La Biblioteca Comunale di Trento che svende i propri volumi a 1 euro ai cittadini (tendenzialmente a loro, magari anche a qualche forestiero) mi suona come un paradosso. I cittadini, ossia i contribuenti, finanziano la biblioteca, han pagato di tasca propria la struttura, il personale e ovviamente i volumi contenuti.
E adesso dovrebbero sborsare una cifra, per quanto irrisoria, per ricomprare (stra-usati) i medesimi libri! Eh no, dalla biblioteca non mi sarei mai aspettato questo fiuto per gli affari. I libri regalateli ai cittadini se proprio proprio non c'è spazio, tempo o voglia per custodirli!
No, mi rimangio l'ultima frase. La biblioteca è quella magnifica struttura (io lo definirei il labirinto magico dove perdersi) che custodisce il tesoro scritto dell'umanità. E' il rifugio della cultura (e del silenzio) (in teoria s'intende).
Quindi van benone le donazioni da privati alla biblioteca, ma non l'inverso. Con tutto rispetto, donare o svendere dei libri a un privato equivale a mandarli al macero. Ebbene sì: dopo un numero variabile di anni costui se ne libererà per far spazio o per mille altri motivi, incluso il decesso, ahilui. La biblioteca invece sopravvive, perdura, per questo deve conservare il proprio patrimonio per intero.
Ho fotografato apposta le pubblicazioni trentine perché m'è tornata alla mente un'amica che m'aveva proposto: "Dona una copia dei tuoi romanzi alla biblioteca, si tratta d'una valida promozione!". Guarda qua, vorrei ribattere ora, che fine fanno le donazioni degli autori trentini!
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