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sabato 24 marzo 2012

La storia del coniglio coraggioso


Quello a destra è un coniglio coraggioso: si è intrufolato a casa ieri notte, passando accanto a due cani addormentati per raggiungere la femmina. Nel pomeriggio lo abbiamo catturato e liberato nel bosco, a un chilometro di distanza. Stanotte è ritornato per stare con la compagna. Magari diventerà papà, di coniglietti coraggiosi.
Sembra una scena del romanzo/cartone animato La Collina dei Conigli...

Il coniglio coraggioso
Questo esemplare di coniglio sfata il mito del coniglio codardo, capace solo di scappare.
Schivo e scattante, sembra proprio un coniglio selvatico, probabilmente figlio o nipote di qualche coniglio evaso dalla fattoria educativa o da qualche famiglia.
Sul muso si nota la muta, il momento in cui il coniglio rinnova il manto, perdendo il pelo invernale per sostituirlo con uno più leggero.


La femmina che attrae il coniglio coraggioso
Come nei poemi epici, dietro le grandi imprese c'è sempre una bella donna. In questo caso questo esemplare femmina di coniglio bianco a macchie marroni, che attrae anche il coniglio nano, nel recinto adiacente. Le foto dei due conigli sono visualizzabili qui.

Come andrà a finire?
Ora il recinto separa il coniglio innamorato dalla sua compagna, ma ieri sono stati insieme, per una mattinata intera... (foto in alto)
Alla luce dei fatti recenti, acchiappare il coniglio si rivela inutile, oltre che arduo. L'ultimo suo avvistamento è avvenuto nel cortile, dalla parte opposta del recinto, quindi si muove su un terreno battuto da due cani.
Chissà come andrà a finire...


Aggiornamento 31 marzo 2012
Il coniglio selvatico era stato nuovamente acchiappato e mandato in esilio a debita distanza. Tuttavia oggi è ritornato, per la terza volta...
Si muove circospetto, nascondendosi durante i tentativi di cattura:

Ma il suo obiettivo rimane sempre raggiungere l'esemplare di coniglio femmina, oltre la rete del recinto:

La femmina scava sotto la supervisione del coniglio selvatico per cercare di evadere, ma viene fermata dallo strato roccioso. Anche il coniglio nano assiste alla scena:

Il coniglio è stato nuovamente allontanato, stavolta a Cadine, molto più lontano...

foto scattate con una Fujifilm FinePix Z100fd

lunedì 21 febbraio 2011

[comportamento] Gli animali, passatempo dei bambini. Peluche vittime del sadismo

Gli animali non sono peluche, mi sembra abbastanza lampante come ragionamento. Eppure molti genitori si lasciano piegare davanti ai capricci di figlioletti estasiati, che non appena visitano un negozio di animali si improvvisano allevatori provetti, strani zoologi o cose del genere.
Ai bambini piace vedere gli animali, ma non li sanno tenere (in vita), fatevelo entrare nella testa. Le fiere degli animali sono tentazioni molto grandi. Vengono venduti migliaia di animaletti indifesi, la maggior parte dei quali morirà tra le mani stritolatrici dei giovani proprietari, o per l'inesperienza dei genitori, o per l'appetito del gatto-cane di casa.
Tra non molto a Trento, dal 19 al 20 marzo 2011, ci sarà la Fiera di San Giuseppe, un mercato di bestie che coinvolgerà tutto l'abitato. Pensateci bene, prima di comprare qualche animale. Disponete di uno spazio adeguato? Potete garantirgli una vita dignitosa?
Voglio raccontarvi che fine hanno fatto alcuni di questi animali...

Tre casi - Il sadismo dei bambini - Dignità e pragmatismo

Primo caso: il coniglio da allevamento.
Il coniglio da allevamento regalato dal vicino, previo capriccio. Dopo il primo periodo di strapazzamento è stato rinchiuso in una gabbia di un metro per cinquanta centimentri. Quando il coniglietto era piccolo come un criceto lo spazio poteva considerarsi adeguato, ora non più.
Uno pensa: gli è andata bene, se restava dov'era veniva macellato, finiva in pentola. Ora è solo condannato a vivere in uno spazio ristretto, da solo e al freddo, senza potersi scavare la tana. Sinceramente non credo che questo sia un miglioramento delle sue condizioni. 
Morale? Il coniglio non doveva venire preso, i capricci non dovevano venire assecondati.
Aggiornamento: le condizioni del coniglio sono migliorate, come si vede in queste foto.

