Blog parallelo

mercoledì 8 giugno 2011

Come pubblicare: casa editrice e print on demand

Scrittore e casa editrice, un duetto che funziona: uno scrive e l'altro vende. Scrittore esordiente e casa editrice: le prospettive non sono proprio così rosee. Punti d'incontro zero o quasi. L'autore invia il proprio manoscritto con lo stesso ottimismo di un disoccupato con il curriculm. Se compie qualche ricerca sulla rete non trova alcuna certezza, solo opinioni, commenti di ciarlatani. Critiche dappertutto: c'è chi parla male di uno e chi dell'altro... dipende da chi difende gli interessi di chi e per quale motivo o ricompensa.. Quanto è difficile trovare dei riscontri oggettivi sulla situazione dell'editoria italiana.

  •  differenti vedute, voci incontrollate, effetti disastrosi
  • editori tradizionali o autopubblicazione con il print on demand?
  •  il codice ISBN fa un libro?
  • autopubblicazione come trampolino di lancio?
  • aspettando la risposta dell'editore: quando perdere la pazienza

La situazione.
Hai terminato il tuo primo manoscritto e chiedi un parere in giro. Ricevi, pressapoco, questa risposta:

invia il tuo manoscritto a quanti più editori possibili

Se pensiamo alle conseguenze di questa decisione, potremo capire che:
  • i tempi di risposta di una casa editrice si aggirano a 6-12 mesi, perchè?
  • perchè le case editrici sono sommerse da centinaia di manoscritti, perchè?
  • perchè gli esordienti peccano di buon senso, forse.
Seconda questione: classificare le case editrici. Escluse a priori quelle a pagamento, escluse quelle che non valutano manoscritti di esordienti, troveremo quelle che accettano manoscritti via e-mail e (molte) altre tramite posta tradizionale. Siamo nel terzo millennio, io pretendo di inviare il mio materiale in formato digitale. Le case editrici devono stare al passo coi tempi. Poi ognuno la vede come vuole.


Casa editrice o print on demand?
Quella illustrata è la situazione attuale e di certo non cambierà in tempi brevi. Da qualche tempo è entrato in scena il print on demand, servizio di autopubblicazione online. Gli editori ( e i loro sostenitori) lo definiscono come una palla al piede per l'editoria italiana. Tanti autori emergenti preferiscono questa strada, mischiandosi con cani e porci, bruciando le proprio opere (continuando a citare le critiche).

I servizi di pubblicazione online. Editori o stampatori? Quanta serietà?
Comunemente conosciuti come POD (print on demand, stampa su richiesta), ne elenco solo tre. Ce ne sono diversi altri ma, al momento, quelli che si contendono questo mercato ristretto, sono questi:
ilmiolibro.it è un grossa arena italiana, rumorosa e competitiva, ancor di più in questo periodo con il mioesordio, concorso letterario che promette al vincitore la pubblicazione con Feltrinelli. Dietro al servizio c'è il gruppo de l'Espresso, tuttavia si leggono diverse lamentele: dai comportamenti scorretti dei partecipanti del concorso (la storia si ripete, esattamente come Perfiducia..), ad alcuni aspetti poco chiari legati alla pubblicazione. Tempi brevi di consegna che si scontrano con aumenti dei costi di stampa...
Lulu.com, americano, primeggia come qualità del prodotto, da quanto ho sentito, ma pecca per le spese di spedizione (dalla Spagna, non essendoci ancora un punto vendita in Italia) che scoraggiano i potenziali lettori. Trattandosi di una casa editrice straniera, utilizza, su richiesta (e denaro), un codice ISNB straniero, americano, e quindi non rintracciabile dalle librerie italiane. Lo troverai solo su amazon.com e altri servizi di vendita online (pagando qualcosina).
The Boopen editore, altra opzione italiana, offre l'ISBN e una possibile pubblicazione su Boopen LED, vera e propria casa editrice che sceglierà i migliori testi. Ma, anche qui, arrivano le opionioni da leggere: si  pecca per serietà, tempi biblici di attesa, le discordanze tra editore e autore, un contratto che ti lega cinque anni...

