Blog parallelo

martedì 31 dicembre 2019

Cronaca bruna: dicembre 2019

Ma chi te lo fa fare, a mettere il cappotto a degli olivi che anche se fan qualche frutto se lo pappano i merli! A bucarti i guanti e le mani coi rovi spinosi!
Non mi pesa e i rovi aiutano a tenere compatto il cappotto.
E poi le previsioni meteo danno -6C° di minima, li lascio nudi gli ulivi?
Lavare stoviglie di ceramica dentro una grancassa di acciaio, questo sì mi pesa (il malumore della massaia/o credo dipenda inanzitutto da tale attività); subire nel contempo la televisione passiva mi pesa.
Ovvio che, quando s'affina l'arte di lavar le stoviglie, i piatti non scivolano più di mano, ma rimane sempre una fonte di stress. Un conto è autogestirsi in casa, un altro è avere il fiato sul collo, che ti fa passar la voglia.

E' un gesto molto romantico metter le coperte, anche agli ortaggi, in questo caso al pan di zucchero. All'inizio dubitavo sull'efficacia di questa misura che m'ha consigliato il fratello, temevo che sotto un telo non traspirante la cicoria sarebbe marcita.
Mi sono dovuto ricredere: pur essendosi rotto in più punti, il telo ha mantenuto asciutto il pan di zucchero, perciò si sta conservando molto bene.
Pan di zucchero appena tagliato.

Non so se coltiverò ancora le pastinache: il posto nell'orto è quel che è e a trapiantare le piantine si va rovinar la radice. Anziché un unico fittone (nella foto una rara pastinaca venuta bene), ce ne so tre o quattro e non sono molto pratiche da ripulire. Andrebbero seminate direttamente in terra piena, senza tanti spostamenti.






novembre 2019 - CRONACA BRUNA - febbraio 2020

venerdì 6 dicembre 2019

Da Bella ciao a Do it now, che fan rima

Ieri sera ero lì che sonnecchiavo davanti al televisore (accendo il vecchio Sony per Adrian e in altre rare occasioni, tipo per scaldare l'apparecchio e asciugarlo di tutta l'umidità domestica assorbita) e nell'ultima puntata di Adrian sento di colpo la melodia di Bella ciao! Che stia sbeffeggiando l'ex vice-mezzo-premier, possibile? Ma no, son lì che penso, chissà quanti anni fa han disegnato e montato il cartone animato, Celentano non può aver previsto l'attualità e le Sardine!
Lì per lì non seguivo il testo, basito dalla scena - diciamolo, un pelo stravagante - delle donne giganti in biancheria che tiravano giù i grattacieli, e anche un po' deluso dall'epilogo di Adrian (sospetto a causa di due puntate tagliate da Mediaset - il coro di Natale secondo me era pianificato per il 19 dicembre - con un conseguente frettoloso taglia&cuci della serie animata), ma ho mantenuto quel barlume di attenzione per notare che il testo della canzone era in lingua straniera.

Oggi ci ripenso e, previa una breve ricerca, scopro che sulle note di Bella ciao da qualche tempo si canta Do it now. Sing fot the climate:


Da canto partigiano a canto ambientalista insomma, che calza alla perfezione con il messaggio di Celentano in Adrian.
Il ritmo trasporta che è una meraviglia e personalmente preferisco il ripetersi del now, now, now a quel ciao, ciao, ciao che tra un po' mi vien la nausea a sentirlo. Non so quanti di voi conoscono l'origine della parola ciao, ossia (vostro) schiavo, di derivazione veneziana. C'è da dire, tuttavia, che dire alla propria bella di essere suo schiavo ci può stare, è un gesto estremo d'amore. Non sopporto la parola ciao per principio, ecco.
Di sicuro l'assonanza tra i due termini c'è; now ha maggiore incisività.

