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venerdì 20 luglio 2012

La violetta e il sole, favola d'estate

Favola d'estate
Una breve favola ispirata dalla violetta sul vaso sospeso sopra l'orto. Bellissima da vedere quando era ancora verde e fiorita. Spiacevole sorpresa dopo.

La violetta e il sole
Estate.
Il vaso resta sospeso in aria, agganciato alla treccia di ferro che regge la vigna. Dentro, un germoglio verde affiora dalla terra nera. Una piccola violetta. Il sole le regala calore, il suo affetto. Il benessere. Ma solo quando sta alto nel cielo, poiché lei resta infossata e i bordi del vaso sono troppo alti.
A volte passano anche le nuvole cariche di pioggia e dissetano le sue radici.
Così la piantina cresce. Il fiore sboccia e lei ne è profondamente orgogliosa: la corona perfetta, le sfumature viola e gialle dei suoi petali. Che vanto! La fragranza attira i primi insetti. Una piacevole scoperta per la violetta, chiusa nel suo vaso. Li conosce volentieri, si lascia corteggiare. Conquistare.
Li accoglie.
Anche il sole la ammira ogni volta che fa capolino e una lacrima solca il suo volto infuocato. Attende paziente, ma poi non ce la fa più: decide di parlarle. Avvicina timidamente i suoi raggi.
"Chi sei?" le chiede la violetta.
"Il sole. Ti vedo sempre."
"Cosa vuoi da me?"
La diffidenza nella voce.
"Vorrei scambiare il mio calore con il tuo" le risponde con franchezza il sole.
“No. Mi fa piacere parlare con te, ma sta’ lontano” lo rifiuta lei.
“Perché mai dovrei starti lontano? Ti faccio sempre compagnia e noto il tuo sorriso”
“Mi bruceresti.”
"I miei raggi ardono di sentimenti, non ti farebbero mai del male. Perchè allora accogli gli insetti? Loro prendono quello che vogliono e poi se vanno."
"Non parlare male di loro. Sono tutto quello che ho."
"Ci sono anch'io"
Ma la violetta si richiude in se stessa.
"Io resterò sempre," la saluta il sole "o almeno finchè potrò brillare alto nel cielo".
Così la violetta continua la sua vita, ora intimorita dal sole che la brama dall'alto. Disillusa ormai per tutti quegli insetti che accoglie e che poi se vanno. Rassegnata al suo destino. Matura e un giorno riesce a sporgersi oltre il vaso. Nota il calabrone che ha appena conosciuto alle prese con una margherita. E subito dopo con una bocca di leone.
Sprofonda nello sconforto e piomba a terra.
Prima di avvizzire guarda la volta del cielo per l'ultima volta.
Cerca il compagno che non era mai mancato, che le aveva portato calore e affetto.
Ma si è fatto autunno e il sole basso non si vede più da tempo.
Solo raggi dispersi.

opera di Andrea Baldessari, tutti i diritti riservati

venerdì 13 luglio 2012

L'indomito riflesso di un mondo avverso. L'autoritratto, lo specchio e la metafora

Nuovo autoritratto. Con un gesto di stizza sferro un pugno contro lo specchio, ma il mio io riflesso rimane impassibile.

L'indomito riflesso di un mondo avverso di Andrea Baldessari
disegno in chiaroscuro effettuato con un tavoletta grafica Wacom Volito 2 
e Corel Painter IX, visibile in alta qualità nella galleria dei miei disegni in chiaroscuro

Siamo caldaie sotto pressione
"Perchè fai ginnastica tutti i giorni? Perchè sei così preciso? Ti serve a qualcosa? Mi sembra di no..."
Me l'ha domandato la mamma stamattina.
Si è anche risposta da sola.
Volevo risponderle "Hai ragione."
Lei è la voce della ragione.
L'ex pugile della famiglia che mi ospitò l'anno scorso a Londra, invece, aveva un'opinione differente. Gli avevo chiesto se potevo fare le trazioni sulla trave che aveva in giardino. Di tutta risposta lui mi preparò una palestra in soffitta, recuperando il posto tra i sacchi di cemento. Completa di barra isometrica sospesa sulle tromba delle scale. Fu incredibile. Ragionava con il cuore. Un giorno fracassò il suo pugno contro la muratura, lasciando una vistosa chiazza di sangue. Ma sulla faccia gli tornò il sorriso.
La ragione e la verità.
Siamo caldaie sotto pressione. Le valvole di sfogo vanno aperte ogni santo giorno. L'energia non può restare dentro troppo a lungo.


