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domenica 31 marzo 2013

Fotografie dal bosco. Passeggiata nei dintorni di Baselga del Bondone

se le bestie selvatiche non si vedono, bisogna immaginarsele...
Il bosco nasconde sempre delle belle sorprese, piccole o grandi che siano. Come la strana forma che assume questo tronco di faggio sulla Strada dei Pini, Baselga del Bondone (mappa di Baselga del Bondone). Da una certa angolazione non assomiglia alla testa di qualche animale selvatico? Magari a quella di un capriolo o di un camoscio, per via delle corna, altrimenti di un cane o di un brontosauro... L'unico limite è la fantasia.




Rocce squadrate sui Crozi della Pomelara
I Crozi della Pomelara sono un piccolo rilievo appena sopra Porcil e i Pradi de Vigol, sempre sopra Baselga del Bondone.
Avvicinandosi, il pendio diventa sempre più ripido, fino a fare fatica a stare in piedi. Giunti quasi alla sommità si solleva una parete di rocce bianche e squadrate, nella foto si vede una colonna pericolante, che sembra star su per miracolo.


Cuori nel bosco
La strana bacca rosa a destra non assomiglia a un cuore, piegata così? In realtà questi sono i frutti avvelenati della berretta del prete, pianta che ricorda, come dice il nome, il copricapo dei religiosi di un tempo. Don Abbondio tipo. Forse.
una descrizione più dettagliata della berretta del prete




L'abete che cresce dai tronchi marciti:
Un piccolo abete (come le mie due piantine nel vaso) spuntato dai tronchi marci e coperti di muschio, accatastati da chissà quanto tempo. Siamo presso la Valena, sul limitare dei Dossi, in mezzo alla boscaglia così intricata che è stato difficile aprirsi la strada.



Le bacche blu del ginepro spinoso
Lungo la pontara tra Baselga e Cadine e in località Fer de caval a Cadine crescono diverse piante di ginepro. Impossibile non notarle: il fastidio che danno gli aghi sulla gambe è inconfondibile. Gli aghi acuminati si fanno beffa anche dei pantaloni leggeri.  Per il ginepro, più che frutti di bosco bisogna parlare di bacche aromatiche. Devono essere così aspre da essere immangiabili, vanno bene solo come aromi per la carne (speck) e altri piatti tipici trentini e non solo.
i frutti di bosco sono ben altri...

Alberi e convivenze:
A sinistra la convivenza forzata di un faggio e di un abete, visibile sempre presso la Strada dei Pini. Le chiocche, le basi, sono praticamente sullo stesso punto e l'abete, più possente, ha preso il sopravvento. Ciò non ha impedito al faggio di trafiggere letteralmente con un ramo il tronco dell'avversario, che perde resina dalla ferita.
A destra dei nidi di qualche insetto su ramo di rovere o quercia.


Crocifisso intagliato sul Dos Grum
Questo inverno ho notato un crocifisso intagliato sulla sommità innevata del Dos Grum. Chissà chi è l'autore. Magari sono stati i boy scout, avevano già lasciato una bandiera improvvisata in cima a un palo, tempo fa. O uno di quei gruppi giovani guidati dal prete che ha celebrato qui la messa. 





Fotografrie dal bosco:

colori del bosco bacche velenose creature del bosco fotografie

foto scattate con una Fujifilm FinePix Z100fd e una Samsung EX1

mercoledì 9 gennaio 2013

Fotografare le creature del bosco: il ramarro, la salamandra, il ghiro...

Fotografare le creature del bosco
Quando si passeggia per i boschi si spera sempre di trovare qualche animale selvatico. Le probabilità aumentano se scegliamo orari più consoni, come il mattino presto o l'imbrunire. Altrimenti occorre una grande dose di fortuna.
Gli animali selvatici più grandi si intravedono a malapena mentre scappano a gambe levate (o in rari casi restano completamente immobili, come questo capriolo nell'Impianto, il bosco di conifere sopra la strada dei pini, Baselga)
Nel caso delle bestie più piccole, come i roditori e i rettili, invece, siamo avvantaggiati dal fatto che le loro zampe minute non consentono fughe fulminee. Quindi restano ferme e sperano di non venire viste.
Per aiutarvi nella localizzazione degli scatti, ecco il link per la mappa di Baselga del Bondone.


Il ghiro sul prugnolo selvatico:

Assaggiavo le prugnole e tiravano ancora la bocca. E poi mi accorgo che quella sporgenza del ramo aveva due occhi, due orecchie tonde, un musetto coi baffi e una coda. Un ghiro.
Ho fotografato il roditore a Cadine, località Fer de caval, presumo mentre faceva le scorte per l'inverno con i piccoli frutti del prugnolo.


Il ranocchio mimetico, facile da scambiare con una foglia secca:

Ranocchio mimetico. Difficile notarlo, però se sali e scendi dal pendio cinquanta volte con un tronco sulle spalle, gli occhi puntati in giù e una disperata ricerca di distrazioni lo sgami eccome...
Foto scattate durante il taglio del legname alla part, al bosco di Omalga


Il ramarro un po' meno mimetico...
Un ramarro che stava fermo fermo, pensando di farla franca. Gli ho fatto la foto da lontano, facendo finta di niente. Poi mi avvicino per fare una foto decente e quando sono lì che schiaccio il rettile fa un salto carpiato di mezzo metro.. e si tuffa nella boscaglia..
La foto è stata scattata nei pressi della pontara tra Baselga del Bondone e Cadine, sulla stradina che sale in direzione del Dos Grum.