Segue il testo e la traduzione di Do it now. Sing fot the climate (non ho ancora ben capito quale delle due parti sia il titolo e chi l'ha scritta, so solo che il regista e attivista ambientalista belga Nic Balthazar ha girato il video del canto):

We need to wake up
We need to wise up
We need to open our eyes
And do it now now now
We need to build a better future
And we need to start right now

We’re on a planet
That has a problem
We’ve got to solve it, get involved
And do it now now now
We need to build a better future
And we need to start right now

Make it greener
Make it cleaner
Make it last, make it fast
and do it now now now
We need to build a better future
And we need to start right now

No point in waiting
Or hesitating
We must get wise, take no more lies
And do it now now now
We need to build a better future
And we need to start right now.
Dobbiamo svegliarci
Diventare più saggi
Dobbiamo aprire gli occhi
E dobbiamo farlo adesso adesso adesso
Dobbiamo costruire un futuro migliore
E dobbiamo iniziare proprio ora


Siamo su un pianeta
Che ha un problema
Dobbiamo risolverlo, essere coinvolti
E fallo ora ora adesso
Abbiamo bisogno di costruire un futuro migliore
E dobbiamo iniziare proprio ora


Rendere il mondo più verde
Rendere il mondo più pulito
Dobbiamo farlo durare, dobbiamo farlo velocemente
Ora adesso adesso
Dobbiamo costruire un futuro migliore
E dobbiamo iniziare proprio adesso

Non ha senso aspettare
O esitare
Dobbiamo diventare più saggi, basta con le bugie
E dobbiamo farlo adesso adesso adesso
Dobbiamo costruire un futuro migliore
E dobbiamo iniziare proprio ora.

sabato 30 novembre 2019

Cronaca bruna: novembre 2019


Toh, i primi carciofi! Zitta zitta, la piantona, dopo due anni, ha fatto i caratteristici fiori. Tre. Quasi a dicembre, senza più l'ombra dei pomodori neri, riparati malamente col tessuto non tessuto dalle basse temperature.
I carciofi li ho colti piccoli e vi posso garantire che erano tenerissimi. Li ho praticamente solo sbollentati.



 
Pomodori, melanzane, cetrioli... un anomalo raccolto dicembrino.
Colte anche le arachidi dalla terra. Non tante come speravo.
Arriva il momento catartico di selezionare le migliori che faranno da semenza. Le restanti me le son pappate dopo averle infornate. Buone come quelle comprate.


Dopo aver letto che coi pomodori verdi si fa la confettura, mi son detto "Allora posso anche mangiarmeli cotti." Hanno un sapore agrodolce, per così dire. Qui sopra li ho abbinati alle lenticchie.
Si dice che dentro il caco si veda la croce cristiana ed effettivamente qualcosa si vede. Che potrebbe anche essere il sole coi raggi. Ah, questi cachi duri li ho tagliati a fettine per infornarli, con la vana speranza che tirassero meno la bocca... Mangiati ugualmente, per inciso.
I cachi si fanno ammezzire, direte voi. Lo so, ma questi si erano spaccati cadendo per terra.

ottobre 2019 - CRONACA BRUNA - dicembre 2019

giovedì 31 ottobre 2019

Cronaca bruna: ottobre 2019

La scala delle zucche violine. Forse potevo sfruttare meglio l'ombra proiettata per valorizzare la personale trovata: zucche appese ai pioli della scala, per evitare tumefazioni e marcium e quindi conservarle più a lungo.
(Non si vede, ma sotto c'è un sacco di fieno per attuttire l'impatto di eventuali zucche cadenti.)




Una delle mega-melanzane dell'orto. Coltivate a casa e quindi comode da curare ed irrigare, sono dei bestioni rispetto a quelle facevo crescere in campagna.
I piselli in autunno danno il meglio di loro stessi. E' quasi impossibile resistere alla tentazione di assaggiarne qualcuno crudo.


 Raccolto ottobrini, che colori.

Prima bacca di Goji (rosicchiata). Non me l'aspettavo che piante di appena due anni, ancora in vaso fra l'altro, fruttificassero. Manco avevo notato il fiore. Purtroppo la semenza è andata smarrita.
In lontananza s'eleva una bocca di leone in fiore, rispiarmiata dal diserbo manuale.

 La guardiana delle noci. Ogni anno una cavalletta si sofferma sulle cassette.

Altri raccolti ottobrini. Quella sorta di cicatrice concentrica sui pomodori neri è dovuta all'eccessiva acqua piovana.

I pomodori neri di Crimea maturi sono sfumati di rosso, bisogna aver pazienza.