Autoritratto con metafora
Lo specchio rappresenta la fragilità della vita, messa a dura prova in primis da noi stessi. Da tutte quelle decisioni e azioni che si scontrano con il buon senso e la moderazione. Giuste o sbagliate che siano. Dall'altra parte, però, il nostro animo non molla. Non si lascia domare.

Il pugno e le schegge, nota tecnica
Il disegno vuole apparire come un'istantanea, con il braccio che si ritrae messo a fuoco e le schegge di vetro sospese in aria. Se il braccio e le schegge fossero state riprodotte in movimento, magari il tutto sarebbe apparso più dinamico, più somigliante a un fermo immagine di un video.

L'omaggio allo spot Sector e a Felix Mendelssohn
La scena raffigurata nel disegno ricorda un po' la famosa pubblicità della Sector con il pugile, con le note di Felix Mendelssohn (l'Ouverture Le Ebridi).






Vedi anche:

disegno precedente -     disegno successivo

mercoledì 4 luglio 2012

Il testimone, racconto breve

Un racconto breve e/o una sceneggiatura per un cortometraggio.


- Ce l'hai un po' di esperienza almeno?
Voce scazzata.
Nessuna risposta.
- O sei così disperato che mi prendi in giro nei cessi del mio locale? Eh? La sai usare o no una pistola? O pensi che sia così stupido da pagare il primo-pivello-che-passa?
Ancora silenzio.
- Ri-spon-di-mi! Sai che tutti quelli qua fuori sono miei compari? Che mi basta schioccare le dita e finisci nel mangime dei maiali?
Nervi a fior di pelle.
A tutti i presenti. Anche a quello barricato nel bagno. Trattiene il fiato, rallenta i battiti del cuore. Perde il colore sulla faccia. Metamorfosi in una statua.
- Ti sto offrendo un incarico. Un lavoretto veloce. Ora o apri quella cazzo di bocca e mi dici di sì o...
La porta di servizio si spalanca.
Passi che si interrompono.
Fruscio di una giacca. Il cane armato.
- Scusatemi, non volevo disturb...
Sibilo secco. Colpo d'arma da fuoco silenziato.
Il tonfo di un corpo che si accascia per terra.
La statua nel bagno si spezza in due. Si lascia scappare un lamento. Si tappa la bocca. Il cuore pulsa nelle orecchie come i binari del treno sulle rotaie.
Non l'hanno sentito. Non possono averlo sentito.
Tremore diffuso. Adrenalina in circolo.
Testimone di un omicidio nascosto dentro un cesso, pensa incredulo. Se lo sognano tutti di vivere un momento del genere. Non corri il rischio di pisciarti addosso almeno.
- Calma, bello, calma... Ti ho chiesto se avevi esperienza, non di dimostrarmelo seccando l'impiccione. Quanti soldi vuoi, eh? Mi sembri un tipo in gamba...
La voce scazzata ora tradisce sorpresa e timore. 
- Accidenti sei hai sangue freddo... ti assumo all'istante, dimmi cosa vuoi in cambio - insiste.
- La tua vita, sacco di merda - gli risponde il sicario.
La pistola esplode un altro colpo.
Il suo proprietario si allontana a passi svelti.

- Stoooop! - grida il regista - Bel lavoro, ragazzi. Gran bel lavoro!
Una scena complessa venuta bene al primo colpo. I due professionisti non hanno tradito le aspettative. Anche il giovanotto si è rivelato dannatamente bravo. Ha talento: si immedesima così tanto nel ruolo che rischia di crepare. Incredibile. Ha quelle due scintille di follia negli occhi... il regista lo ha scelto senza provini. Prima volta sul set, il copione non l'ha quasi nemmeno guardato.
La scena riceverà il plauso della critica.
Intanto l'attore rintanato in bagno sospira, fissando il vuoto. Il volto sudato riflesso nell'occhio spento della cinepresa.
Grandi respiri per riprendersi. L'ansia non lo molla.
Ha assistito a un omicidio. Sembrava vero.
Sembrava? 

