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giovedì 14 ottobre 2010

[bricolage] L'impregnante non impregna?


Quando sento la parola IMPREGNANTE mi immagino un liquido che penetra nelle fibre del legno per diversi millimetri, rinforzandoli, nutrendoli. Temo di sbagliare.
Questa estate mi sono dato molto da fare a scartavetrare legno e a impregnarlo e/o riverniciarlo. Avevo già postato le foto del restauro di una delle finestre, e, a distanza di una settimana, avevo scattato questa foto.

 

Notate come nell'area impregnata si sia levata una "crosticina" di impregnante colorato. E per fortuna il commesso mi ha assicurato che il prodotto, Farblasur della Pigrol e che costa pure caro, non faceva patine.
Bisogna dire che si tratta di impregnante colorato e non di impregnante puro, ovviamente. E la zona incrimata è soggetta a "frizionamento" durante l'apertura e la chiusura della finestra.
Molto probabilmente in quel punto non avevo pulito il legno alla perfezione ed era rimasta una pellicola, poco visibile, della vernice precedente. Questione risolta. In ogni caso, a vedere il legno grezzo sottostante, mi sono posto un lecito interrogativo...

Ma l'impregnante fino a quale profondità impregna?

Primo test.
Ho fatto un esperimento con una stecca di legno di una cassetta. Ho lasciato gocciolare dell'impregnate, della stessa marca ma più scuro, ben mescolato, sulla sua superficie e l'ho lasciato asciugare per diversi giorni.

Ho quindi sezionato il legno per vedere quale profondità ha raggiunto l'impregnate.




Potete vedere che l'impregnazione rientra nel millimetro di profondità e parliamo di legno molto morbido e poroso, molto diverso dal compatto larice delle nostre finestre o portoni.

C'è da dire, però, che quello che si vede è colore e l'impregnante non contiene solo quello. Ci sono anche resine, colle e diluenti particolari. Se per esempio fate gocciolare l'impregnante su della carta vi accorgerete che il liquido si scompone in due: un piccolo pallino di colore resta centrale e un liquido trasparente si espande intorno. Proprio quest'ultimo sarà diventato invisibile nelle foto? Chissà.

Secondo test.
Con l'impregnante ho voluto poi fare un'altra prova, di efficacia, ma solo estetica. Osservate entrambe le foto, l'impregnante colorato è lo stesso:




Perchè la prima è migliore? Perchè la precedente vernice l'ho solo scartavetrata, prima di dare l'impregnate. Nella seconda, invece, ho messo a nudo il legno grezzo. Purtroppo l'impregnante, dove la superficie del legno è stata macerata dai passaggi della livellatrice, diventa molto scuro


sabato 4 settembre 2010

[bricolage] Finestre da restaurare: asportare la vernice e impregnare. Quarta parte.

Impregnate colorato per i serramenti di legno
Come tinta ho scelto il TEAK, perchè assomigliava molto al colore originale. C'è da dire che l'ho pagato un sacco... 23 euro per 750 ml (nemmeno un litro!)!! Ho sbagliato a comprarlo al belle arti, magari su internet costa meno.
La questione sorge spontanea: meglio l'impregnante o la vernice? O tutti e due?
Sicuramente è meglio l'impregnante, e sicuramente sarebbe ottimo impregnare prima il legno e poi verniciarlo, per avere anche una resa estetica migliore. Tuttavia, se volessimo re-impregnare il legno dovremmo sverniciare di nuovo la finestra... meglio di no!!!!
Ricordiamoci che l'impregnante va mescolato bene, a lungo. Sul fondo, infatti, è depositato il colore, denso, dobbiamo amalgamarlo completamente con il solvente soprastante.
L'impregnante va dato solo a una certa temperatura, fresca preferibilmente. Nel mio caso, visto che è ancora estate, ho aspettato la sera, in modo che durante la notte ci sia tutto il tempo per impregnare bene il legno prima di seccare.

Cominciamo a impregnare il legno grezzo con il pennello:
Il pennello va tenuto sempre a "testa in giù", altrimenti l'impregnante, che è molto liquido, vi finirà tutto sulle mani.


Prestare particolare attenzione a non sporcare il vetro, i cui bordi sono già sporchi... dopo 40 anni di manutenzioni.
Ho terminato con la prima mano. Queste foto sono state scattate a 12 ore di distanza.

Come vedete l'impregnante non copre gli eventuali sbagli fatti durante la sverniciatura. Difatti l'impregnante serve soprattutto a rinforzare il legno, piuttosto che renderlo bello da vedere (ma sempre a rischio).
Tuttavia credo che il risultato sia decisamente migliore a com'era la finestra prima, no? Oltrettutto ora la manutenzione è semplicissima.

Si dà la seconda mano con l'impregnate, ovviamente dopo aver spolverato per bene.
Ecco il risultato finale dopo una giornata:

Vedete come l'impregnante, seccando, diventa opaco. Ovunque il legno era rovinato o ingrigito il colore è diventato più scuro. Sono ancora presenti delle macchie lucide.. perchè in alcuni punti il legno è più "compresso", di conseguenza l'impregnante fa più fatica a penetrarlo.

Collegamenti a tema:
finestre da restaurare asportare la vernice rifinire il lavoro dare l'impregnante

mercoledì 1 settembre 2010

[bricolage] Finestre da restaurare: asportare la vernice e impregnare. Terza parte.


