Blog parallelo

venerdì 30 novembre 2018

Cronaca bruna: novembre 2018

La seconda zucca violino da sinistra è l'unica ad aver preso quel minimo di pioggia che si meritava (perché spontanea e con un mese di vantaggio). Le altre le ho innaffiate io e si nota la differenza. La zucca marina di polpa ne avrà ben poca.
I pomodori varietà principe borghese non li ho appesi, avendoli colti singolarmente e non in grappolo (non riuscito a maturare nel complesso).


A proposito di pioggia, le pastinache non si son perse il diluvio di fine ottobre, gonfiandosi come rape. Dopo un mese e qualche gelata (necessaria) le ho colte e mi han sorpreso in positivo, insomma. Per lavarle risparmiandomi l'acqua gelida sulle mani, le ho cacciate dentro un grande vaso e vi ho svuotato dentro diversi annaffiatoi.

Pastinache formato maxi: ne erano germinate poche, ma queste poche valgono per tre.

Le piante di pomodori in inverno si disfano e spariscono letterlamente da sole. A casa però voglion pulizia nell'orto e perlomeno non ho estirpato le loro radici, tagliandole alla base. Voglio ricordare che le radici e il pane di terra loro attaccato è fondamentale per il nutrimento del terreno.


Raccolto un po' deludente per le arachidi, dacché le piante non sono proprio poche come lo scorso anno e hanno avuto più tempo per lavorare. Sottoterra di noccioline ne trovo poche, trovo invece tantissime formiche rosse, per non dir i loro formicai. Che me le abbiano mangiate loro?

Tanti dei carciofi non hanno un brutto aspetto, anzi, ma non ne vogliono proprio sapere di fiorire (e sarebbe ora). Per tenerli al caldo, ho pressato alla loro base i pomodori, a mo' di pacciamatura. Se i carciofi non soffrono di peronospera, gliela faccio venire io...

Il più grosso dei carciofi.

Olivi rivestiti con la mia personale pacciamatura verticale, una cappotto termico di erba anti-gelata. Infine rape e rapanelli giganti, merito sempre del diluvio. Ho quindi imparato che un apporto d'acqua continuo ed abbondante, della durata di diversi giorni, fa gonfiare a dismisura e rapidamente alcuni ortaggi. 
Ecco perché quelli del supermercato son così grossi...


ottobre 2018 - CRONACA BRUNA - dicembre 2018

martedì 27 novembre 2018

Traduzione de The Beep Beep Song, di Simone White

Prima guardavo un tutorial e, caspiterina, più che osservar il video mi son lasciato prendere dalla canzoncina di sottofondo. Una sorta di ninna nanna, con un testo semplice ma struggente, una bella voce e le corde pizzicate della chitarra. Insomma, il genere di musica che piace a me!
Al che ho cercato "beep beep beep beep beep song" su google e l'ho trovata al primo colpo! Difatti si chiama The Beep Beep Song, scritta e cantata da Simone White. Genere: neofolk. Quindi ho provato a tradurla.

Innanzitutto il video ufficiale della canzone:


(La canzone Beep Beep Song si può sentire con una qualità audio migliore nello spot della Audi R8 del lontano 2007.)

Provo la traduzione:

Beep beep beep beep beep beep beep
Risuona il clacson nelle auto nelle strade
ce ne siamo andati via dalla scogliera 1
Direzioni opposte, passi sincronizzati.


Aspetta aspetta aspetta aspetta aspetta aspetta
Il tempo che il cuore s'aggiusti
Quante lune si riflettono nel lago
Puoi aspettar per sempre se il tempo è tutto quel che serve.


Malgrado tutti gli avvertimenti
Sono caduta
Come una stella cadente
Tra le tue braccia.

Tum tum tum tum tum tum tum 2
Batte il mio cuore sul lato della manica
Sussurrando qualcosa che difficilmente riesco a credere
"Lasciami prendere il controllo
,

perché l'amore è tutto ciò di cui abbiamo bisogno."

1: Il lover's leap è la scogliera dove si tolgono la vita gli amanti disperati.
2: Beat beat beat... l'ho tradotto con il suono onomatopeico del cuore. Suggeritemi un sinonimo!

Testo originale:

The Beep Beep Song by Simone White 

beep beep beep beep beep beep beep 
go the horns in the cars in the street 
we walked away from the lover's leap 
opposite directions synchronised feet 

 wait wait wait wait wait wait wait 
for the time it takes a heart to mend a break 
how many moons are reflected in the lake 
can you wait forever if time is all it takes 

despite all the warnings 
I landed 
like a fallen star 
in your arms 

beat beat beat beat beat beat beat 
goes my heart on the side of my sleeve 
whispering something I can hardly believe 
"let me take the lead cos love is all we need" 

Più che una ninna nanna, una canzone d'amore. Breve, ma l'autrice ha promesso una versione più lunga. Intanto ecco il suo cd:

venerdì 23 novembre 2018

Trame: da Black Friday a Black Christmas

E anche questo Black Friday non ho comperato una benemerita fava. A dire il vero due regalini me li sono fatti (il portachiavi-torcia potrebbe rivelarsi utile), ma non li conto, non essendo scontati e acquistati solo perché, perduto l'autobus, non sapevo come passare il tempo. Mi son fiondato all'EuroBrico, mi ci perdo in un negozio del genere. Potrei rinominarlo il rifugio della speranza ritrovata, ovvero il posto dove l'impossibile diventa possibile, grazie all'assortimento di attrezzi e di materiali. Il posto definitivo dove rintanarsi in caso di un'invasione di zombie (gli zombie-belanti del Black-Friday s'intende), anche se alla lunga la mancanza di viveri si farebbe sentire (mangimi per animali domestici a parte) (in teoria si potrebbero seminare un po' di ortaggi nel reparto giardinaggio). Farebbe comodo avere l'Orvea più vicina, magari adiacente. Una parete comunicante da sfondare a mazzate, ma attenzione al rumore eccessivo...

