Blog parallelo

sabato 28 febbraio 2015

Cosa mangiano le galline ovaiole?

Il palato raffinato delle galline. Non è uno scherzo, hanno un senso del gusto molto sviluppato (al contrario dell'olfatto). Quando le galline assaggiano qualcosa di nuovo usano la lingua esattamente come noi, se poi è di cattivo sapore scrollano il capo e si puliscono il becco. Più sono sazie e più diventano schizzinose.
Considerando che parliamo di galline ovaiole, l'alimentazione, oltre a essere buona, deve anche essere nutriente e corretta per la produzione di uova.


Le galline mangiano oro e cagano piombo. (papà)

Senza contare che allevare le galline, tante o poche che siano, richiede tempo e costanza. Per dire, quelle che ho a casa ricevono ben cinque pasti al giorno:
1) prima colazione con granaglie
2) seconda colazione con pane e avanzi
3) pranzo con granaglie
4) merenda con verdura fresca
5) spuntino serale variabile.
Quindi è una faccenda seria che bisogna approfondire punto per punto.

le mie galline adorano il pane secco con l'olio di sgombro
Cosa piace alle galline ovaiole? In anni di attenta osservazione ho notato due aspetti validi per tutte le galline:
1) apprezzano il sapore salato
2) cercano fonti di sali minerali tra cui il calcio.
Le galline impazziscono per il pesce, fateci caso. All'inizo credevo che le antenate delle galline fossero pescatrici, ma in realtà hanno il becco corto e robusto per mangiare granaglie, esattamente come i passeri (attenzione ai passeri, leggi sotto). La morale della favola è che le galline adorano il pesce perché sentono nel becco il sapore salato. Idem per gli scarti dello speck tagliato a quadratini e così via.
La crosta del formaggio è sia salata che ricca di calcio, le galline ne sono ghiotte. Come volevasi dimostrare. I gusci (vuoti) delle uova contengono molto calcio. Poi capita che si becchino tra loro perché le piume sono piene di sali minerali; a volte si beccano a tal punto da sanguinare e diventare addirittura vampire/cannibali perché anche il sangue è ricco di sali minerali. Mangiano sassi della sabbietta e la terra appiccicata agli stivali ancora per via dei sali minerali contenuti.

Il mangime per le galline ovaiole. Bisogna distinguere il mangime dalle granaglie. Il mangime viene preferito dai grandi allevatori perché contiene già tutto (granaglie macinate più integratori vari, se mi capita faccio una foto agli ingredienti). Io preferisco le granaglie per avere almeno una ragionevole idea di cosa sto dando da mangiare alle galline.
A grandi linee basta una manciata di granaglie alla mattina e un'altra nel primo pomeriggio per ogni gallina. Di più tracimerà dalla mangiatoia se le galline sono chiuse dentro o verrà mangiata dai passeri se vengono allevate all'aperto.
Granaglie avanzate nella mangiatoia? Provate a macinarle, basta un macinino

Pane secco. Anche qui, bisogna distinguere tra il pan bagnato (con acqua, brodo, latte, ect ect) e il pane macinato. Il primo da preferire quando fa caldo e il secondo quando è freddo o umido. Entrambi possono venire miscelati con altri ingredienti e diventare il pastone. Entrambi vengono preferiti alle granaglie proprio perché il pane è leggermente salato. Quindi di mattina è importante dare prima le granaglie, che le galline sono affamate, e solo dopo il pane. Mai contemporaneamente.
Pastone da preparare con criterio. La regola è se piace anche a te (per modo di dire) piacerà anche a loro. Le galline, come ho scritto sopra, non sono indicate per finire tutti gli avanzi di cibo, come invece si dimostra il maiale. Non mescolate caffé con verdura condita con l'aceto, per carità! (meglio non metterli proprio nel pastone a dirla tutta) Ripeto: se il pastone vi sembra una brodaglia rivoltante, sarà rivoltante anche per le galline.

Attenzione ai passeri. Sono creature simpatiche e super organizzate, tuttavia leggo che sono anche vettori di malattie che possono contagiare le galline. L'accesso alla mangiatoia andrebbe loro interdetto, anche se di fatto è quasi impossibile.
Una soluzione parziale per le galline che tengo all'aperto è fornire il cibo frazionato in tanti piccoli pasti, in modo che ne resti poco per i piccoli scrocconi. Un altro stratagemma che adotto di mattina è distrarli con il pastone avanzato dal giorno prima.
Perfino un insettivoro come il pettirosso non disdegna granaglie e pane in inverno:
  

Acqua. Noto che le galline preferiscono l'acqua lurida delle pozzanghere, strano ma vero. Posso fare di tutto per impedire che si abbeverino così, ma cercano sempre di arrivare alla fonte. Il motivo sono sempre i sali minerali, che né l'acqua del rubinetto e men che meno quella piovana possono contenere. In ogni caso è obbligatoria una bella bottiglia di acqua fresca.