Ottobre è clemente e mite, concede qualche settimana di tepore alle pastinache trapiantate e quindi più ritardatarie  del solito.
Alla fine del mese ho raccolto quanti più pomodori possibile, per appenderli dentro casa, sperando che giungano a maturazione.

settembre 2019 - CRONACA BRUNA - novembre 2019

venerdì 25 ottobre 2019

Il piacere di per sé non è diabolico

La televisione più che guardarla l'ascolto, potrei definirla televisione passiva. il più delle volte la subisco, a discapito della concentrazione, ma la settimana scorsa mi ha regalato una perla. Un passaggio che mi è rimasto impresso durante un'intervista, durante quella che sembrava la presentazione di un libro. Vuoi la pigrizia, vuoi il non saper bene come fare per recuperare alla fonte quelle parole, ho fatto passare i giorni.

Ieri, grazie a raiplay, ho iniziato a passar in rassegna il palinstesto televisivo a partire da lunedì scorso, procedendo per esclusione, con pochi indizi che potevano venirmi in aiuto. Nella mia ignoranza limitavo il pomeriggio televisivo al Dettofatto della Bianca e al Verissimo della Silvia, tutt'al più al salotto della Mara, e... niente da fare.

Oggi però scopro che prima della Bianca va in onda Vieni da Me della Caterina Balivo (forse l'ho snobbata perché ipnotizzato dalla Bianca-occhi-di-cerbiatta)(scusate se antepongo l'articolo ai nomi propri, usanza trentina) e finalmente posso riascoltare l'intervista a Giovanni Scifoni. Ecco l'estratto del passaggio che mi era rimasto impresso:

"Il piacere l'ha inventato Dio, non è che l'ha inventato il Diavolo. E' cosa noi siamo disposti a fare per ottenere piacere... è lì che interviene il Maligno.
[...] Il problema sul Male. [...] Le cose più belle della vita ce le hai, a portata di mano. Quando cerchi di avere quello che non hai... lì so' cavoli."

Giovanni Scifoni non so manco chi sia, nella mia ignoranza (2). Non mi pare uno di quei personaggi televisivi drogati di spirito santo, convertitisi dopo un'esistenza molto poco spirituale, in nome della notorietà. Mi ha fatto una buona impressione, mi ha fatto riflettere, tutto qua. Le sue parole si rifanno al pensiero del filosofo Agostino di Ippona, conosciuto anche come Sant'Agostino.

lunedì 21 ottobre 2019

Voto agli anziani? Sì, a patto che bevano la Coca Cola Zero...

Come Mr Hadley (Nicolas Coster) nella pubblicità: dopo un paio di sorsi della miracolosa bevanda ringiovanisce, riscoprendo il piacere della vita e togliendosi tutti i sassolini dalle ciabatte scarpe.

Personalmente critico la proposta avanzata da Beppe Grillo, considerandola comunque efficace per aprire un dibattito (e per far scalpore). Son andato a leggermela sul suo blog, non ho commesso il tipico errore di limitarmi a quanto riportato dai media. Di sicuro è ben argomentata, ma resto dell'idea che togliere il voto agli anziani - e magari nel contempo estendere il voto ai sedicenni&diciasettenni - non mi pare una gran trovata.

Da un lato Beppe Grillo lo capisco. Anziani e lungimiranza non vanno molto a braccetto, per una questione prettamente matematica. Per una questione di aspettattiva di vita. Che t'importa del futuro e del cosidetto progresso, se hai novant'anni? Te ne vuoi stare in santa pace, coccolato da consolidate abitudini, te ne freghi di star al passo di una società che cambia. Fai a meno di quelle diavolerie dei telefonini, dei selfie, della musica a palla nelle orecchie. Vuoi mangiarti la bistecca tutti i giorni perché la carne nel dopoguerra te la sognavi e te la sei conquistata.
Le nuove generazioni fan cose inconcepibili con la tecnologia per chi s'accontenta di una mera televisione e/o di un giornale, delle chiacchiere in piazza o al bar. E proprio la televisione manda in onda talk show politici mirati proprio agli anziani, per confonderli&manipolarli. Per non parlare del vergognoso comportamento in tempo di elezioni, in cui gli indottrinatori cominciano a far lavaggi del cervello tra le quattro mura di casa. O al bar o sull'autobus.
E gli anziani sono tanti, sono una forza elettorale decisiva, costituiscono una zavorra micidiale per i progressisti, per i rivoluzionari.

