Lungo la strada Lavè avrò l'occasione di vedere i resti della paleofrana del Bondone. Il punto di distacco della frana è ben visibile dalla malga di Mezavia (foto sopra).
Partenza da Baselga del Bondone
Parto da Baselga del Bondone. In cima al paese e, all'altezza del capitello, bisogna svoltare completamente a sinistra e prendere la strada per Omalga. Qui si può salire fino ai prati di Porcil, superarli e arrivare a Sant'Anna o, come ho fatto io, prendere la stradina che taglia i prati di Omalga, superare il Doss Corf e proseguire sulla strada forestale fino a Sant'Anna.
A sinistra un blocco di selce nella pietra del muro. A destra un tratto della strada scavato nella roccia.
Sant'Anna
Arrivo quindi a Sant'Anna, ex monastero, ora sparuto gruppo di case che guardano su Sopramonte. La fontana fornisce acqua potabile e fresca.
La strada Lavè e la paleofrana
Scendo per la strada diretta a Sopramonte, ma solo per poche centinaia di metri: all'incrocio, infatti, riprendo la salita lungo la strada Lavè. La strada bianca si snoda tra distese di macigni. Sono tantissimi e si capisce subito di stare sul letto di un'antica frana, una paleofrana appunto. Il nome Lavè sarebbe riconducibile a Oveno, cioè l'attuale paese di Sopramonte, ma, secondo alcune credenze, il vero Oveno sarebbe sepolto in questa località.
Quasi alla fine della strada Lavè scopriamo un tabellone che spiega nei particolari l'antica paleofrana del Bondone. Causata da un violento terremoto migliaia di anni fa, la frana si staccò dalla cima Palon a 1900 metri di quota. I macigni arrivarono fin quasi a Sant'Anna, a quota 700 metri, seppellendo qualsiasi cosa sotto venti metri di roccia.
Malga di Mezavia
Finalmente, dopo ancora un po' di salita e dopo esserci immessi sulla strada asfaltata, si arriva alla malga di Mezavia, un terrazzo isolato e tranquillo del monte Bondone.
Il ritorno
Dalla malga di Mezzavia si sfreccia giù per la strada fino alla malga Brigolina. Qui il pascolo si estende a perdita d'occhio e ospita diversi capi di bestiame. Sullo sfondo della foto a destra si scorgono i prati del Malghet:
una mucca distesa nella malga, sullo sfondo la cima Paganella |
A destra un ingegnoso sistema per accatastare i tronchi di abete, incontrato lungo la strada.
foto scattate con una Fujifilm FinePix Z100fd
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