Visto che questa volta non è arrivata l'intervista telefonica di fine corso (l'aspettavo con ansia...) metto giù due righe in questa sede.
Il mio giudizio sarà spietato: l'organizzazione del corso post-laurea FSE è stata approssimativa, molti insegnanti non all'altezza e l'esperienza di tirocinio assolutamente inutile.
Questa non è stata la mia prima esperienza con i corsi di formazione del fondo sociale europeo. Negli anni scorsi avevo fatto diverse prove di selezione, tutte con esito negativo. Con un punto di domanda, però, visto che avevo ricevuto un'intervista telefonica da parte di un operatore fermamente convinto che il mio nominativo comparisse tra gli ammessi. Questo episodio mi aveva fatto venire dei sospetti (leciti) sulla serietà delle prove di ammissione.
Quella che segue è la verità, la carrellata che non risparmia nessuno, e che non deve risparmiare nessuno.
- soldi pubblici a scuole private - area degradata
- otto ore al giorno con lo stesso docente
- qualità dell'insegnamento variabile - viaggio all'estero
- scandali al tirocinio - risultati discriminatori
Come l'Unione Europea investe il denaro pubblico in scuole private
Con i corsi del fondo sociale europeo, l'UE e la provincia autonoma di Trento finanziano progetti di formazione volti a favorire ingresso dei giovani laureati nel mondo del lavoro. In teoria è una cosa buona e giusta, in pratica... in pratica questo denaro pubblico viene intascato da scuole private che non assolvono pienamente al loro dovere.
Nel corso post-laurea del fondo sociale europeo che ho frequentato sono stati investiti 20.000 euro per ogni studente (così hanno riferito). Se moltiplichiamo la somma per tutti i corsisti arriviamo a un totale di 240.000 euro. Come può un corso (del genere) costare così tanto per le casse pubbliche? Quanto vengono pagati gli insegnanti? (per quello che ci hanno insegnato poi...) Qualcuno si è intascato qualcosa? O ci sono tanti burocrati invisibili in qualche ufficio provinciale che hanno lavorato per nostro conto senza che nessuno lo sapesse? (e senza nemmeno apportare alcun miglioramento, sottointeso). Domande lecite perchè non c'è mai trasparenza.
dietro la scuola: il degrado di via Brennero |
La sede del mio corso post-laurea è ubicata sulla bellissima via Brennero, area verde di Trento nord, inserita in una struttura più grande, che comprende anche due negozi-magazzini: uno di arredi e uno di pneumatici. Fuori, nel parcheggio, si scarica materiale e a terra c'è un po' di tutto: polistirolo, imballaggi e immondizia. Oltre la rete malridotta c'è un boschetto fatiscente con annessa una struttura occupata dai senzatetto (poi allontanati).
All'interno, nei mesi estivi, l'aula diventava un forno. Non si poteva aprire la finestra perchè il traffico di via Brennero avrebbe coperto la voce dell'insegnante.
La formazione dei corsi fse: otto ore al giorno con lo stesso docente
Otto ore al giorno con lo stesso insegnante. In-cre-di-bi-le! Il numero di ore giornaliero è troppo elevato per mantenere l'attenzione. E un insegnante che ti spiega le sue materie per 8 ore è una tortura. Quindi, dopo 3 o 4 ore, chiunque staccava la spina. L'insegnante parlava ai frati e intanto i soldi pubblici dell'UE finivano sprecati.
Perchè si ricorre a questa strategia educativa? Perchè è più comoda la scuola a gestire un singolo insegnante al giorno ed è più comodo l'insegnante a fare la tirata e avere giorni liberi per altre faccende.
Qualità dell'insegnamento: molto variabile
Alcuni insegnanti, preciso subito, si salvano. Altri, invece, no. Purtroppo chi insegnava materie interessanti ha avuto a disposizione solo qualche ora, chi invece risultava noioso come la morte portava avanti le sue lezioni per giorni e giorni. Con uno sguardo d'insieme, il corso ha fornito tante infarinature riguardo tante tematiche, senza approfondire nulla. Ciò contraddice la mission del corso fse: inserire nel mondo del lavoro lo studente. Ma se non gli fornisci una preparazione specifica quello rimarrà al punto di partenza...
Gli studenti hanno dimostrato svogliatezza a loro volta, ma questa è stata una mera conseguenza: se l'insegnante non si fa rispettare è normale che uno comincia a farsi i fatti suoi.
Viaggio all'estero: imparare l'inglese a Londra
Un'esperienza dai particolari discutibili. Permanenza troppo breve, tre settimane, per assimilare la lingua inglese. La scuola, il British Study Center, era buona, ma i suoi studenti abituali restano mesi e mesi, non venti giorni. Poi eravamo sistemati a due a due nelle case-famiglia: dopo le lezioni si ricominciava a parlare italiano.
Questa opportunità, quindi, pagata profumatamente con soldi pubblici, è sfumata e si è trasformata quasi in una vacanza, tre settimane per scoprire tutti gli angoli di Londra.
Il tirocinio: tentacoli che si insinuano nelle aziende ospitanti
Un paragrafo importante spetta all'esperienza del tirocinio. Chi indicava con precisione l'azienda dove voleva lavorare veniva grossomodo accontentato. Chi, invece, non aveva le idee così chiare e lasciava un margine di ricerca più ampio, veniva sbattuto dal primo che dava la disponibilità, ansioso di rimpiazzare il centralinista andato in ferie (spesso nel pubblico, quindi senza speranze di assunzione).
Esempio: 1. Gino vuole andare a lavorare al Sosi. Il Sosi viene contattato. 2. Paola vuole lavorare nelle agenzie di comunicazione. Paola viene mandata a Trentino Trasporti.