Non bastano alimenti ricchi di calcio, serve anche il sole e spazio per muoversi

Ma l'alimento perfetto per le galline ovaiole è... I miei sono consigli e potete sbizzarrirvi a inventare la dieta personalizzata per le vostre galline. Quando fa freddo divorano i cachi tagliati a fette e quando fa caldo l'anguria. Le granaglie e il mangime non sono poi così indispensabili per la produzione di uova se trovate dei validi sostituti (tipo pane secco più formaggio a quadratini, ortica tritata, ect ect). Le noci sarebbero ottime, ma sarebbe pure uno spreco darle alle galline, do loro solo quelle guaste.
Ho letto che l'alimento perfetto per le galline ovaiole è il lombrico. Di sicuro non si stancherebbero mai di mangiarli e sono pure pieni di terra e quindi di sali minerali. Quando vango l'orto sarebbe il caso di tenermi appresso qualche gallina, invece di far fare le scorpacciate ai merli...

venerdì 27 febbraio 2015

L'orto biodinamico si lavora senza far fatica

Ieri a Vigolo Baselga l'associazione Richiedenti Terra ha presentato l'orto sinergico e biodinamico. In pratica si tratta di creare un habitat molto ricco di microrganismi e di piccoli animali utili alla coltivazione (nella foto il loro esperimento nei dintorni di Villazzano).

Riporto quello che ricordo, a grandi linee.
1) Vangare l'orto è un'abitudine sbagliata: danneggia tutto questo mondo sotterraneo che lavora per noi. Proprio così: i lombrichi, con le loro gallerie verticali, concimano e ossigenano il terreno; le micorrizie (piccoli funghi bianchi) entrano in simbiosi con le radici degli ortaggi e aumentano la loro capacità di assorbire nutrienti.
2) Invece che vangare bisogna innalzare dei cumuli (accoglienti per i sopracitati organismi). Prima strisce di cartone per soffocare l'erba, poi andoni di ramaglie e sopra terra di riporto e infine paglia. La terra di riporto si ottiene scavando un piccolo stagno e dei canali da riempire con altre ramaglie e sassi (pietraie). Questi accorgimenti dovrebbero attirare bestioline nostre alleate come libellule e lucertole (ve l'ho detto che è un habitat molto ricco). Poi in realtà la ragazza ha spiegato che hanno cominciato a diffondersi le zanzare e i pipistrelli devono ancora farsi vivi. Pazienza.
3) La paglia (pacciamatura) e una gomma forata come sistema d'irrigazione mantengono sempre umidi questi cumuli. La loro forma consente sia di disporre di una superficie di coltivazione maggiore, sia di stare un po' più comodi (seduti?!) durante il lavoro.
4) Il lavoro, in parvenza meno faticoso che nell'orto tradizionale, consiste in ogni caso nella rimozione continua delle erbe infestanti (attenzione che non tutte lo sono). Lotta senza quartiere alle limacce (lumache rosse) perché americane e non appartenenti alla fauna locale. Consigliato l'allevamento delle lucciole a questo scopo, visto che gli esemplari giovani sono ghiotti delle limacce sopracitate.
5) Abbinamenti di ortaggi sui cumuli (esempio: carota e cipolla), coltivazione anche di fiori per attirare insetti impollinatori e così via.

L'idea di per sé è molto ingegnosa. Qualche cumulo me lo ero inventato pure io, ma a non scavare canali e stagni artificiali non ho mai avuto a disposizione tanta terra. Di sicuro è meglio innalzare cumuli che vangare tutto l'orto sapendo che un terzo della superficie verrà poi calpestata. Mi chiedo però per quanto tempo il terreno resti fertile, senza concimazioni. Raccogliendo e basta.
Poi sì, il loro è un orto comunitario, solidale e chi più ne ha più ne metta. Sarà perché richiede poco lavoro penso, perché l'orto tradizionale è uno sbattimento che si traduce in estrema gelosia. Io lo transennerei, per dire. Passaggio consentito solo quando la terra è dura e ghiacciata, che non si arrecano danni.

Le tane delle talpe si rivelano fondamentali per ossiginerare il terreno.

venerdì 20 febbraio 2015

Coltivare il carrubo 1: semina

Coltivare il carrubo in Trentino. Il carrubo è un albero sempreverde e mediterraneo. In due parole sole ho stroncato sul nascere qualsiasi speranza di coltivarlo qui. Ma ho provato a seminarlo lo stesso, con la semenza dei frutti giunti direttamente dalla Calabria.
Novembre 2013, piantina cresciuta per conto suo. Di norma i semi li faccio svernare al freddo, ma si vede che il carrubo non ne ha affatto bisogno, visto il clima natio.
Piantina germinata in mezzo ad altri semi abbandonati e rimasti inerti.


