Blog parallelo

mercoledì 26 dicembre 2012

Foto dall'orto, quarta puntata: proteggere i profumi e l'abero dei cachi

A sinistra due cappucci (capussi) e un cavalfiore, alcuni degli ortaggi a foglia che sopravvivono ai primi freddi dell'autunno. Ma a novembre l'orto produce ancora insalata pan di zucchero, insalata indivia, radicchio, verze, sedano e rape. 

Le rape e il sedano:

Rosmarino e salvia, i profumi dall'orto:


La salvia e il rosmarino (qui chiamato spic), ma anche la menta, i gambi di sedano (vedi sopra) e l'alloro, diventato un alberello, sono alcune delle piante aromatiche che possiamo coltivare nell'orto. Qui si chiamano anche profumi.
Per difendere dalle prime gelate le piante aromatiche più giovani si possono avvolgere con le piante estirpate dei pomodori, a formare quasi un nido (foto in alto).



L'albero dei cachi
Il kaki, o cachi o diospero o mela d'oriente o albero dalle sette virtù (...), è uno dei più antichi alberi da frutto coltivati dall'uomo, stessa storia del cotogno. Proveniente dalla Cina, tra l'autunno e l'inverno ci dona l'omonimo frutto.
Cachi che pendono dai rami grossi e duri come mele, da stare attenti a non darci dentro, che son dolori. A sinistra un frutto coperto di rugiada e sullo sfondo l'aspetto autunnale dell'orto



Cachi sull'albero:
In autunno inoltrato si procede alla raccolta dei cachi, anche se a Trento, a Piedicastello, vedo alberi lasciati colmi di frutti in pieno inverno. Credo che dipenda dall'assenza di merli e altri volatili affamati, che qui, invece, avrebbero depredato completamente il raccolto.
I cachi sono stati raccolti ancora acerbi, e lasciati a maturare in un luogo fresco e asciutto. Da consumare mano a mano che maturano, diventando carnosi e dolcissimi. I cachi acerbi si possono anche tagliare a fette ed essiccare, bocconcini gommosi e dolci che si conservano per mesi, come quelli del fratello nella foto a destra. Ma non li farete durare così tanto...

il caco alcuni anni fa, senza foglie ma pieno di frutti, davanti alla serra

Una cassetta di kiwi
I kiwi raccolti quest'anno, una sola cassetta. Gli anni scorsi erano di più, ma la pianta ha rischiato di seccare per la siccità estiva.
I kiwi, ancora duri e acerbi, vanno lasciati maturare in un luogo fresco e asciutto.

Foto dall'orto:
frutta e verdura fresca patate, zucchine... l'orto in ottobre e in novembre

martedì 18 dicembre 2012

Code Name: Geronimo, la recensione: film d'azione o documentario?

Code Name: Geronimo (titolo originale: SEAL Team 6: The Raid on Osama Bin Laden) è un film per la televisione. Film per la televisione, ripeto, quindi in pratica un documentario. Una ricostruzione dei fatti approssimativa. Non aspettatevi chissà che filmone d'azione, come aveva sperato il sottoscritto.
Geronimo. Mi aspetto qualcosa di epico da questo nome, una pellicola coerente col titolo, un monumento celebrativo per i NAVY SEAL, le forze speciali della marina americana. Anche la locandina mi sembrava tosta.
Geronimo, in realtà, è il nome in codice di Osama Bin Laden, chiamato anche il camminatore. La loncadina, invece, pare la confezione di un videogioco. E infatti...

Sembra quasi un polizesco all'italiana...
Code Name: Geronimo parte discretamente con l'interrogatorio del prigioniero, che scade con la caduta di stile (o dalle nuvole) del temibile agente segreto. Nelle sequenze successive del pedinamento in auto si svela la piattezza temuta. Colonna sonora povera, in certi momenti attacca bene, ma poi si spegne senza motivo.
Poi entrano in scena le forze speciali americane e il film sembra diventare una pallida imitazione di Black Hawk Down. Solo che Code Name: Geronimo assomiglia ben di più alle fiction della tv. Mediocrità ai livelli di RIS Roma e simili. Troppe riprese fisse, alcune assurde come i primi piani degli agenti della CIA mentre urinano. Con smorfie annesse.

