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mercoledì 13 ottobre 2010

[parole] The Man in the Arena. L'Uomo nell'Arena.


THE MAN IN THE ARENA - L'UOMO NELL'ARENA
(di T. Roosevelt)


(...) Non è il critico che conta, né l'individuo che indica come l'uomo forte inciampi, o come avrebbe potuto compiere meglio un'azione.
L'onore spetta all'uomo che realmente sta nell'arena, il cui viso è segnato dalla polvere, dal sudore, dal sangue; che lotta con coraggio; che sbaglia ripetutamente, perchè non c'è tentativo senza errori e manchevolezze; che lotta effettivamente per raggiungere l'obiettivo; che conosce il grande entusiasmo, la grande dedizione, che si spende per una giusta causa; che nella migliore delle ipotesi conosce alla fine il trionfo delle grandi conquiste e che, nella peggiore delle ipotesi, se fallisce, almeno cade sapendo di aver osato abbastanza. Dunque il suo posto non sarà mai accanto a quelle anime timide che non conoscono né la vittoria, né la sconfitta.
(traduzione dall'inglese di G. Carro © 2007)

Versione originale:


(…) It is not the critic who counts; not the man who points out how the strong man stumbles, or where the doer of deeds could have done them better.
The credit belongs to the man who is actually in the arena, whose face in marred by dust and sweat and blood; who strives valiantly; who errs, who comes short again and again, because there is no effort without error and shortcoming; but who does actually strive to do the deeds; who knows great enthusiasms, the great devotions; who spends himself in a worthy cause; who at the best knows in the end the triumph of high achievement, and who at the worst, if he fails, at least fails while daring greatly, so that his place shall never be with those cold and timid souls who neither know victory nor defeat.



Queste righe sono le vere parole proferite da Nelson Mandela al capitano Francois Pienaar. Nel film Invictus, L'Invincibile, la continua recitazione dell'omonima poesia è stata una sorta di licenza cinematografica. Morgan Freeman l'ha preferita a The Man in the Arena e ha convinto il regista, Clint Eastwood.

I riferimenti a "polvere, sudore e coraggio" (dust and sweat and blood) sono volti ai combattimenti dei gladiatori romani e alla corride spagnole.


Theodore Roosevelt non è da confondere con Franklin Delano Roosevelt, entrambi presidenti degli Stati Uniti e cugini, anche se non conosco il grado. Il secondo si ispirò al discorso del parente e formulò una frase altrettanto celebre:
"Osa cose straordinarie, trionfa in gloria, anche se screziato dall'insuccesso, piuttosto che schierarti tra i poveri di spirito che non provano grandi gioie né grandi dolori, perché vivono nell'indistinto crepuscolo che non conosce vittorie e sconfitte."

Invictus            L'Uomo nell'Arena                  9000 Days       

sabato 6 marzo 2010

[musica] Kyle Eastwood e Michael Stevens

Chi ha visto Invictus, l'Invicibile, Lettere da Iwo Jima e Flags of Our Fathers non può scordare la piacevole colonna sonora che ha accompagnato le scene dei diversi film.
Ecco i brani, dal più recente a quello meno.


02 - Invictus Theme (colonna sonora di Invictus, l'Invincibile)


Si tratta della versione strumentale di 9000 Days, brano composto da Michael Stevens, Clint Eastwood, Dina Eastwood ed Emily Wellman. Il titolo 9000 Days rappresenta (per difetto) i giorni di prigionia di Nelson Mandela e la canzone cita i versi di Invictus, di William Ernest Henley.

9000 Days, eseguita dalla band Overtone e dalla cantante Yollandi Nortjie. C'è anche questa versione, che preferisco. Il testo della canzone:

Out of the night
that covers me
I'm Unafraid
I Believe
Beyond this place
of Wrath and Tears
Beyond Hours
that turn to years
I thank whatever

Whatever Gods may be
9000 days were set aside
9000 days of destiny
9000 days to thank Gods where ever they may be
It matters not the circumstance

to rise above
I took a chance
I thank whatever
Whatever Gods may be
9000 days were set aside
9000 days of destiny
9000 days to thank Gods where ever they may be
Oh~ Broken heart that turn to stone

Can break the land but mine is sore
9000 days were set aside

9000 days of destiny
9000 days to thank Gods where ever they may be
I thank whatever

Whatever Gods may be

Tema musicale di Lettere da Iwo Jima


Il brano racchiude in semplici note la dignità e i valori in cui credeva il generale Tadamichi Kuribayashi. Il tono è solenne, adatto all'esercito giapponese e alla sua spiccata concezione di senso del dovere.
Il pezzo che preferisco della colonna sonora è 01- Main Titles.


