C'era il sole, ma non faceva molto caldo, condizione ideale per l'escursione in salita. A piedi ho impiegato due ore a salire e una per scendere. Con la bici i tempi si sarebbero accorciati.
Partenza da Baselga del Bondone
Solito punto di partenza: Baselga del Bondone. Abbiamo un punto di riferimento per arrivare al Malghet: la vistosa parete rocciosa del Doss Nero, altura imponente tra il territorio di Sopramonte, Baselga del Bondone, Vezzano e Vigolo.
Bisogna attraversare il paese fino al capitello e si prende la strada di Omalga. Da qui dirigersi a Sant'Anna.
Scalo intermedio: Sant'Anna
Da Sant'Anna si gode di un ottimo paesaggio sul Gazza e sulla Paganella. Oltre alla chiesetta ci sono altre vecchie case, alcune in via di restauro. C'è anche la fontana, essenziale per rifornirsi di acqua fresca.
Oltre il pascolo di Sant'Anna si nota il nostro punto di riferimento: la parete rocciosa. Ora un po' più vicina.
Imboccare il sentiero giusto...
Giunti a Sant'Anna c'è un incrocio. Bisogna prendere la strada forestale centrale, evitando la strada bianca che costeggia il pascolo (foto sopra) e la strada bianca che scende a Sopramonte.
Poi si prende il primo sentiero a destra e, di nuovo, il prossimo sentiero a destra. Si sale fino a raggiungere il capolinea di una strada forestale, la si percorre fino a prendere l'ennesimo sentiero a destra e si continua a salire e salire finchè il bosco non si dirada e, finalmente, si vedono le distese verdi del malghet e anche la cima Palon del Bondone.
(esistono più sentieri, ovviamente, come la strada che si dirama dalla strada Lavè o la strada della malga Brigolina che, superata la malga di Mezavia, arriva fino al Malghet...)
Arrivati al Malghet:
Nella foto in alto a destra, sotto la Paganella, si scorge Monte Terlago.
La paleofrana del Bondone: la cima Palon intaccata
Dal Malghet si nota ancora meglio il percorso dell'antica e tremenda frana che si staccò dalla cima Palon del Bondone scendendo per più di mille metri di dislivello, coprendo ogni cosa con una spessa coltre di macigni, sulla quale si snoda la strada Lavè.
Ben visibile anche la malga Brigolina:
foto scattate con una Fujifilm FinePix Z100fd
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