Navy Seal durante l'Operazione Neptune Spear

Quando si accende l'azione si intromette la visuale in soggettiva delle telecamere montate sugli elmetti. Fa sembrare tutto un videogioco. Interessante solo l'intreccio tra le scene di addestramento e le telefonate a casa. I discorsi del comandante sono di poco spessore, pathos zero.

Gli agenti della CIA sono dei comuni mortali che si perdono discorsi da sempliciotti e litigate isteriche, i soldati delle forze speciali comprendono sia ragazzoni dai saldi valori che il don giovanni che cornifica il caposquadra. Caposquadra dalla vita sentimentale travagliata, ma è un espediente classico, l'ho usato anch'io nel romanzo...


trailer italiano:

Tirando le somme...
Code Name: Geromonimo è un film-documentario, una ricostruzione dei fatti sommaria e smentita dai veri protagonisti dell'Operazione Neptune Spear. Una mezza delusione, esattamente come Act of Valor.

sabato 8 dicembre 2012

Le torte della mamma, ottava puntata: crostate trentine con la marmellata

L'immancabile crostata trentina, l'ultimo tassello che mancava per mettere in ordine le prelibate torte della mamma.


Lo strato di marmellata:

La marmellata è l'ingrediente fondamentale della crostata, lo strato di frutta nascosto dalla pasta biscottata, la dolce sorpresa che siamo desiderosi di addentare.

Non bisogna mangiare la crostata calda. Perchè la pasta si disfa, la marmellata ti scotta. Ma il problema sparisce in fretta, quasi quanto la prima fetta. Tanti pensieri per niente.








Una crostata bianca e burrosa:

Un crostata morbida e spessa. Bianca e burrosa. La marmellata strabordante ai frutti di bosco

Altre due crostate: con la marmellata di corniole e cosparsa di zucchero

A sinistra la crostata con la marmellata di corniole, frutti di bosco poco conosciuti e curiose forme ad abbraccio per decorarla. A destra un altro esemplare, dall'aspetto ancora più rustico, biscottato e cosparso di zucchero finché è ancora caldo.

La crostata con la tradizionale scacchiera


Se la crostata con le corniole era ornata con quelle forme curiose a forma di abbraccio, questa presenta la più tipica e famigliare scacchiera. Sotto c'è uno strato di marmellata di prugna (o susina).


Le torte della mamma:

i dolci trentini torta di mele torta nera di Cadine torta di rose
tortel di latte torte al cioccolato pane fatto in casa crostata trentina

foto scattate con una Fujifilm FinePix Z100fd e una Samsung EX1

Le torte della mamma, settima puntata: il pane fatto in casa. Tre varianti: con l'uvetta, dolce e salato

Il pane fatto in casa non è propriamente un dolce, ma resta sempre nelle prime posizioni come gradimento famigliare. La ricetta della mamma prevede anche il latte tra gli ingredienti. E poi, se non ci si accontenta della sua pasta morbida, basta aggiungere un po' d'uvetta o di marmellata. Il bello del pane, infatti, è che può accompagnare qualsiasi cosa.
Seguono tutte le varianti: con l'uvetta, dolce e salato.

pane fatto in casa: morbido e fragrante

ll pane con l'uvetta: in lievitazione e appena sfornato


Il pane dolce con l'uvetta, sopra a sinistra in lievitazione mentre a destra tre pagnotte appena sfornate.
Qui a fianco la grossa pagnotta, curiosamente rovesciata, accanto a un bel bicchiere di succo di mela del contadino. Un buon abbinamento.

Il pane dolce fatto in casa:
Il pane dolce appena uscito dal forno. Mangiandone una fetta si avverte il sapore del burro sulla parte morbida a contatto con la pentola, mentre sopra è dorato e croccante. Il pane dolce non stanca mai, ricco di profumi quando è ancora caldo. Un evergreen intramontabile.

Pagnotte di pane fatte in casa per accompagnare i pasti:


Due grosse pagnotte. Quella a destra un po' abbrustolita sopra, ma dentro la pasta è bianca e morbida. Non sono dolci e si usano al posto del pane comune per accompagnare i pasti.

Le torte della mamma:

i dolci trentini torta di mele torta nera di Cadine torta di rose
tortel di latte torte al cioccolato pane fatto in casa crostata trentina

foto scattate con una Fujifilm FinePix Z100fd e una Samsung EX1