...e guardavo le magliette (anni fa, sono anni che non guardo più un evento sportivo). Ma stanno giocando le cucine Ariston o i giocatori della Juventus? Sta giocando l'Upim per caso?
Avevo l'ombrello dell'Upim, è stato un fedele compagno per una vita. Poi si è rotto. Ma non lo collego al calcio. Eppure Totò Schillaci giocava e segnava a nome dell'... Upim.
Lo sport è un'attività da praticare, non da vedere alla tv. Lo sport non è un lavoro di pochi che fanno imbambolare molti.
L'obiettivo dello sportivo e del pubblicitario
Totò Schillaci giocava nella Juventus e la Juventus riceveva la mancia dall'Upim, lo sponsor di turno. Lo sport moderno è spettacolo, le prodezze sportive valgono denaro: più un atleta è forte, maggiore è la sua reputazione agli occhi dei telespettatori/tifosi, maggiore è il suo valore pubblicitario.
Che lo sportivo voglia vincere la sua partita è sottointeso. Ma lo sportivo, e il suo agente, prima di tutto cercano uno sponsor che paga bene. Vogliono diventare testimonial. Anche dello shampoo, perchè non esistono limiti al grottesco. Il telespettatore/tifoso, convinto di assistere a un evento sportivo e nel colmo dell'ansia e della suggestione, sta anche assorbendo i nomi delle marche stampate sulla maglietta. O sulla macchina da corsa, pensate alla famosa Marlboro-Ferrari...
La pubblicità si insinua dappertutto, ovunque la nostra attenzione è alta e le nostre difese vulnerabili. Più che sport bisogna parlare di esibizione sportiva, il vero sport è altro.
Olimpiadi: niente sponsor ma tanti soldi pubblici
Se ci pensate, alle Olimpiadi non si vedono sponsor addosso agli atleti. Poco male: le medaglie valgono molti soldoni, almeno per la squadra italiana. Cifre dell'edizione 2012: 140mila euro per l'oro, 75mila per l'argento e 50mila per il bronzo. Soldi pubblici.
Se non ci credete, andate a controllare voi stessi...
Questo è un post Socialmente Scomodo, amaro da mandar giù.
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