Tema musicale di Flags of Our Fathers

Il tema musicale di Flags of Our Fathers è lento, semplice ma anche molto evocativo. Racchiude il dramma di una storia di semplici soldati manipolata dal dipartimento militare, interessato a mantenere alti i profitti dell'economia di guerra. Il brano è stato scritto dal papà di Kyle, il mitico Clint Eastwood. Kyle ha avuto il ruolo di arrangiatore. Il pezzo migliore, a mio avviso, oltre a quello proposto qui sopra, è 07-Goodbye Ira.

Invictus            L'Uomo nell'Arena                  9000 Days       

venerdì 19 febbraio 2010

[parole] INVICTUS, poesia di William Ernest Henley, l'autore mai sconfitto


William Ernest Henley (23 agosto 1849 - 11 luglio 1903) era uno scrittore, un critico e un giornalista inglese.
Delle sue opere quella maggiormente ricordata è la poesia Invictus, scritta nel 1875. I versi contengono tutta la resistenza dimostrata dall'autore nell'affrontare le avversità incontrate. A 12 anni, infatti, si ammalò di tubercolosi. Le infezioni derivate da questa grave patologia lo costrinsero all'amputazione della gamba e non gli diedero mai tregua. Durante uno dei periodi di convalescenza, confinato sul letto dell'ospedale, scrisse questi versi, celebrati anche nel film Invictus, L'Invincibile, di Clint Eastwood.

Il titolo Invictus, latino, si può tradurre con Mai sconfitto e fu aggiunto in seguito da un critico letterario.
Testo originale e traduzione in italiano, tratti da Wikipedia:


INVICTUS
OUT of the night that covers me,
Black as the Pit from pole to pole,
I thank whatever gods may be
For my unconquerable soul.

In the fell clutch of circumstance
I have not winced nor cried aloud.
Under the bludgeonings of chance
My head is bloody, but unbowed.

Beyond this place of wrath and tears
Looms but the Horror of the shade,
And yet the menace of the years
Finds and shall find me unafraid.

It matters not how strait the gate,
How charged with punishments the scroll
I am the master of my fate:
I am the captain of my soul.


INVICTUS
Dal profondo della notte che mi avvolge
buia come il pozzo più profondo che va da un polo all’altro,
ringrazio gli dei chiunque essi siano
per l'indomabile anima mia.

Nella feroce morsa delle circostanze

non mi sono tirato indietro né ho gridato per l’angoscia.
Sotto i colpi d’ascia della sorte
il mio capo è sanguinante, ma indomito.

Oltre questo luogo di collera e lacrime,

incombe solo l’orrore delle ombre
e ancora la minaccia degli anni
mi trova, e mi troverà, senza paura.

Non importa quanto sia stretta la porta,

quanto piena di castighi la vita.
Son Io il signore del mio destino.
Son Io il capitano dell'anima mia.
 William Ernest Henley


Composta nel 1875 e pubblicata nel 1888 nel Book of Verses ("Libro di Versi"), quarta di una serie di poesie intitolate Life and Death (Echoes) ( "Vita e Morte" (Echi) ), compare in diverse pubblicazioni:

  • Certain Poets of Importance: Victorian Verse Chosen for Comparison (Hattie Hecht Sloss)
  • The Voice of Science in Nineteenth-Century Literature: Representative Prose and Verse (Rogers, Robert Emmons, Ed)
  • Selections from the Great English Poets (Granger Index Reprint) (Sherwin Cody)
  • Children's Literature: Annual of the Modern Language Association Group on Children's Literature: Vol 14
    Altri risultati su Google Libri.


    La scelta di inserire Invictus nell'omonimo film è stata una sorta di riadattamento cinematografico.
    In realtà il presidente Mandela ha consegunato al capitano Francois Pienaar una copia del discorso di Theodore Roosevelt del 1910 dal titolo "The Man in the Arena". Probabilmente la poesia di Henley è più poetica del discorso d’incitamento di Roosevelt, fatto sta che Morgan Freeman l'ha preferita e Eastwood, dietro le insistenze del primo, ha dato il suo consenso.
    Da notare, tuttavia, che i versi spronanti di William Ernest Henley furono citati in altre importanti occasioni. Lo stesso Nelson Mandela li recitò agli altri prigiornieri, nella prigione di Robben Island. Winston Churchill davanti ai suoi sostenitori. Così Martin Luther King.


    La testo della canzone 9000 Days si rifà proprio a questi versi.


    Invictus            L'Uomo nell'Arena                  9000 Days