Vantaggi e svantaggi del print on demand.
Il prind on demand vi trasforma in... piccole case editrici, o in imprenditori di voi stessi, come dicono i più ottimisti. Il sentirsi non dipendenti da decisioni prese da altri (in fatto di contenuto del testo e politiche editoriali, copertina e impaginazione) potrebbe giustificare una minore promozione del vostro lavoro sul territorio, e quindi una minore visibilità e un minor successo. I servizi di print  on demand non sono proprio gratuiti: ci sono diversi optional (dall'editing, a un servizio di vetrina) che richiedono una piccola  spesa.

Tutti a lamentarsi che manca l'ISBN...
Una differenza sostanziale tra casa editrice e print on demand è l'affissione di un codice ISBN al vostro libro. Pare che questo codice sia un elemento fondamentale per una pubblicazione genuina. Sciocchezza, eccesso di perfezionismo... Facciamo chiarezza, è meglio.
Punto primo: l'ISBN è un codice che permette al libraio di trovare un libro, è un elemento puramente commerciale, utile solo a chi fa il mercante, cioè il distributore che lavora per la casa editrice. Se qualcuno vi conosce, o conosce il vostro libro, cercherà il titolo o il vostro nome sul web. Se voi avete preparato un sito o un blog sul vostro libro, il problema non si pone.
Punto secondo: l'ISBN con il copyright non centra assolutamente nulla (molti sostengono il contrario...). Quindi avere l'ISBN non ti difende dal plagio, così come non ti difende dal plagio neppure pubblicare con Mondadori.

Print on demand: trampolino di lancio o effettivo traguardo editoriale?
O magari fallimento completo dei tuoi piani gloriosi: se pubblichi così bruci l'appellativo inedito che potevi appiccicare al titolo del tuo romanzo. Pare che alcuni editori seguano questa linea, altri, però, sono convinto che tengano sotto controllo i volumi in cima alle classifiche. Chissà.
Sono sempre più convinto di una cosa. O aspetti per anni la risposta di una casa editrice o ti affermi gradualmente con il print on demand. Quello che conta non è tanto il servizio, ma il contenuto che offri. Mi piace credere così.
 
Chi compra spesso non ha le basi per fare ragionamenti complessi e potrebbe essere attirato dall'immagine romantica dell'autore indipendente incompreso dal sistema...
(leggendo nelle discussioni in merito)

Il lettore guarda al titolo e alla copertina o al nome della casa editrice? Ottima domanda. Ho chiesto un po' in giro e, per fortuna, pochi danno più importanza alla seconda. Semmai molti desiderano poter sfogliare il libro prima di comprarlo. Questo è un bel problema.

In attesa della case editrice? Quando perdere la pazienza
Abbiate (molta) pazienza: se le case editrici sono travolte da centinaia di manoscritti ogni mese, allora per forze di cose non potranno valutare il vostro in tempi brevi.
Intanto cose da fare ne avrete a bizzeffe. Avete ideato un seguito o un prequel? Allora cominciateli, non perdete tempo. Se avete qualche difficoltà a costruire una trama agli stessi livelli del primo manoscritto, vi consiglio FreeMind, un semplice programmino gratuito e open source per costruire mappe mentali. Lo sto sperimentando or ora e credo sia veramente un toccasana per dare un po' di ordine ai nostri appunti.
Per caso sapete anche disegnare? Createvi la copertina! O almeno un abbozzo da presentare al grafico...
Se covate l'idea di autopubblicarvi, allora è meglio che vi documentiate subito su come impaginare, che non è proprio semplicissimo, e sulle tecniche comunicative da adottare perchè la vostra copertina attiri l'occhio; stesso discorso per il titolo.

1 commento:

  1. mi piace il tuo blog :) e gli articoli che scrivi sono interessanti.
    se ti va dai un occhio al mio
    ciao!

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