Blog parallelo

venerdì 24 agosto 2012

Il meteo, la religione del terzo millennio

Tutti questi nomi di uragani e di cicloni fanno tornare la cara vecchia religione nell'occidente secolarizzato. Caronte, abbi pietà di noi! Beatrice portaci un po' di pioggia, ti scongiuro! E ci sono i sarcerdoti del meteo che fanno le previsioni. Che poi le divinità sono nate esattamente così, da fenomeni naturali incontrollabili. Gli esseri umani venerano tutto ciò che non possono schiacciare.

Chiamarlo Meteoismo? O meteorismo, con un pizzico di umorismo? Nel finesettimana il cittadino moderno non pensa più alla messa, ma guarda il meteo in tv, o sul giornale. Il timor di Dio è stato soppiantato dal timor di mal tempo. Volenti o nolenti pregano uguale un'entità superiore che controlla il fine ultimo della loro vita: svaccarsi nel weekend. 

Le caratterisitiche fondamentali la nuova religione ce le ha tutte:
  • uragani, cicloni e anticicloni divini, ognuno con il suo bel nome altisonante; nota: se gli europei scelgono spesso nomi legati alla letteratura epica, gli americani preferiscono nomi di donna (e fanno bene)
  • sacerdoti del meteo: veri e propri oracoli che prevedono dove si abbatterà l'ira degli dei, ira incontrollabile ma ora non più imprevedibile
  • giornalisti esagitati che confermano l'opera divinatoria dei sacerdoti, documentando e propagando le immagini catastrofiche di tempeste, devastazioni, sfollati; conseguenze di una furia divina incontenibile
  • schiere di fedeli che pregano per il bel tempo nel finesettimana; ossessionati dal finesettima, convinti che la loro vita sia solo lavorare dal lunedì al venerdì e rilassarsi il sabato e la domenica.

Un ritorno positivo, nonostante tutto
Grazie ai fenomeni atmosferici, questi dei sempre moderni, gli esseri umani restano con i piedi per terra. Ben piantati. Almeno finchè gli scienziati non troveranno un modo per sfidarli. Come Atlante.
 
Questo è un post Socialmente Scomodo, amaro da mandar giù.

Nessun commento:

Posta un commento