I frutti secchi marroni, un po' duri e stopposi, sono dolci e come sapore ricordano vagamente la cioccolata. Considerando anche il basso apporto calorico, sono dei perfetti snack spezza-fame.
I semi durissimi (attenzione a non masticarli!) chiamati carati, un tempo si usavano come unità di peso, ora invece diventano perline per fare braccialetti e collane.
O si seminano.


ingrandimento della foglia di carrubo controluce

Giugno 2014: semina di altri sei carrubi
Sono germinati cinque su sei, abbastanza in fretta per via delle temperature estive. La loro crescita accelerata le ha portate quasi alle dimensioni della prima piantina. Il tratto distintivo dei piccoli carrubi sono le foglie nuove, rosse e contrastanti rispetto alla parte restante e verde.

Trapianto in terra piena. Ho letto il carrubo non sopporta il trapianto; che è una peculiarità che costringe i coltivatori a seminarlo direttamente nella locazione definitiva.
Le mie sei piantine, tuttavia, sono rimaste impassibili dopo l'operazione, a radice nuda tra l'altro. Forse per merito delle piogge più frequenti del solito, forse no. Ovviamente le ho messe a dimora nel terreno più soleggiato e secco, nel più mediterraneo a disposizione.
Speravo di creare una siepe per nascondere alla vista i melograni e il gelso, ma...


Dicembre 2014: i carrubi tirano le cuoia. Le foglioline sempreverdi hanno resistito fino alle fine dell'anno quasi, ma poi si sono avvizzite. Dubito che in primavera rispunterà fuori qualche nuovo getto rosso.
A far bene, bisognerebbe far crescere le piante al riparo per i primi due o tre anni, in modo che sviluppino un fusto legnoso, ben più resistente al freddo.
Un'altra simpatica alternativa è tenere i carrubi nel vaso e considerarli piante d'appartamento. Con quelle foglioline da bonsai si dovrebbero prestare.

Magari un giorno riprovo la semina.

sabato 14 febbraio 2015

Uprising: il film sulla rivolta degli ebrei nel ghetto di Varsavia

Uprising, il film sulla rivolta armata degli ebrei imprigionati nel ghetto di Varsavia (tradotto di fatto La rivolta). L'ho trovato finalmente, era un anno buono che facevo ricerche (saltuarie s'intende), ma non ricordando il titolo ho impiegato un bel po'. Non ricordavo nemmeno in quale città fosse ambientato, per dire. Ci sono arrivato solo incrociando i termini ghetto, battaglia, ebrei, film e grazie a una nota di wikipedia.
Me lo sono rivisto qualche settimana fa, quando su ogni canale televisivo andava in onda la Shoah in tutte le salse, tranne questa. Perché mi sono sempre chiesto: Possibile che l'Antico Testamento illustrato fosse pieno di sanguinose battaglie e questi si fanno macellare senza alzare un dito? 


Nella locandina (d'impatto) altro che dito, i partigiani ebrei sollevano tutto il pugno! Uprising mi era rimasto impresso, anni orsono, più o meno dieci. Uno di quei film visti la sera, dopo il solito e interminabile turno di guardia appiedata in pieno inverno. Quando l'unica cosa di cui ero capace era poltrire nel letto con il socio che senza tv accesa non voleva stare. Ma quella volta mi ero lasciato prendere anch'io dalla tv. Andava in onda una storia vera e tragica, dove una manciata di guerriglieri si difendeva con le unghie e con i denti dai nazisti che volevano liquidare il ghetto. Augurandosi Fortuna! con un abbraccio fraterno prima di rischiare grosso ogni volta.
La pellicola ha sì tutti i limiti di un film per il piccolo schermo, ma non mancano le scene evocative, una fra tutte quando il socio di Mordechaj, leader dei rivoltosi, si scaglia di peso contro un sorpreso soldato tedesco. Non è un capolavoro in bianco e nero come Schindler's List, ma ripeto: mi sono un po' stufato della solita trama, reale e drammatica che sia, delle vittime inermi che cercano di conservare la propria dignità venendo nel frattempo sterminate.

Trailer di Uprising (inglese):

Il doppio dramma di Varsavia. Ma quanto c'è di vero? mi chiedo sempre dopo aver visto un film. Stavolta quasi tutto. Sicuramente molta enfasi è riservata ai partigiani ebrei e i tedeschi finiscono un po' ridicolizzati. A volte pare che i tedeschi muoiano come mosche e gli ebrei no, quando la realtà storica afferma il contrario.
Per alcuni, il film dipinge male gli stessi polacchi, restii ad aiutare gli ebrei assediati e timorosi delle conseguenti rappresaglie. Rappresaglie che la città di Varsavia ha subito di lì a breve, dopo la ben più conosciuta rivolta. L'insurrezione generale che scoppiò quando l'armata russa era ormai alle porte. Soffocata nel sangue dai tedeschi perché gli strateghi russi si guardarono bene a intervenire, preferendo che i due avversari si eliminassero a vicenda, per avere così la strada spianata. Come tragico epilogo, la città venne rasa al suolo e la popolazione polacca deportata, in pratica quello che successe poco prima e in scala ridotta agli ebrei rinchiusi nel ghetto.