Stop con le trame.
Dicevo, non ho comprato un tubo. Ho passato in rassegna negozi fisici e online e non ho trovato nulla di mio interesse. Ho la mia lista dei desideri, ma guarda caso il prezzo dei prodotti inclusi non viene minimamente scalfito dagli sconti.
Motivo?
Evidentemente, ahimé, i miei gusti non son convenzionali, ergo non vengono contemplati dai cervelloni ai vertici del mercato. I prodotti in offerta o sono nazional-popolari, capaci di attrarre le masse, o son delle mezze fregature.
A proposito di fregature...


Una tentazione, una sola, l'ho avuta: la Oregon Scientific WMH800 con uno sconto del 50%! Scemato l'entusiasmo iniziale (per sfortuna del Trony la stazione barometrica l'ho cambiata recentemente) ho fatto un paio di ricerche, scoprendo che tale apparecchio non vale 100 euro, ma la metà. E forse anche di meno a leggere la sfilza di opinioni negative.


Tornando al sodo, perché non fondere Halloween col Black Friday? Per assonanza andrebbero a braccetto e ne risulterebbe il film survival perfetto.
O si potrebbe far un tutt'uno col famoso mese di Natale che inizia il 24 novembre (guarda caso il giorno seguente del venerdì nero) e perché no, anche col capodanno. Coniamolo Black Christmas, per concludere l'anno in ebrezza, all'insegna del consumismo sfrenato e per far girar l'economia all'ennesima potenza.
E poi carbone per tutti.

PS: non fregatemi le trame. Sono una lumaca a scrivere, ma un giorno chissà se non sforno qualcosa sull'argomento.

PS2: il colmo è che ho comprato una torcia come l'anno scorso.

giovedì 1 novembre 2018

Cotognata, secondo round

Ci vuole la cotognata per far ripartire il blog. Dopo la bellezza di cinque anni (come passa il tempo), ci ho riprovato. Perché, voglio essere sincero, mi son stufato di preparare decine di vasetti di composta di frutta che poi finiscono in un cantuccio ad invecchiare. Chi li mangia più. Devo quindi diversificare il prodotto, affinché venga consumato per intero nel corso dell'anno.
Ecco quindi la mia cotognata messa sotto zucchero a velo...

Preparazione. Innanzitutto le mele cotogne non vanno sbucciate, ma solo ben pulite dalla peluria, private del torsolo e tagliate a fette. Le ho ben cotte e poi frullate in una pentola alta (esattamente come per la composta). La ricetta originale prevede tutt'altro: lasciar gocciolare i quadratini e poi passarli col passaverdure; pesare il risultato e aggiungere l'equivalente quantità di zucchero. Dal canto mio non ho aggiunto così tanto zucchero (solo due terzi del peso delle mele cotogne frullate) e ho lasciato la cotognata nella teglia a cuocere lentamente sul fuoco... a bruciare!
(NDA: la stufa ogni tanto diventa una caldaia di una locomotiva...)
Ho salvato tutto lo strato superiore, ben attento a non raschiare il fondo nerastro (il sapore per fortuna non ne ha risentito), spalmandolo con un taglia pasta sull'acciaio. Con il suddetto arnese ho tagliato a quadratini la cotognata, una volta raffredata. [continua sotto la foto]
Ho quindi riposto i quadratini di cotognata a sudare in soffitta, fresca e ventilata, e dopo qualche giorno li ho inscatolati. Come fondo un foglio di carta da forno e una spolverata di zucchero a velo, altre spolverate di zucchero ad imbiancare ogni strato.
Spero che in questo modo si conservino nei mesi a venire.

COMPOSTA DI MELE COTOGNE - LAVORAZIONE FRUTTA

Il ciclone "fotografato" dal satellite

Dare un volto al responsabile. Forse suona meglio dare un occhio al responsabile, visto che parliamo di un ciclone simil-tropicale. Quello che poi hanno chiamato Tempesta Vaia. Il vortice magari non sarà ben definito come quello degli uragani che imperversano altrove, ma l'occhio lo si nota. Ho evidenziato la penisola italiana, altrimenti velata di nuvole:


Ai telegiornali interessa farvi partecipi della catastrofe, fare la conta dei morti, la stima dei danni, dar risalto ai soccorsi intervenuti e infine promuovere l'immancabile gara di solidarietà.
Un copione consolidato.
Al ciclone dedicano giusto uno scorcio fugace durante le previsioni meteo, nonostante sia il colpevole (sempre che si possa definir colpevole un evento atmosferico), unico caso di cronaca in cui al reo viene risparmiata la gogna mediatica.
Ebbene, a me interessa capire cos'è successo sopra e non solo qui sotto. I siti web connessi alla costellazione di satelliti Meteosat m'han fornito l'aiuto necessario: mostrano lo storico delle condizioni meteo e dei fulmini, ora per ora, e propongono pure la sequenza di video in time-lapse, giorno per giorno.

Ecco quindi il video di lunedì 29 ottobre, in cui il ciclone simil-tropicale corre sulle acque del Mediterraneo; quando è ormai prossimo alle rive della Liguria, cala il sipario della notte (di notte si può visionare l'infrarosso, ma perde in definizione):


Nel secondo video, di martedì 30 ottobre, si nota chiaramente la spirale del ciclone, che va placandosi sul continente dopo aver flagellato l'Italia centro-settentrionale:


Si possono visionare anche i video con i fulmini in sovraimpressione, come quello del 29 ottobre.

PS: sbaglio o non han dato neanche un nome al ciclone?