Dall'altro lato, però, posso notare che gli stessi minorenni sono ancor più manipolati e manipolabili degli anziani.
1) Al liceo ricordo che vigeva la legge del branco dei leoni delle leonesse: se non la pensavi come le altre venivi estromesso dal gruppo. Ho visto ragazze perbene sballarsi con cannoni e alcolici sotto le pressioni delle compagne dominanti (non voglio scadere nel discorso sul cosa sia bene e sul cosa sia male, solo riscontrare che c'erano le capo-branco e le gregarie).
2) Le associazioni studentesche delle scuole superiori (perlomeno quelle dei licei) sono impregate di politica, la scuola superiore (e l'università) costituisce il campo di prova per gli aspiranti politici del domani.
Facendo uno più uno, non oso immaginare quante porcate succederebbero in tempi di elezioni: branchi di elettori immaturi porterebbero un sacco di voti al politicante più furbo che ha insinuato i propri tentacoli nell'istituto scolastico.
Diritto di voto ai minorenni? No grazie, non han gli anticorpi.

Sia chiaro: non è che la maggiore età sia un valido spartiacque per esercitare correttamente il diritto di voto. Ricordo che in caserma l'aspirante sindaco della cittadina venne a farci il discorsetto per aver in saccoccia i voti del reggimento (vincendo le elezioni, guarda caso).
Bisogna votare in completa autonomia, senza ingerenze. Bisogna votare secondo coscienza, coscienza che si matura più in là nel tempo, stimo dopo i venticinque anni di età. Più avanti si va con l'età, più si impara dai propri errori, più si riconoscono i quaquaraquà in televisione. Sono convinto che la maggioranza degli anziani abbia acquisito un livello di saggezza tale da rendere fondamentale il loro apporto alla collettività, il loro diritto di voto.

Caro Beppe Grillo, nella mia società ideale è retta da un illuminato consiglio degli anziani; nel mondo reale tanti anziani vengono internati negli ospizi...

lunedì 30 settembre 2019

Cronaca bruna: settembre 2019

L'invasione delle cimici asiatiche verdi. Già, le verdi, devo ancora vederne una di cinese. Cambia troppo la colorazione del dorso per sbagliarsi.
La cimice che ha invaso l'orto è la Nezara viridula, chiamata anche cimice del pomodoro, di origine africana, anch'essa dannosa come la cugina asiatica: entrambe pungono i frutti per succhiarne il succo, alterandone le proprietà organolettiche.
E non attaccano solo il pomodoro, ma anche i peperoni, i lamponi, i legumi, i panni stesi...



Per contrastare le cimici vengono consigliati il sapone potassico molle o il piretro, ma io ho scelto la rimozione manuale: munito di guanti, ho passato in rassegna quotidianamente una cinquantina di solinacee, cercando di far piazza foglia pulita. Non finivano più. Bisogna star anche attenti a non far cadere i pomodori e a non sporcarli.

Dalle uova vengono fuori le ninfe della cimice. Macro su foglia di pomodoro.

Alle ninfe della cimice piace fare gruppo. Macro su foglia di peperone.
 
Nonostante l'invasione delle cimici, il raccolto di peperoni e di pomodori non ne ha risentito come quantità. Come qualità, invece, un pochino sì, e anche gli acquazzoni ci hanno messo il loro screpolando la buccia dei frutti.

Sui pomodori neri di Crimea (foto in alto) le punture delle cimici non si vedono, perlomeno finché non si tagliano.
Ad aspettare, come volevasi dimostrare, le patate ritardatarie qualche tubero in più l'han prodotto.

Macaone superstar. Il bruco del macaone intento a mangiare con gusto le foglie della carota.


Il ritorno della dorifora. Non bastavano le cimici, ecco tornare un altro simpatico divoratore di foglie di patata  (fotografata su una pianta di melanzana). 
Agrius convolvuli, chiamata anche la sfinge del convolvolo, una farfallona gigantesca e pelosa che si mimettizzava abbastanza bene. Per poco non finiva sotto la zappa. Incontri ravvicinati che capitano a causa della mania dei vicini di sfoggiare fantasie floreali.

Foto di repertorio del raccolto.

"Sull'albero piccolo ci sono i fichi buoni." (semicit.)
Due volte alla settimana a raccogliere erba e fagioli.
Le zucche violino che crescono, appese all'impalcatura di canne.