Secondo caso: il coniglio nano, di razza Ariete.

Il coniglio nano di razza Ariete è un animale da compagnia. Non rosicchia niente quindi presumo sia anche un animale da appartamento, come lo è un cane o un gatto.
Invece, dopo il solito strapazzamento iniziale, è stato prima cacciato nella gabbia (quella di sopra) e poi in un recinto di circa 10 metri quadrati. Anche se lo spazio è quasi ortodosso, l'animale è stato confinato, messo in isolamento. Ridicolo, per un animale da compagnia. La condizione si è evoluta a tal punto che l'animale socializza con il gattaccio della foto in alto (che, se non avesse lo stomaco pieno, non so come andrebbe a finire...). Da notare che tenta accoppiamenti con le galline di cui scrivo sotto.


Terzo caso: i pulcini
Avevo già pubblicato le loro foto e un paio di video, qui sul blog. 
Delle cinque creature, a distanza di un anno, diventate galline da carne, ne sono sopravvissute solo due, delle quali una è rimasta nana. Delle altre tre, due sono morte per un ascesso al gozzo, che ostruiva la digestione, e la terza per una paralisi che ha colpito, progressivamente, tutto il corpo. Mi ero dato da fare perchè i pulcini non venissero ammazzati dalle attenzioni scalmanate dei bambini. Eppure tre su cinque sono morti, come mai?
I motivi possono essere due:
  1. questi pennuti sono predisposti per vivere sei mesi, fino alla macellazione, non di più. Le uova vengono fecondate con qualche tipo di irradiamento o in qualche altra maniera industriale. Facile aspettarsi mutazioni e problemi di salute
  2. i pulcini venduti nelle fiere sono quelli scartati dalle selezioni negli allevamenti. Immaginatevi milioni di pulcini su un nastro trasportare e gente esperta che vede a occhio quali sono gli esemplari buoni e quelli no. Solitamente quelli deboli vengono ammazzati, ma, se ci sono fiere degli animali in vista, possono venire venduti e generare profitto.
Il sadismo dei bambini
Il bambino di per sé non conosce legge o etica, ha un comportamento completamente deviante. La bambola viene maltrattata, i quaderni vengono strappati, l'ordine viene messo a soqquadro. Capisce al volo i comportamenti scorretti e fa fatica ad apprendere quelli corretti. Fenomeno assolutamente normale.
Si definisce sadico chi esercita il proprio potere su un'altra persona e, perchè no, anche su un animale. Lo si deve soggiogare, si deve limitare la sua libertà, bisogna punirlo se non obbedisce ai desideri più assurdi. Un bambino alle prese con un animale spesso si rivela un sadico. Pensa subito a una gabbietta nel quale imprigionarlo, se deve disegnarlo lo ritrae legato per evitare fantomatiche fughe. Lo afferra, lo stritola con la scusa di abbracciarlo e lo percuote con goffe carezze. Tutto per il gusto di maltrattarlo, per il piacere di sentirsi superiore, di imporsi sull'animale.

Non voglio fare l'allarmista: i sadici possiamo trovarli ovunque. Politici in parlamento, ufficiali in caserma, professori a scuola, genitori in famiglia, partner in amore, sono un po' dappertutto.
Però c'è differenza tra allevare un animale e possederlo. Un bambino non lo capisce, è il genitore che deve impegnarsi a farlo rigare dritto. Bisogna cancellare dalla loro testa ogni storia di gabbie o di catene, qui si parla di un essere vivente e spesso anche il genitore fa l'indifferente, il pressapochista. Cosa vuoi che sia, è solo un pulcino. Credo che tra uno che parla così e un pulcino abbia maggior diritto alla vita il secondo.


