Finalmente posso mangiare i frutti del mio piccolo vigneto. Ho aspettato fino all'ultimo, fino a quando caprioli han cominciato gli assaggi di rito. Gli acini della varietà Angela hanno assunto una colorazione bizzarra, ma il sapore non è malvagio. Quelli appassiti son dolci quanto l'uvetta sultanina. A proposito, le altre vigne, varietà Sultanina, anche quest'anno non han fruttificato, brutto segno.
Vedere i pomodori maturare a fine ottobre qui in Trentino non si vede tutti gli anni. Su piante ancora sane, per giunta. Merito di due mesi di quasi siccità (avrà piovuto tre volte) e delle temperature rimaste miti.
Anche i miei pomodori varietà principe borghese si tingono di rosso; il prossimo anno dovrò seminarli prima, non posso sperare tutte le volte nel cambiamento climatico del pianeta Terra.
Ora che le piante di zucca violino si son rinsecchite, i carciofi sottostanti si possono godere un po' di luce. E' da vedere se gli esemplari più sviluppati riusciranno a fiorire entre l'inverno. Intanto nell'altro orto sminuzzo gli zucchini e li seppellisco, la concimazione per l'anno che viene comincia così.
Sorprendentemente i cavolfiori si son sviluppati, liberi dai parassiti che presumo essere scivolati in letargo. Raccolgo gli ultimi fagiolini verdi, ovviamente felicissimo di non dovermi sgobbare più.
Gli ultimi fichi a maturare restano mignon, ma son i miei preferiti, dolci e un po' rinsecchiti. Per la serie i frutti leggendari, ho raccolto i kiwi. Piccoli anch'essi, ma i secchi d'acqua miei non bastano ad una pianta che in natura predilige le sponde dei fiumi. Col senno di poi, col diluvio universale di fine mese, conveniva lasciarli ancora appesi ai rami.
Ho iniziato a lavar le noci, come da qualche anno a questa parte, poi ho smesso. C'ho il timore che nel lavaggio s'infiltri un po' d'acqua all'interno, compromettendo la conservazione del gheriglio. Tanto vale pelarle del mallo nero e lasciarle seccare bene al sole. Colgo le mie belle renette arrugginite, varietà Ruggine del Piemonte per l'appunto. Le altre, le Gelata si son rivelate una mezza delusione: cascano prima di maturare correttamente, prima di formare la polpa gelatinosa che le contraddistingue).
A proposito di fregature, ho comprato l'aglio a peso (al Ciba di Trento), accorgendomi poi che razza di spicchi giganti aveva all'interno. Quindi a parità di denaro speso, dispongo di meno semenza.
Che poi gli spicchi così grossi li ho portati in cucina, mi sembra un peccato seminarli.
Fasciatura di fortuna per il noce, con lo scotch di carta, in attesa del mastice. |
settembre 2018 - CRONACA BRUNA - novembre 2018