Ho reso la mappa interattiva, non essendo più destinata alla stampa, rendendola sicuramente più completa e più al passo coi tempi. Del resto avevo già acquisito il know how (= l'esperienza) con la mappa interattiva di Baselga del Bondone.
Bando alle ciancie, potete visitare la mappa di comunità della Valle dei laghi a questo link e qui sotto potete guardare l'interminabile disegno in progressione:
Ero partito ispirato dai vecchi quaderni Pigna, con le mappe turistiche delle città italiane. Quindi un approccio simbolico. L'intento era di raffigurare la cartina dall'alto e gli elementi caratteristici come se fossero pedine rialzate, tridimensionali. Pensavo anche a una scacchiera per tenere tutto ordinato, ma non sono riuscito a mettere in pratica l'idea.
Lo sfondo però confondeva la vista d'insieme, allora ne ho cancellato buona parte, per lasciare un po' di respiro alle pedine. Troppe etichette avrebbero confuso ulteriormente, così sono ricorso ai numeri di una legenda.
I giorni passavano velocissimi, mentre cercavo come un matto foto e riferimenti per illustrare nel modo più accurato possibile tutti gli elementi richiesti.
Alcune cose si trovano facilmente su internet, per altre invece bisogna proprio fare indagini approfondite su libri specifici della Valle dei Laghi e sopralluoghi. Quella qui sopra era la cartina a un'ora dalla scadenza del concorso. L'ho inviata incompleta, con la speranza che si riuscisse almeno a capire il concetto di base, ma la giuria aveva idee ben diverse per la testa, considerando l'aspetto della mappa vincitrice.
Un concorso discutibile
Premessa da tenere sempre a conto quando si partecipa a un concorso: la giuria non capisce bene cos'ha in mente l'autore, quali sono le sue potenzialità, si limita a giudicare con i propri gusti personali. Insomma, quando si partecipa a un concorso bisogna mettere da parte le proprie pretese. Di questi tempi vanno di moda i disegni grafici in stile pagine gialle (basta pensare al logo delle Dolomiti) perché si cerca il moderno, l'essenziale. Così ha vinto quella cartina. Io la considero piatta e soprattutto molto poco chiara, sulla quale è difficile orientarsi, ma sono gusti personali.
Quello che mi scoccia sul serio è stato il bando di concorso: come pretendere da ogni partecipante l'opera intera (1 metro per 1 metro ad alta definizione) quando soltanto una avrebbe vinto (la grana)?!?! Ma bastava che ogni partecipante inviasse una frazione della mappa, chessò, un comune, e in base a quello la giuria si sarebbe pronunciata! Perché far sudare sette camicie a cinquanta persone quando una sola deve fare il lavoro? Perchè questo sfruttamento? Quando ho espresso i miei dubbi direttamente alla giuria, mi hanno risposto una cosa come l'alto numero delle opere pervenute dimostra il contrario... L'unica cosa che dimostra questo concorso è che tanta gente ha voluto sbattersi per niente in cambio, dico io.
No, ma sul serio, dovevo ascoltare il mio istinto e non cominciare proprio questo lavoro bocciato in partenza.
La rivincita morale
Poi il dilemma: finire o no? Il buon senso consigliava di chiudere la baracca immediatamente e non perdere altro tempo. Conoscendomi, però, l'unico modo era quello di cancellare tutto, perché la tentazione a continuare si sarebbe rifatta viva. E infatti ho ripreso in mano la mappa, ingrandendo le pedine e amalgamandole con lo sfondo. Ho dovuto pure costruirci intorno le pagine web di approfondimento. In questo modo almeno, una sintesi di tutti gli appunti che mi ero annotato non è andata persa.
Della serie: sfruttare a proprio vantaggio anche le sconfitte cocenti (arrampicandosi un po' sui vetri).
PS: tutte le informazioni storiche della Valle dei Laghi che ho appreso mi hanno ispirato per un romanzo...
Complimenti hai fatto un lavoro eccellente! (Da un'umile appassionata MAPPOLLOLOGA ;-)
RispondiEliminaGrazie mille, perdonami se leggo solo adesso, non mi arrivano più le notifiche.
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