Dignità e pragmatismo.
L'allevatore si comporta con più razionalità, imprigiona e uccide sì delle bestie, ma dietro almeno c’è un motivo (più o meno condivisibile): lo fa per vivere e per nutrire un numero vastissimo di esseri umani. Gli animaletti comprati per i bambini, invece, vengono maltratti e uccisi per soddisfare voglie infantili e malsane. Quello che si può, che si deve fare, è trattare ogni essere vivente con la dignità che merita.

lunedì 20 dicembre 2010

[oggi] Animali sotto la neve, il presepe e i fiocchi. Il lungo inverno 2010-2011

Gelido, lungo e suggestivo. Iniziato prematuramente, con nevicate abbondanti in pieno autunno. Così posso descrivere l'inverno trentino del 2010-2011. L'ho immortalato con diverse foto, più in giù quelle degli splendidi fiocchi di neve, e con un filmato sugli animali di casa.


Un omaggio video, abbastanza umile, agli animaletti che vivono sotto i rigori dell'inv... autunno! Quest'anno ha iniziato a nevicare molto presto e le tre galline e i due conigli, di cui un esemplare nano e un cucciolo, si sono dovuti adattare. Notate la scena del ghiacciolo: l'ho montata al rovescio. L'avevo ripresa dal basso verso l'alto ma non aveva senso. Allora l'ho invertita e, con un po' di fortuna, l'ho messa in sincronia con le gocce che scendono.


La musica è di Antonio Vivaldi, Le quattro stagioni: L'Inverno (Largo). L'ho scelta per quel pizzicare di corde che si sente in sottofondo. Mi ricorda un po', ma solo un po', uno dei versi delle galline.


Vi piace il video? Eccone altri due...
Ne ho fatti un altro paio prima di questo. Uno sui pulcini che crescono e l'altro su tutti gli animali che abitano da basso.


Il presepe personale
D'ora in avanti nessuno mi potrà dire che non faccio mai il presepe.

presepe natale
Note:
  • la gallina non sta mangiando i piedi a Gesù bambino
  • il soldato col bavaglio (dei Tipi Tosti) non sta convincendo il sopracitato neonato ad abbracciare la fede in qualche dio Sole
  • l'altro soldato proviene da un gioco a mattancini, antagonista del Lego tradizionale, che fino a qualche tempo fa, si proclamava pacifista. Questo invece era prettamente militare, con i mattoncini color verde oliva e macchine da guerra
  • la bestia marrone è un cane bistrattato. Fa schifo a tutti. Forse è per questo che è rimasto qui e non è stato perduto/sottratto/smembrato dagli inquilini
  • sullo sfondo compare il poteriore di un cervo. Si tratta di un angolo della stampa di un mio disegno

La caccia al fiocco perfetto, foto in macro
Quando nevica e la temperatura resta molto bassa, allora i fiocchi di neve vengono giù come mamma li ha fatti. Puoi ammirare a occhio nudo la magica geometria dei cristalli e resti sbalordito. Abbiate pietà: le foto sono state scattate con una modesta Fujifilm FinePix Z100, con il macro al massimo.

 La temperatura era scesa a -7 e i cristalli di neve non si scioglievano.

foto e video realizzati con una Fujifilm FinePix Z100fd

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venerdì 25 giugno 2010

[oggi] Un video dedicato ai miei amici

Dopo i due brevi filmati dei pulcini ora tocca agli altri animali di casa: il cane, il coniglio, le galline... 
Ho messo insieme alcuni video girati nell'ultimo anno ed ecco il risultato:


Compaiono:
  • Demo, il cane da caccia che ci ha fatto compagnia per ben nove anni. Purtroppo è morto da pochi mesi. Gli ho dedicato anche un disegno.
  • Il coniglio nano, di razza "ariete". Una volta si chiamava, per l'appunto, Ariete, ora invece i nipotini lo chiamano Silvio.
  • Quattro delle galline che teniamo. 
Girare un video sugli amici a quattro zampe sembra facile ma non lo è per niente. Non ricevi alcun aiuto da loro, anzi, vengono messi a disagio dalla fotocamera. A volte poi, vorresti filmarli in determinati atteggiamenti ma per farlo sei costretto a riprenderli per ore e ore, sperando che, per abitudine, l'animaletto insceni quello che desideri. Davanti all'obiettivo non capita quasi mai.