Ma lo scandalo salta fuori con il comportamento della tutor, che agiva per i suoi interessi personali. Chi era questa tutor? Brevemente: una consulente (con una sua azienda) incaricata dalla scuola a seguire il tirocinante. Il rapporto con il tirocinante diventava una scusa per accedere negli uffici della struttura ospitante e farsi pubblicità (o fare spionaggio). Come se la destinazione del tirocinante fosse influenzata dagli obiettivi della tutor.
Morale della favola: risultati discriminatori
Appurato il fatto che il corso è stato complessivamente inutile, gli studenti hanno voltato lo sguardo sui soldi in arrivo. Già, perchè, oltre all'indennità, fino a 1.500 euro, i partecipanti in svantaggio economico hanno diritto anche alla borsa di studio. 3.000 euro, stanziati dal fondo Per il mio futuro. Avete capito bene: indennità e borsa di studio. Come se un corso totalmente pagato, che include un viaggio all'estero totalmente pagato, con i buoni pasto e l'indennità debba anche concedere altri soldi.
Conclusione?
Ad alcuni è andata di lusso: fanno il corso, vanno all'estero, restano a lavorare dopo il tirocinio e ricevono un totale di 4.500 euro. Altri invece non trovano lavoro e ricevono solo il dovuto, cioè l'indennità. E poi si sentono dire (dalla tutor): potresti provare a fare un corso...
Perchè, questo cos'era?
possibile che sul Web la tua sia l'unica "testimonianza" del corsi FSE?? è un mesetto che cerco e ho trovato solo questa. Mi sono iscritta proprio oggi ad uno di quei corsi, non so se mi andrà bene, se mi servirà, ma contando che dopo la ricerca disperata di un lavoro ultimamente tra un lavoretto e l'altro sta passando TROPPO tempo, mi soon buttata su qeusti. Spero di avere un'esperienza migliore della tua sinceramnete...non pensavo potesse essere così!!!
RispondiEliminaFrancesca (anch'io di Trento!)
Ciao Francesca, magari il tipo di esperienza dipende molto dalla scuola e dal corso stesso, quindi alcuni studenti potrebbere esserne soddisfatti.
RispondiEliminaLa parte restante non dice nulla per (credo) la faccenda della borsa di studio, che viene consegnata molti mesi più tardi e c'è questo "timore" di parlare male, oltre il fatto, come ho scritto sopra, che chi riceve anche la borsa di studio da 3000 euro esce soddisfatto per forza.
PS: mi fiondo a vedere il tuo blog :)
Ciao. Mi sono imbattuta in questo post mentre cercavo un modo per "denunciare" lo scandaloso corso di "energy manger" che ho frequentato gratuitamente perché finanziato dal FSE. Si è trattato di un corso che mi ha fatto esasperare: mi sembrava di recarmi quotidinamente presso un manicomio. Gli organizzatori (ladri di soldi pubblici) hanno fatto delle pseudo-selezioni dove hanno selzionato, come studenti, una decina di laureati in ingegneria, altri soggetti più o meno normali e una signora analfabeta che nella graduatoria è passata avanti a tanti altri laureati (già qui ci sarebbe da ridire). Dopodiché hanno selezionato i docenti a cazzo tra i soliti noti raccomandati mediante un bando pilotato e poco pubblico. Bene, mi sono ritrovata di fronte dei "docenti" incapaci di spiegare e anche piuttosto ignoranti. Uno addirittura pazzo da legare che raccontava tante di quelle balle che mi veniva da vomitare ogni volta che lo vedevo. In 50 ore ha compilato un foglietto e l'ha chiamato "progetto" offendendo in questo modo l'intelligenza di tutti noi. Ho assistito a quasi 300 ore di "lezione" dove non ho imparato niente dal momento che i docenti (i pochi che sapevano usare il computer, scandaloso nel 2013) si limitavano a scaricare e proiettare documenti trovati su internet di dubbia attendibilità. Io, con la mia laurea in Ingegneria, sapevo più di coloro che dovevano insegnarmi qualcosa. Lo stage è andato bene a chi se l'è cercato da solo (io ho fatto così perché se aspettavo loro mi ritrovavo a fare le fotocopie al comune, nella migliore delle ipotesi). Alla fine della fiera abbiamo anche dovuto sostenere un esame-farsa il cui livello di difficoltà era pari a quello di ammissione (il che dice tutto). Le domande erano anche poste male, l'italiano carente e le risposte ambigue. Una tortura più che un corso. Soldi dell'UE buttati nel cesso. Ah, dimenticavo, i "docenti" si intascavano 80 € all'ora e la tutor (vista per 5 minuti) 30€ all'ora!!e ci sarebbero tanti altri retroscena raccapriccianti che non vi racconto perché talmente incredibili che potreste pensare male della mia sanità mentale. ciao
RispondiEliminaGrazie per la tua testimonianza!!
EliminaSarebbe l'ora che chi supervisione questi corsi apra gli occhi...
Ringrazio l’autore del blog per l’opportunità di esprimere una opinione su questi “corsi”.
RispondiEliminaHo concluso da qualche tempo il corso ed il relativo tirocinio, e con rammarico devo ammettere che anche da me si è verificato esattamente tutto ciò che è stato raccontato: didattica pessima, organizzazione carente, viaggio all’estero assolutamente marginale ed insignificante, mentre l’esperienza dello stage utile solo a scaldare la sedia e fare fotocopie.
Tra i tanti aspetti negativi, la cosa che mi ha lasciata più perplessa è questa: i “docenti” sono in realtà delle persone che hanno già una occupazione. Di conseguenza le risorse destinate alla lotta alla disoccupazione giovanile se le intascano coloro che il lavoro lo hanno già.