Blog parallelo

giovedì 31 maggio 2018

Carciofi: semina e messa a dimora

Coltivar i carciofi seminandoli pare non sia una buona idea, da quanto leggo, molto meglio trapiantare i polloni o le gemme del rizoma. Senza contar che tale ortaggio vuole un suolo ben concimato, sempre umido, e tanto sole, anche in inverno.
Quindi si preannuncia abbastanza rognoso da coltivare.
Ci ho provato comunque con i semi: in negozio c'erano solo quelli e la striscia di orto, rivolta verso sud e sempre umida per via del muretto adiacente, fa proprio al caso mio.
O almeno credo, i carciofi son proprio sul filo della linea d'ombra...


Semina a fine marzo:

Ho aggiunto un passaggio in più, rispetto all'illustrazione sulla bustina dei semi. Anziché seminar i carciofi nel semenzaio e poi metter a dimora la piantine nella terra piena, ho fatto prima germinare i semi nella sabbia umida, al caldo, incucina. Da lì li ho trapiantati nel "semenzaio", vaso da fiori pieno di letame vecchio, per guadagnare un po' di tempo.
Ai primi di maggio devo dir che non hanno un brutto aspetto, han quasi le foglie spinose dei cardi (son parenti difatti):

Maggio, preparazione della carciofaia: necessita una vangatura molto profonda (ma qui siamo in Trentino Alto-Adige ed è già tanto disporre di 30-35 cm di terra) e abbondante concime (il carciofo vive per molti anni). Così ho scavato due trincee, sul fondo ho steso uno strato di pollina e le ho riempite.
Cambio di programma: le mie piantine son troppe, qui ci stanno giusto due filari di cetrioli.



Fine maggio, messa a dimora dei carciofi:

Ho quindi ripiegato sulla striscia dell'orto rimasta ancora libera, sotto il muretto, facendo le acrobazie per rivangarla e concimarla con stallatico senza rovinare gli ortaggi vicini.







I pidocchi, le formiche e il piano b:
Le formichine nere sono tremende: allevano gli afidi persino sui carciofi (le maledicevo già con le pastinache), inibendo la crescita delle foglie novelle. Quelle rosse e quelle nere più grandi non mi parevano così dispettose, difatti son sempre stato un loro grande estimatore, ma queste si meritano lo sfratto. In principio scuotevo quotidianamente i carciofi con una rastrello per foglie e le formiche imperterrite ricostruivano la loro fattoria, poi son passato alla poltiglia bordolese.
Han desistito, finalmente, anche se devo dire che le piante son rimaste un po' malconce.
Se la carciofaia non parte, c'ho sempre le fide zucche violino di rimpiazzo.

Continua in CRONACA BRUNA: giugno 2018

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