Dopo i serramenti si inizia il lavoro sugli infissi, cioè le parti di legno incastrate nella muratura.
Solita "sbucciata con il taglierino e poi levigatura con la livellatrice. Prima però ho asportato la lametta usurata. Ricordate: un lama tagliente è più sicura di una che non taglia. Dovrete, infatti, imprimere meno forza per tagliare.


Qui occorre un po' di forza. Rinnovo il consiglio di indossare il guanto. Se vi scappa la lama affonderà fino all'osso.

La metà destra completata:

Su in cima è bello scomodo da tagliare. Ma piano piano si fa.

Una levigata finale con la livellatrice e...
 ... gli infissi sono finiti:


Domani l'impregnante...

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martedì 31 agosto 2010

[bricolage] Finestre da restaurare: asportare la vernice e impregnare. Seconda parte.


Ritorno al lavoro. Vorrei concludere le due ante della finestra entro la giornata.
Prendo la seconda anta, quella che dà sull'esterno. Stesso procedimento di ieri.

Qui vedete come ripasso con la livellatrice sui bordi fatti col temperino. Bisogna prestare la massima attenzione. La livellatrice puoi scapparti di mano e fare un macello sul vetro (se non sfondarlo), quindi bisogna mantenere una presa molto salda.


I mole di trucioli è smisurata.. inguardabile. Soprattutto da parte di vostro padre o del proprietario della finestra! Tuttavia queste sfoglie sono molto sottili, mezzo millimetro circa, quindi non serve preoccuparsi.


Finite le parti esterne delle ante tocca a quelle interne. Per fortuna sono meno rovinate delle precedeti.
Occorre grattare soltanto nella parte inferiore.

Inizio. Come vedete, il nodo centrale l'ho grattato con la livellatrice. Col taglierino è quasi impossibile, e anche nel caso ci riusciste, fareste dei disastri sul legno.

Ante interne finite.
Infine un'occhiata alle ante completamente (o quasi) spellate.

Mancano ancora gli infissi, ovviamente...

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lunedì 30 agosto 2010

[bricolage] Finestre da restaurare: asportare la vernice e impregnare. Prima parte.

Mi sono ritrovato con lo spinoso problema del restauro delle finestre. Bisogna sverniciare i serramenti di legno, a mano o con la livellatrice, e poi riverniciarli con l'impregnante. Chiamare un falegname che si prende dai 30 ai 50 euro all'ora? Meglio farlo da soli!

Il drammatico olio di lino cotto sulle finestre...
Le finestre sul lato meridionale di casa sono quelle più esposte al sole. Il fenomeno si è aggravato dopo l'applicazione di olio di lino cotto, che ha ulteriormente bruciato la pellicola di vernice e lo strato superficiale del legno.
Umidità e sbalzi termici hanno dato il colpo di grazia. La situazione è grave sulla base e fino a tre quarti in altezza. Un po' di foto esplicative:




Dal cortile la situazione sui serramenti della finestra non sembra così grave...
... ma è meglio mettersi all'opera per salvare il salvabile.
Raccolgo un po' di attrezzi: livellatrice (un po' troppo grande e ingombrante per dei serramenti sottili di una finestra), taglierino, cacciavite e lima.
L'intento è quello di rimuovere la vernice ovunque essa sia degradata e poi impregnare il legno grezzo con la tinta originale.

Smonto una delle ante e la sistemo in garage:




Inizio ad asportare lo strato degradato con un taglierino. Gli angoli e tutte le parti strette si fanno a mano: sulla livellatrice bisogna esercitare un po' di forza e non conviene farlo vicino al vetro... rischierete di infrangerlo.
Se non siete pratici vi conviene usare dei guanti, altrimenti vi riempirete di cicatrici. Bisogna esercitare un po' di forza sulla lama e avere, quindi, una presa salda.
Con la lama dovrete seguire il verso delle nervature. 
Bisogna inoltre indovinare il senso del legno, cioè la sua inclinazione. Altrimenti finirete per inciderlo, e capita spesso perchè questo "senso" cambia all'improvviso, in vicinanza dei nodi, come quello presente nella foto (la macchia scura).


La livellatrice in azione: con questa riesco a rimuovere la vernice originaria, che è secca, e livellare dove sono passato con il taglierino. Posso soprattutto correggere gli errori, che sono pressochè inevitabili...
Meglio indossare una mascherina: la macchina solleva un bel po' di polvere. Ricordiamoci che le vernici di una volta contenevano piombo e altre sostanze tossiche.

Dove la vernice è stata coperta dall'olio di lino cotto devo prima passare con il taglierino e poi con la livellatrice. Altrimenti c'è una vera e propria pellicola di unto che ostacola l'operazione.





Questa striscetta è irraggiungibile col taglierino, quindi devo grattarla con un cacciavite. Una soluzione drastica, occorre un bisturi con la lama angolata ma mi devo accontentare. Dovete prestare molta attenzione e procedere molto lentamente.
E infine la prima mezza anta è completa. Avete notato che non ho toccato la parte superiore. Là la vernice è ancora perfetta, non ha senso rimuoverla. Nella parte posteriore ho grattato solo una parte molto stretta, appena sotto il vetro.

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