***

- Eri presente sulla scena dell'omicidio. Lo confermi? - chiede l'ispettore.
Per la seconda volta.
- S-sì - balbetta il testimone ai presenti, con un filo di voce.
Lo guardano dall'alto, impassibili, con le braccia conserte. 
- Cosa è successo?- la voce dell'ispettore è dura, impaziente.
- Io... io non ricordo.
- Concentrati allora!
Il testimone chiude gli occhi, sforzandosi.
Li riapre di scatto.
La pistola che spara. Un corpo che si accascia sul pavimento. Si blocca il respiro. Morsa fredda intorno al collo.
- Aveva una pistola... - mormora.
- Chi aveva la pistola? Lo hai visto? Lo hai sentito parlare? Che accento aveva? Ha pronunciato dei nomi?
- Io...
- Ti hanno trovato sulla scena del crimine in stato confusionale. Tu insieme a due cadaveri. Nessun'altro. Ora ci spieghi cosa è successo.
L'ispettore non scherza, ricalca bene le parole. Ma i ricordi affiorano a stento.
- Il morto continuava a parlare e poi... e poi il colpo di pistola... ma non subito...
- E il cadavere sulla porta? Quella persona è intervenuta per salvare la vittima?
- Si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato...
- Ed è morta. Dove è finita l'arma?
- Ma non li ho uccisi io...
Diverse paia di occhi si serrano sui suoi.
Lui li abbassa.
Disperato, senza via d'uscita.
Così il testimone scatta in piedi. La sedia si rovescia mentre sfugge alla morsa degli agenti sorpresi e si tuffa contro la finestra. Precipita giù, sulla strada, con una scia di vetri infranti.
Fuori dal campo delle cineprese.
All'ombra dei riflettori.
Sotto l'occhiata accigliata del regista, rimasto a bocca aperta.
Lo sconcerto si diffonde rapidamente.

Il testimone è proprietà di Andrea Baldessari

mercoledì 8 giugno 2011

Come pubblicare: casa editrice e print on demand

Scrittore e casa editrice, un duetto che funziona: uno scrive e l'altro vende. Scrittore esordiente e casa editrice: le prospettive non sono proprio così rosee. Punti d'incontro zero o quasi. L'autore invia il proprio manoscritto con lo stesso ottimismo di un disoccupato con il curriculm. Se compie qualche ricerca sulla rete non trova alcuna certezza, solo opinioni, commenti di ciarlatani. Critiche dappertutto: c'è chi parla male di uno e chi dell'altro... dipende da chi difende gli interessi di chi e per quale motivo o ricompensa.. Quanto è difficile trovare dei riscontri oggettivi sulla situazione dell'editoria italiana.

  •  differenti vedute, voci incontrollate, effetti disastrosi
  • editori tradizionali o autopubblicazione con il print on demand?
  •  il codice ISBN fa un libro?
  • autopubblicazione come trampolino di lancio?
  • aspettando la risposta dell'editore: quando perdere la pazienza

La situazione.
Hai terminato il tuo primo manoscritto e chiedi un parere in giro. Ricevi, pressapoco, questa risposta:

invia il tuo manoscritto a quanti più editori possibili

Se pensiamo alle conseguenze di questa decisione, potremo capire che:
  • i tempi di risposta di una casa editrice si aggirano a 6-12 mesi, perchè?
  • perchè le case editrici sono sommerse da centinaia di manoscritti, perchè?
  • perchè gli esordienti peccano di buon senso, forse.
Seconda questione: classificare le case editrici. Escluse a priori quelle a pagamento, escluse quelle che non valutano manoscritti di esordienti, troveremo quelle che accettano manoscritti via e-mail e (molte) altre tramite posta tradizionale. Siamo nel terzo millennio, io pretendo di inviare il mio materiale in formato digitale. Le case editrici devono stare al passo coi tempi. Poi ognuno la vede come vuole.


Casa editrice o print on demand?
Quella illustrata è la situazione attuale e di certo non cambierà in tempi brevi. Da qualche tempo è entrato in scena il print on demand, servizio di autopubblicazione online. Gli editori ( e i loro sostenitori) lo definiscono come una palla al piede per l'editoria italiana. Tanti autori emergenti preferiscono questa strada, mischiandosi con cani e porci, bruciando le proprio opere (continuando a citare le critiche).

