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martedì 31 gennaio 2012

L'inverno senza neve in Trentino: lati positivi e turismo discutibile

il sottoscritto che spala neve
Inverno senza neve in Trentino? Poco male!
Non nevica in inverno? Basta strapparsi i capelli, valutiamo anche i lati positivi! Neve significa neve da spalare e marciapiedi coperti dal ghiaccio dove si scivola e ci si fa male. Neve significa tonnellate di sale gettati nell'ambiente, neve significa ruspe e pale meccaniche che fanno i soliti disastri, rovinando il manto stradale. Neve significa alberi che cadono sotto il peso eccessivo e animali selvatici senza più cibo. Le piste da sci restano vuote e l'industria del turismo ne risente? La mancanza di neve deve essere calcolata come un rischio del mestiere. E poi, francamente, gli incassi del turismo finiscono nelle tasche di chi è inserito nel settore. Tutti gli altri, questa fantomica ricchezza, non la vedono neanche di striscio.

Spalare neve, a ogni ora del giorno
Chi abita in regioni più miti non si rende bene conto cosa significa la neve che cade e si accumula per trenta centimentri e oltre. Gli operatori del comune di Trento puliscono le strade, ma il cortile di casa, il cancello, le stradine private... chi li pulisce? Per evitare l'isolamento e i disagi bisogna darsi da fare, personalmente: bisogna prendere una pala ed aprire una rotta, cioè un passaggio che permetta alla macchina e alle persone di entrare e uscire. La neve può essere di due tipi: farinosa e bagnata. Se è troppo farinosa vi scappa dalla pala, visto che non ha consistenza (e quindi è meglio usare una scopa), se la neve è bagnata pesa un quintale.

La neve è scenografica, ma anche un inverno senza neve lo è
La neve che cade è suggestiva, così come la sua distesa bianca che ricopre ogni cosa. Questo vale per chi non l'ha mai vista in vita sua. Perchè un inverno senza neve non è inverno, non è...
La foto qui a destra conferma la tesi opposta: un inverno senza neve è ugualmente suggestivo. La Paganella appare blu, ma c'è da aggiungere che questo è il suo lato meridionale e dall'altra parte potrebbe essere bianca e innevata.

Chi si diverte a sciare in discesa
La discesa nello sci alpino è uno sport che francamente non capisco, assomiglia quasi a una catena di montaggio: masse di persone salgono in quota con una seggiovia e poi, con gli sci, ritornano a valle, per inerzia. E poi ripetono il processo finché non si stancano. O non si annoiano. Che senso ha la discesa? Ripeto: si scivola sul ghiaccio o sulla neve battuta, scendendo per inerzia, come una pietra che rotola, in mezzo a tanti scalmanati che tagliano e provocano un sacco di incidenti ogni stagione. Su una pista che è stata ottenuta disboscando ettari ed ettari di bosco.

Marciapiedi coperti da lastroni di ghiaccio
A proposito di scivolare sul ghiaccio: dopo che ha nevicato, se cala la temperatura, la neve ghiaccia. Diventa un lastrone infido, dove è difficile stare in piedi, anche con gli scarponcini. Solo con dei ramponi da alpinista, che si piantano nel ghiaccio, si può mantenere un passo sicuro. Immaginate i disagi per gli anziani, ma non solo loro, che scendono dall'autubus e che devono fare della strada.
Perchè lo strato di soffice neve diventa tutti gli inverni una trappola micidiale? 

Lo zampino degli operatori del Comune...
I lastroni di ghiaccio sui marciapiedi sono causati dall'imperizia di chi deve tenere pulita la strada. Se un tempo questo lavoro veniva fatto a mano, con la pala di sopra, oggi si usano pale meccaniche. Sui marciapiedi operano le piccole ruspe, con effetti disastrosi: se una volta lo stradino puliva meticolosamente, ora la pala della ruspa livella e pressa lo strato di neve, trasformandolo nel lastrone ghiacchiato.
Senza contare che questi potenti mezzi hanno effetti devastanti sulle pavimentazioni di sanpietrini, che vengono letteralmente asportati. Così, in primavera, il comune di Trento deve mandare le sue squadre a riparare i danni da loro stesse cagionati. 

