Un giorno trovai la piantina recisa, il dispetto di un giovane merlo probabilmente, che non sapeva che altro fare. Non mi vengono in mente altre creature che possano tranciare una pianta di pomodoro senza motivo. Senza mangiarla.
Convinto che si riprendesse la lasciai al suo posto. Ma poi, con un lascia perdere, tanto la piantina non si riprederà più, fu estirpata per far spazio al trapianto di una pianta sana.
Raccolsi i resti della piantina e la interrai nuovamente. Dopo circa quattro mesi posso dire che la previsione si è rivelata infondata, anche se non del tutto: la pianta è rimasta piccola, tipo un bonsai, e anche gli stessi frutti ciliegini sono cresciuti in proporzione.
La piantina di pomodoro recisa, come appariva la mattina del ritrovamento. A sinistra una talea improvvisata per la parte superiore nella terra bagnata. Speranza vana.
la rinascita della piantina recisa: rifà le foglie |
Le foglie aumentavano a vista d'occhio, il fusto però è rimasto debole e la piantina di pomodoro cresceva storta. Opportuno, quindi, legarla al bastone di sostegno (operazione necessaria anche per le piante sane).
Dopo le foglie sono arrivati i grappoli di fiori gialli, tipici dei pomodori ciliegini.
E dopo i fiori arrivano i frutti: pomodori ciliegini minuscoli, grandi appena come chicchi d'uva.
foto scattate con una Fujifilm FinePix Z100fd
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