I servizi di pubblicazione online. Editori o stampatori? Quanta serietà?
Comunemente conosciuti come POD (print on demand, stampa su richiesta), ne elenco solo tre. Ce ne sono diversi altri ma, al momento, quelli che si contendono questo mercato ristretto, sono questi:
ilmiolibro.it è un grossa arena italiana, rumorosa e competitiva, ancor di più in questo periodo con il mioesordio, concorso letterario che promette al vincitore la pubblicazione con Feltrinelli. Dietro al servizio c'è il gruppo de l'Espresso, tuttavia si leggono diverse lamentele: dai comportamenti scorretti dei partecipanti del concorso (la storia si ripete, esattamente come Perfiducia..), ad alcuni aspetti poco chiari legati alla pubblicazione. Tempi brevi di consegna che si scontrano con aumenti dei costi di stampa...
Lulu.com, americano, primeggia come qualità del prodotto, da quanto ho sentito, ma pecca per le spese di spedizione (dalla Spagna, non essendoci ancora un punto vendita in Italia) che scoraggiano i potenziali lettori. Trattandosi di una casa editrice straniera, utilizza, su richiesta (e denaro), un codice ISNB straniero, americano, e quindi non rintracciabile dalle librerie italiane. Lo troverai solo su amazon.com e altri servizi di vendita online (pagando qualcosina).
The Boopen editore, altra opzione italiana, offre l'ISBN e una possibile pubblicazione su Boopen LED, vera e propria casa editrice che sceglierà i migliori testi. Ma, anche qui, arrivano le opionioni da leggere: si  pecca per serietà, tempi biblici di attesa, le discordanze tra editore e autore, un contratto che ti lega cinque anni...

Vantaggi e svantaggi del print on demand.
Il prind on demand vi trasforma in... piccole case editrici, o in imprenditori di voi stessi, come dicono i più ottimisti. Il sentirsi non dipendenti da decisioni prese da altri (in fatto di contenuto del testo e politiche editoriali, copertina e impaginazione) potrebbe giustificare una minore promozione del vostro lavoro sul territorio, e quindi una minore visibilità e un minor successo. I servizi di print  on demand non sono proprio gratuiti: ci sono diversi optional (dall'editing, a un servizio di vetrina) che richiedono una piccola  spesa.

Tutti a lamentarsi che manca l'ISBN...
Una differenza sostanziale tra casa editrice e print on demand è l'affissione di un codice ISBN al vostro libro. Pare che questo codice sia un elemento fondamentale per una pubblicazione genuina. Sciocchezza, eccesso di perfezionismo... Facciamo chiarezza, è meglio.
Punto primo: l'ISBN è un codice che permette al libraio di trovare un libro, è un elemento puramente commerciale, utile solo a chi fa il mercante, cioè il distributore che lavora per la casa editrice. Se qualcuno vi conosce, o conosce il vostro libro, cercherà il titolo o il vostro nome sul web. Se voi avete preparato un sito o un blog sul vostro libro, il problema non si pone.
Punto secondo: l'ISBN con il copyright non centra assolutamente nulla (molti sostengono il contrario...). Quindi avere l'ISBN non ti difende dal plagio, così come non ti difende dal plagio neppure pubblicare con Mondadori.

Print on demand: trampolino di lancio o effettivo traguardo editoriale?
O magari fallimento completo dei tuoi piani gloriosi: se pubblichi così bruci l'appellativo inedito che potevi appiccicare al titolo del tuo romanzo. Pare che alcuni editori seguano questa linea, altri, però, sono convinto che tengano sotto controllo i volumi in cima alle classifiche. Chissà.
Sono sempre più convinto di una cosa. O aspetti per anni la risposta di una casa editrice o ti affermi gradualmente con il print on demand. Quello che conta non è tanto il servizio, ma il contenuto che offri. Mi piace credere così.
 
Chi compra spesso non ha le basi per fare ragionamenti complessi e potrebbe essere attirato dall'immagine romantica dell'autore indipendente incompreso dal sistema...
(leggendo nelle discussioni in merito)

Il lettore guarda al titolo e alla copertina o al nome della casa editrice? Ottima domanda. Ho chiesto un po' in giro e, per fortuna, pochi danno più importanza alla seconda. Semmai molti desiderano poter sfogliare il libro prima di comprarlo. Questo è un bel problema.

In attesa della case editrice? Quando perdere la pazienza
Abbiate (molta) pazienza: se le case editrici sono travolte da centinaia di manoscritti ogni mese, allora per forze di cose non potranno valutare il vostro in tempi brevi.
Intanto cose da fare ne avrete a bizzeffe. Avete ideato un seguito o un prequel? Allora cominciateli, non perdete tempo. Se avete qualche difficoltà a costruire una trama agli stessi livelli del primo manoscritto, vi consiglio FreeMind, un semplice programmino gratuito e open source per costruire mappe mentali. Lo sto sperimentando or ora e credo sia veramente un toccasana per dare un po' di ordine ai nostri appunti.
Per caso sapete anche disegnare? Createvi la copertina! O almeno un abbozzo da presentare al grafico...
Se covate l'idea di autopubblicarvi, allora è meglio che vi documentiate subito su come impaginare, che non è proprio semplicissimo, e sulle tecniche comunicative da adottare perchè la vostra copertina attiri l'occhio; stesso discorso per il titolo.