Ma, se proprio volete la neve, in quota ce n'è
Chi proprio vuole sciare scia senza problemi. In quota, la provincia autonoma di Trento spende milioni di euro per finanziare impianti di risalita, cannoni spara neve, i relativi laghetti artificiali e le strutture alberghiere. Sarei curioso di confrontare quanti soldi vengono ceduti al turismo invernale e quanti tornano indietro. Soldi pubblici che finiscono nelle grinfie di imprenditori privati e non c'è una ricaduta positiva su tutta la comunità.
Non si può trasformare una montagna in una pista da sci per gli interessi di pochi avventori e per la voglia di chi ama fare discesa per provare un po' di brivido della velocità.

domenica 18 dicembre 2011

La neve, la fata e i folletti: un ritratto di Natale

Nuovo ritratto a tema fantasy. Una fata (la chiamo così, è difficile trovare un nome calzante che non sia boscaiola...) si ripara nell'incavo di un albero. Fuori, sotto i fiocchi di neve che cadono, dei folletti le ritrovano la scarpetta perduta.

Gli elementi di partenza per il disegno erano tre:
  • la modella avrebbe impersonificato una fata..
  • ..circondata da folletti..
  • ..sotto i fiocchi di neve (ispirazione personale, visto il periodo)

Lorena, di Andrea Baldessari

tavoletta grafica Wacom Volito 2, Corel Painter IX, matita coprente
stampa 20 per 30 cm sul mio sito personale



Un po' Biancaneve e Cenerentola
La fanciulla nascosta nell'incavo di un albero, con dei folletti intorno. Ricorda un po' la fiaba di Biancaneve? I nani sarebbero sette e leggermente più grandi dei folletti, nel ritratto, però, sembrano comunque un po' pasticcioni. La ragazza appare innocente come la protagonista.
La faccenda della scarpetta ricorda, invece, Cenerentola.



Sotto i fiocchi di neve
La ragazza fissa, in posa quasi, col volto distante, un fiocco di neve che cade.
I fiocchi di neve, con la caratteristica forma a cristallo, li ho disegnati enormi, o forse sono la fata e i folletti a essere minuscoli. Mi sono ispirato a delle foto che avevo scattato l'anno scorso.



Ritratto in progressione, il video
La sequenza dei salvataggi di Corel Painter. La macchia bluastra che si vede verso l'inizio è proprio un errore del salvataggio del programma di disegno (mi era già capitato qualcosa del genere...) Guarda caso, premendo sul fiocco di neve, Youtube fa nevicare... (finchè la funzione sarà abilitata, quindi per tutte le Feste)


Vedi anche:
disegno precedente       -       disegno successivo     

lunedì 20 dicembre 2010

[oggi] Animali sotto la neve, il presepe e i fiocchi. Il lungo inverno 2010-2011

Gelido, lungo e suggestivo. Iniziato prematuramente, con nevicate abbondanti in pieno autunno. Così posso descrivere l'inverno trentino del 2010-2011. L'ho immortalato con diverse foto, più in giù quelle degli splendidi fiocchi di neve, e con un filmato sugli animali di casa.


Un omaggio video, abbastanza umile, agli animaletti che vivono sotto i rigori dell'inv... autunno! Quest'anno ha iniziato a nevicare molto presto e le tre galline e i due conigli, di cui un esemplare nano e un cucciolo, si sono dovuti adattare. Notate la scena del ghiacciolo: l'ho montata al rovescio. L'avevo ripresa dal basso verso l'alto ma non aveva senso. Allora l'ho invertita e, con un po' di fortuna, l'ho messa in sincronia con le gocce che scendono.


La musica è di Antonio Vivaldi, Le quattro stagioni: L'Inverno (Largo). L'ho scelta per quel pizzicare di corde che si sente in sottofondo. Mi ricorda un po', ma solo un po', uno dei versi delle galline.


Vi piace il video? Eccone altri due...
Ne ho fatti un altro paio prima di questo. Uno sui pulcini che crescono e l'altro su tutti gli animali che abitano da basso.


Il presepe personale
D'ora in avanti nessuno mi potrà dire che non faccio mai il presepe.

presepe natale
Note:
  • la gallina non sta mangiando i piedi a Gesù bambino
  • il soldato col bavaglio (dei Tipi Tosti) non sta convincendo il sopracitato neonato ad abbracciare la fede in qualche dio Sole
  • l'altro soldato proviene da un gioco a mattancini, antagonista del Lego tradizionale, che fino a qualche tempo fa, si proclamava pacifista. Questo invece era prettamente militare, con i mattoncini color verde oliva e macchine da guerra
  • la bestia marrone è un cane bistrattato. Fa schifo a tutti. Forse è per questo che è rimasto qui e non è stato perduto/sottratto/smembrato dagli inquilini
  • sullo sfondo compare il poteriore di un cervo. Si tratta di un angolo della stampa di un mio disegno

La caccia al fiocco perfetto, foto in macro
Quando nevica e la temperatura resta molto bassa, allora i fiocchi di neve vengono giù come mamma li ha fatti. Puoi ammirare a occhio nudo la magica geometria dei cristalli e resti sbalordito. Abbiate pietà: le foto sono state scattate con una modesta Fujifilm FinePix Z100, con il macro al massimo.