L'audio è stato aggiunto con la funzione Audioswap di Youtube, per evitare di incorrere nei soliti problemi di copyright. Il brano è una delle tante versioni di Amazing Grace.

    foto e video realizzati con una Fujifilm FinePix Z100fd
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    sabato 8 maggio 2010

    [comportamento] Paranoie sulla vita, paranoie sulla morte



    Riporto una riflessione che ho portato avanti diverso tempo fa.

    Vorrei spendere due parole sulla paronoia che annulla tutte le altre paranoie. Il pensiero che un giorno scomparirò mi spaventa tantissimo, non lo nego. Mi spaventa anche il pensiero che perderò le persone care. Quindi è inevitabile: i pensieri corrono e la ragione cerca di metterli in ordine... vediamo.


    1. distinguere il vivo dal senza-vita
    2. distinguere gli uomini dagli altri esseri viventi?
    3. abisso tra vita e non-vita
    4. scenari sulla morte
    5. risposte?

    Distinguere ciò che è vivo da ciò che è morto
    Separiamo i vivi dalle cose senza vita. In cosa differiscono i due gruppi? Consideriamo l'ultra-piccolo.
    Nel movimento forse? No. Se così fosse anche un oceano sarebbe vivo: le sue molecole si muovono. Anche le profondità roventi della terra sarebbero un po' vive. Anche i deserti sabbiosi. Anche gli ammassi di granelli di ghiaccio nelle nuvole sarebbero vivi. Anche le fiamme del fuoco. Anche i macigni che rotolano giù dalle montagne e i ghiacciai, ovvio un po' meno vivi perchè lentissimi.
    I vivi dai non-vivi differiscono per il movimento attivo. Le cose senza vita ne sono prive, sono completamente passive. Invece noi possiamo muoverci contro la forza del vento e allo stesso modo una pianta può affondare le radici nella roccia per cercare oltre l'acqua.
    Il movimento attivo è causato da reazioni chimiche, dentro i muscoli, e da impulsi elettrici, nel sistema nervoso.
    Quindi, la morale è che siamo, per merito dell'evoluzione, degli organismi molto sofisticati, dei congegni a tempo, delle fabbriche che trasformano la materia in energia, delle fortezze difese da anticorpi.
    Però. Per molti, anche per me che mi professo cristiano, questa definizione è riduttiva, abbiamo anche una frazione spirituale. Ma a questo punto sorge un problema...


    Si distinguono gli uomini dagli altri animali e dai vegetali
    Ci insegnano che gli uomini hanno l'anima e gli altri no. Ma... come è possibile? Facciamo tutti parte dell'insieme dei vivi. Perchè il mio cane non può avere l'anima? Si merita il paradiso, più di me, più di tantissimi altri esseri umani. Idem per un albero: ha passato tutta la vita a donarci ossigeno e i suoi frutti.
    In cosa siamo realmente differenti dagli animali? Anche loro hanno comportamenti sociali e famigliari, sono opportunisti, si adattano. Riduciamo il coraggio delle formiche operaie che si sacrificano per la regina a mero istinto. Le stesse formiche "mungono" gli afidi e coltivano i funghi. I lupi venerano, a loro modo, la luna piena, come noi andiamo in chiesa. I maschi dei leoni o dei cervi si ammazzano per dei rapporti sessuali con le femmine.
    Forse siamo diversi per l'arte. Gli animali sembra che non vogliano sprecare tempo in inutili, per loro, raffigurazioni/celebrazioni di eroi maschili o di femmine provocanti. Allora l'arte è la manifestazione delle nostre anime, se gli animali non ce l'hanno? Chissà...