Concludo con una (stavolta veramente) simpatica bestiolina. La lucertola sembra far la guardia alle prugne che sto essiccando al sole e che attraggono, oltre ad api e vespe, mosche e moscerini. La devo assumere tutte le estati.



agosto 2019 - CRONACA BRUNA - ottobre 2019

domenica 29 settembre 2019

Greta, il futuro dell'umanità è sotto terra

Potrei aggiungermi al coro dei disfattisti e dire che la mobilitazione contro il cambiamento climatico è una battaglia persa. Che la gente non cambia le proprie abitudini consolidate in svariati anni di beata noncuranza. Che l'OMS dichiara che la carne rossa e gli insaccati son cancerogeni e i telegiornali manipolatori rassicurano che i prodotti nostrani sono un'eccezione, in nome del made in italy. Che i medici ammoniscono che lesinare sulle ore del sonno porta alla demenza senile e gli operai della Provincia di Trento mi fanno i lavori di notte sotto casa.
Potrei continuare per un bel po'.

E invece no, propongo una soluzione.
Se l'umanità ha veramente a cuore la salvezza dell'ecosistema, deve levarsi dalle palle, pardon, dalla palla (terrestre); l'umanità deve finire sotto terra, non in senso metaforico, ma letterale. (Le altre opzioni - calare drasticamente la natalità o venire traghettati in massa su Marte - son fantasiose.) Magari potrebbe cominciare a scavare il suo spazio vitale nelle montagne, con buona pace dei NoTav. L'impatto che ha l'umanità sulla superficie terrestre, ossia l'erosione che l'umanità mette in atto sulla superficie terrestre, dovrebbe terminare al più presto, la zone temperate ed equatoriali dovrebbero ritornare ad essere quel manto di foresta vergine che respira anidride carbonica.
Vivremmo in formicai sotterranei. Niente più fenomeni atmosferici distruttivi (ci passerebbero sopra), niente più inquinamento acustico e luminoso, isolamento termico garantito. Gli unici inconvenienti sarebbero le infiltrazioni d'acqua e il gas radon. E il buio più assoluto se viene a mancar la corrente.

Una soluzione un po' post-apocalittica, son d'accordo, per quello ho usato il condizionale (nella prima immagine, difatti, ho usato una scena suggestiva del film Oblivion con le città sepolte).
L'idea di fondo però rimane, l'umanità deve finire per davvero sotto terra, nel senso di vivere al di sotto di un bel tetto verde. Se ogni metro quadro di superficie che l'umanità ha cementificato, che l'umanità ha sottratto alla biosfera terrestre, venisse rivestito di terra fertile e alberi, allora non servirebbero tanti grandi scavi, in modo graduale il pianeta si rinverdirebbe comunque.
Dove la si trova tutta la terra necessaria? Bella domanda. Se ogni palazzo disponesse di un komposter e vi si gettassero dentro tutti i rifiuti organici, un po' di terriccio fertile lo si otterrebbe, anno dopo anno. Da miscelare con la sabbia in parti uguali e da tenere irrigato. La natura farebbe il resto, con piante pionere spontanee, non servirebbero giardinieri per ogni condominio.

E le coltivazioni?
E i capi di bestiame negli allevamenti?
Le coltivazioni le già sperimentate nelle serre subacquee, cercatevi "Nemo's Garden", un impianto al largo delle coste di Noli (Savona). Zero problemi di cimici cinesi. Altrimenti convertire petroliere e piattaforme in colture galleggianti, le stesse città potrebbero venire trasferite su dei mega-zatteroni, anziché sotto terra. Attenzione a non intaccare la flora del fondale marino e a non alterare mari e oceani, perché anche la superficie terrestre coperta d'acqua assorbe i gas serra.
Il destino dei capi di bestiame è un po' più delicato. Andrebbe interrotta la riproduzione in vitro e conseguentemente tutte queste razze ibride di vacche, polli, maiali, tacchini produttori-di-metano scomparirebbero nel giro di qualche anno.

E la produzione di energia?
In Marocco han costruito immensi impianti fotovoltaici e credo sia un'opzione accettabile. Si vanno a sfruttare le aree desertificate, che, posso sbagliarmi, son inerti, non hanno grande utilità in un'ottica globale.
E si sfrutta già il vento, tra un po' le correnti marine, c'è chi sfrutta lo stesso essere umano per produrre energia (esempio: dinamo della bicicletta).

Ecco, per concludere con classe consiglio un film di a tema: Downsizing con Matt Damon in versione lillipuziana proprio per salvare il mondo. E non vi spoilero il finale.