 La temperatura era scesa a -7 e i cristalli di neve non si scioglievano.

foto e video realizzati con una Fujifilm FinePix Z100fd

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venerdì 12 febbraio 2010

[ambiente] Le cinque minacce per gli animali selvatici

 
Un paio di esemplari di capriolo, in alto un cucciolo e sotto un maschio adulto.


I caprioli e tutte le altre sfuggenti creature dei nostri boschi conducono una vita abbastanza rischiosa. Devono fronteggiare, infatti, 5 minacce:

  1. attività venatoria
  2. investimento da automobile e da macchina agricola
  3. cani liberati nei boschi dai passanti
  4. predatori naturali
  5. inverno rigido


    È risaputo che i cacciatori uccidono ogni anno un alto quantitativo di animali selvatici. Camosci, cervi, caprioli, volpi e molte specie di volatili subiscono le conseguenze dell'attività venatoria umana. Sebbene il danno sia rilevante bisogna aggiungere che, in genere, tale attività è rigidamente regolamentata, tassata e i controlli delle guardie forestali sono molto frequenti.
    Molti cacciatori, inoltre, si assumono l'importante compito di censire la popolazione animale, contribuiscono a salvaguardare i sentieri e la pulizia del territorio forestale e monitorano la salute degli animali.
    Spesso questi comportamenti vengono considerati come dettati dall'opportunismo: è evidente che un cacciatore deposita del cibo o del sale per attirare le prede nella sua zona o si documenta in modo approfondito sul capriolo per conoscere meglio le sue abitudini e sfruttarle a suo favore.



    Le automobili rappresentano un pericolo indiscriminato per gli ungulati e gli altri animali che si muovono nei pressi delle strade. Il comportamento irresponsabile dei guidatori, cioè velocità molto elevata e riflessi deteriorati dalle sostanze alcooliche, fa sì che gli investimenti mortali siano elevatissimi, ogni anno.
    Abbastanza assurdi sono i provvedimenti di alcune Province che prevedono il rimborso agli automobilisti per i danni cagionati dagli investimenti. La colpa è solo ed esclusivamente dell'uomo, visto che le strade hanno tagliato gli habitat di queste creature e i conducenti non seguono quasi mai su strada una condotta prudente.
    Da aggiungere il pericolo rappresentato dalle macchine agricole: molti cuccioli infatti si nascondono nell'erba alta dei campi e vengono spesso uccisi o mutilati dalle lame delle trebbiatrici, delle falciatrici e delle svolta-fieno. Il loro istinto, purtroppo, li costringe a restare immobili.



    Altro pericolo notevole ma quasi sconosciuto sono proprio i nostri cani. Molte persone liberano il propio amico a quattro zampe per concedergli un po' di respiro e l'occasione per sentirsi libero.
    È un comportamento positivo, certo, ma deve essere svolto con buon senso e responsabilità. Ricordiamoci che i nostri cani sono inanzitutto dei predatori, predatori molto efficenti - meglio sottolineare - capaci di uccidere intere cucciolate e, meno spesso, alcuni esemplari adulti.
    Meglio quindi restare sempre vicini al proprio cane e richiamarlo quando scompare alla vista. Potrebbe, infatti, aver fiutato qualche animale ed essergli alle calcagna.


    Si può dire che il pericolo dei predatori naturali, oggi, quasi non esiste più. Orsi, lupi, volpi e aquile sono ormai decimati e in quantità tali da non rappresentare più una minaccia quantificabile.
    Il loro posto - e quindi l'incarico di "selettori naturali" - è stato preso dai cacciatori.



    L'inverno rigido è il peggior nemico di tutti gli animali vecchi o malati. Da sempre la selezione naturale fa sì che solo gli esemplari ben nutriti possano superare la stagione invernale.
    È vietata la caccia in presenza di ghiaccio e neve perchè gli animali si espongono rischiosamente per cercare cibo, sono maggiormente visibili e sono indeboliti dal freddo e dalla fame.