La salamandra di corsa
La salamandra era di corsa, io ero di corsa e la foto doveva venire mossa per forza di cose..  La buona fotocamera Samsung Ex1 ha fatto quello che ha potuto,  considerando anche che questa lucertolona è nera e lucida come l'inchiostro e ha delle macchie gialle molto accese.
Le salamandre hanno bisogno di un habitat molto umido. Questa abitava, abita spero, nei pressi della roggia alla fine della strada delle nogare, Baselga del Bondone. È saltata fuori durante una tregua nelle settimana di piogge continue di questo autunno.


Lo scoiattolo rosso su un noce nel bosco di Omalga:

Fotografare uno scoiattolo rosso con una macchina senza zoom è un'impresa (queste foto sono croppate, cioè ritagliate). Non era molto spaventato. Mi fissava dall'alto e poi cominciava a brontolare sonoramente. Brontolava perchè gli scappavano le noci di mano e cadevano di sotto, dove c'ero io.
Ho visto questo scoiattolo sopra Omalga, Baselga del Bondone. A fine estate, preso a fare scorte.


Lucertole scocciate dai paparazzi:

Le lucertole sono più facili da fotografare. Presenti ovunque ci sia una roccia o un'altra superficie che si arroventa al sole. Un pochino più umane rispetto alle altre bestiole, basta restare fermi e tranquilli e quelle risaltano fuori, a scaldarsi il sangue freddo. Quella a sinistra stava sul monte Mezzana, nei pressi di Vigolo Baselga e Terlago, quella a destra a casa, tra i vasi vuoti e la panchina.

Fotografrie dal bosco:

colori del bosco bacche velenose creature del bosco fotografie
 
foto scattate con una Fujifilm FinePix Z100fd, una Samsung EX1 e una telecamera Samsung Q10

venerdì 12 febbraio 2010

[ambiente] Le cinque minacce per gli animali selvatici

 
Un paio di esemplari di capriolo, in alto un cucciolo e sotto un maschio adulto.


I caprioli e tutte le altre sfuggenti creature dei nostri boschi conducono una vita abbastanza rischiosa. Devono fronteggiare, infatti, 5 minacce:

  1. attività venatoria
  2. investimento da automobile e da macchina agricola
  3. cani liberati nei boschi dai passanti
  4. predatori naturali
  5. inverno rigido


    È risaputo che i cacciatori uccidono ogni anno un alto quantitativo di animali selvatici. Camosci, cervi, caprioli, volpi e molte specie di volatili subiscono le conseguenze dell'attività venatoria umana. Sebbene il danno sia rilevante bisogna aggiungere che, in genere, tale attività è rigidamente regolamentata, tassata e i controlli delle guardie forestali sono molto frequenti.
    Molti cacciatori, inoltre, si assumono l'importante compito di censire la popolazione animale, contribuiscono a salvaguardare i sentieri e la pulizia del territorio forestale e monitorano la salute degli animali.
    Spesso questi comportamenti vengono considerati come dettati dall'opportunismo: è evidente che un cacciatore deposita del cibo o del sale per attirare le prede nella sua zona o si documenta in modo approfondito sul capriolo per conoscere meglio le sue abitudini e sfruttarle a suo favore.



    Le automobili rappresentano un pericolo indiscriminato per gli ungulati e gli altri animali che si muovono nei pressi delle strade. Il comportamento irresponsabile dei guidatori, cioè velocità molto elevata e riflessi deteriorati dalle sostanze alcooliche, fa sì che gli investimenti mortali siano elevatissimi, ogni anno.
    Abbastanza assurdi sono i provvedimenti di alcune Province che prevedono il rimborso agli automobilisti per i danni cagionati dagli investimenti. La colpa è solo ed esclusivamente dell'uomo, visto che le strade hanno tagliato gli habitat di queste creature e i conducenti non seguono quasi mai su strada una condotta prudente.
    Da aggiungere il pericolo rappresentato dalle macchine agricole: molti cuccioli infatti si nascondono nell'erba alta dei campi e vengono spesso uccisi o mutilati dalle lame delle trebbiatrici, delle falciatrici e delle svolta-fieno. Il loro istinto, purtroppo, li costringe a restare immobili.



    Altro pericolo notevole ma quasi sconosciuto sono proprio i nostri cani. Molte persone liberano il propio amico a quattro zampe per concedergli un po' di respiro e l'occasione per sentirsi libero.
    È un comportamento positivo, certo, ma deve essere svolto con buon senso e responsabilità. Ricordiamoci che i nostri cani sono inanzitutto dei predatori, predatori molto efficenti - meglio sottolineare - capaci di uccidere intere cucciolate e, meno spesso, alcuni esemplari adulti.
    Meglio quindi restare sempre vicini al proprio cane e richiamarlo quando scompare alla vista. Potrebbe, infatti, aver fiutato qualche animale ed essergli alle calcagna.


    Si può dire che il pericolo dei predatori naturali, oggi, quasi non esiste più. Orsi, lupi, volpi e aquile sono ormai decimati e in quantità tali da non rappresentare più una minaccia quantificabile.
    Il loro posto - e quindi l'incarico di "selettori naturali" - è stato preso dai cacciatori.



    L'inverno rigido è il peggior nemico di tutti gli animali vecchi o malati. Da sempre la selezione naturale fa sì che solo gli esemplari ben nutriti possano superare la stagione invernale.
    È vietata la caccia in presenza di ghiaccio e neve perchè gli animali si espongono rischiosamente per cercare cibo, sono maggiormente visibili e sono indeboliti dal freddo e dalla fame.