    Promemoria: tra i vivi e i non-vivi c'è un abisso. Non riesco a credere nella teoria del brodo primordiale. C'è uno scarto troppo grande tra un granellino di sabbia e una cellula. C'è un abisso tra una statua di bronzo e la mia persona che sta perdendo 3 ore a scrivere queste cose...
    L'evoluzione, se fosse stata corretta, avrebbe premiato gli esseri viventi migliori, i più capaci, i più letali. Ma noi umani non siamo i migliori. Siamo fragili. Senza le nostre comodità moriremmo tutti nel giro di qualche giorno.

    Ovviamente non ho risposte, quindi sorvolo e ipotizzo alcuni scenari sulla morte.
    Un paio di premesse importanti:
    1. Chi afferma che non ha paura di morire dice il falso. Non voglio perdere tempo a spiegare questa affermazione.
    2. Siamo tutti preoccupati riguardo a cosa ci succederà dopo la morte. Anche gli atei. Perchè una parte di loro crede nella vita aliena, un'altra parte nei fantasmi e nell'esoterismo e la parte restante si dà molto da fare nella vita sessuale al motto "carpe diem". Gli alieni sono visti come i nostri creatori, o allevatori. Le stelle sono viste come divinità. I fantasmi e le presenze sono gli spiriti dei morti. La spiccata attività sessule nasconde la preoccupazione di avere dei discendenti e quindi di portare avanti la nostra specie.
    Vediamo i possibili scenari:

    Magari l'Aldilà esiste perchè siamo noi stessi a crearlo. Mettiamo che i veri fedeli monoteisti in questo istante, su questo mondo, siano mezzo milione. Abbiamo mezzo milione di persone che credono fermamente in un unico Dio e nella vita eterna e che continuano a pensarci, a inviare preghiere. E se noi esseri umani avessimo una forza mentale nascosta? Avremo mezzo milione di piccoli impulsi che convogliano in unico "concetto". E lo creano. Certo che lo sforzo di queste persone devote deve essere costante...

    Siamo dei San Tommaso, cioè abbiamo bisogno di vedere per credere. E quindi siamo ansiosi di assistere a un prodigio o a una visione per assicurarci che esista realmente un'altra vita. Ma siamo sicuri di voler assistere a queste "prove"? Secondo me, se avessimo la certezza di un'altra vita, migliore di questa, impareremo una maniera rapida e indolore per effettuare il trapasso...

    Una credenza molto bella è quella di Gaia, lo Spirito della Terra. Quando moriamo il nostro spirito si ricongiunge a quello enorme del pianeta, perchè siamo tutti "ingranaggi" del nostro pianeta e come noi ci serviamo di lui, lui allo stesso modo si serve di noi. Si tratta di una concezione molto ecologica che non considera la morale: lo spirito del santo finirebbe "amalgamato" con lo spirito del pazzo omicida. La teoria viene ripresa anche dal toccante film d'animazione Final Fantasy, The Spirit Whitin.

    Mettiamo che il paradiso esiste. Ma.. quali sono i requisiti per entrare? Le leggi morali le abbiano create noi e sono variate nei secoli... La concezione di Dio è cambiata nei secoli: per gli ebrei è un Dio giusto, che in quanto giusto a volte è punitivo; per i cristiani invece è misericordioso. Quindi, a questo punto mi viene un dubbio. Una persona impiega la sua vita per il prossimo e per questo soffre e vive senza agi. Quando avviene il trapasso siamo sicuri che andrà in Paradiso? E se trova un mondo regolato da leggi diverse?

    Il culto degli antenati. Personalemnte ci credo. Esiste fin da sempre. Il pensiero di avere accanto a noi uno spirito che ci accompagna ci rinfranca. Se i miei genitori sognano i nonni o le nonne allora il giorno dopo dedicano loro una messa. Magari i nostri genitori, e prima di loro i nostri avi, hanno lasciato la loro "traccia" dentro di noi. Va bene, i cromosomi e il codice genetico, l'educazione, il dialetto. Ma spero che ci sia qualcos'altro.

      Spero di non avervi annoiato, se mai siete arrivati fino in fondo... sono tutti discorsi senza soluzione, se l'avete allora siete pregati di rispondere, grazie.