La locandina intriga con il confronto diretto dei due protagonisti, con quelle sagome di fucile che assomigliano a pitture tribali tinte col sangue. Fucili perché Coriolanus è la trasposizione in epoca moderna di una tragedia (Coriolano di Shakespeare) ambientata nell'antica Roma. Lodevole lo sforzo di far combaciare il testo originale con l'ambientazione di duemila anni dopo.
In rete girano altre immagini molto più inquietanti e insanguinate, ma secondo me rendono poco l'essenza del film, fermo restando che di cicatrici si parla spesso.
Il trailer che, stesso discorso di sopra, non rende molto l'essenza del film:
Scene di guerra ce ne sono, girate tra le rovine della Serbia per giunta, ma si tratta sempre di un film drammatico e politico.
Gerald Burtler, definibile sia come antagonista che come co-protagonita, passa in secondo piano. Interpreta il generale dei Volsci Tullo Aufidio, nemico giurato di Coriolano. Apprezzato dal suo popolo ma frustrato dai complessi d'inferiorità, con l'aspetto trasandato tipico del guerrigliero del centro America, s'adopera a far qualche macchinazione nell'ombra e compare giusto in un paio di scene decisive. Gli avversari politici romani si rivelano molto più insidiosi. Niente di che insomma, stavolta la parte dello Spartano la interpreta Ralph Fiennes Coriolano e non Gerald Butler Aufidio.
Il film è così intrigante (e dal finale così tragico) che poi t'esorta a cercare su wikipedia se quella di Coriolano è una storia vera o meno.
Pare di sì, per gli storici del tempo, Tito Livio in primis. I nomi della tragedia sono simili, così come la catena di eventi.
Per alcuni storici moderni, però, quella di Coriolano potrebbe essere solo una leggenda per giustificare le sconfitte subite nella guerra contro i Volsci, della serie solo un Romano traditore può sconfiggere un Romano.
A conti fatti, desidererei anch'io che fosse solo una leggenda. Troppo miserabile, altrimenti, sarebbe il fato del protagonista.
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