Nessuno si lamenta, visto che i premi vengono consegnati col passare del tempo, magari anche a rate, chi lo sa? Se qualcuno parla non riceverebbe più il denaro, ecco perchè non esistono denunce.
Le vincite più grosse sono una colossale messa in scena. Ripeto: la trasmissione non può permettersi una perdita immediata di un milione di euro. Il perfetto sconosciuto che vince, recita.

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