Blog parallelo

lunedì 21 maggio 2018

Frittelle di fiori di robinia a modo mio

Fiori di robinia soffritti. E' ora dedicare una paginetta alle frittelle di fiori d'acacia agli hamburger di fiori di robinia (anziché i titoli di coda).
(Che poi, nella lingua corrente l'acacia e la robinia son la stessa pianta, quindi alternerò i nomi liberamente.)



Specialità stagionale perché dipende dalla fioritura:

L'occasione di mangiar frittelle di fiori d'acacia capita una volta all'anno e si dispone di circa una settimana per la raccolta. La robinia è un albero che cresce spesso e volentieri lungo le strade, suggerisco quindi di andarlo a cercare in campagna o laddove il traffico è limitato.

Prima di cacciar i fiori nella pastella (di farina e latte con un pizzico di sale; zucchero, uova e birra facoltativi) è meglio stenderli sul tavolo, in modo che gli impollinatori vari ed eventuali possano darsi alla fuga. Sennò raccogliete i fiori ancora chiusi e andate sul sicuro.

Per far prima, ho sgranato tutti i fiori d'acacia (anziché tenerli uniti al gambo), in modo da mescolarli con la pastella e ottenere dei pratici hamburger. Hamburger perché non li ho affogati nell'olio, ma li ho semplicemente soffritti e rigirati.

Croccanti fuori e dolci anche senza zucchero. Ovvio che aggiungendo lo zucchero guadagnano una marcia in più, san di frittella di mela quasi.
Quest'anno ho risolto inzuppandoli nello sciroppo d'acero.

Vi ricordo che i fiori di robinia son buoni da mangiare anche freschi, provare per credere. Meglio quando son boccioli, per il discorso già affrontato sopra. Quest'anno me li ha persino lavati la pioggia, cosa volere di più...!

Mangiateli caldi.

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