Chiamarlo Meteoismo? O meteorismo, con un pizzico di umorismo? Nel finesettimana il cittadino moderno non pensa più alla messa, ma guarda il meteo in tv, o sul giornale. Il timor di Dio è stato soppiantato dal timor di mal tempo. Volenti o nolenti pregano uguale un'entità superiore che controlla il fine ultimo della loro vita: svaccarsi nel weekend.
Le caratterisitiche fondamentali la nuova religione ce le ha tutte:
- uragani, cicloni e anticicloni divini, ognuno con il suo bel nome altisonante; nota: se gli europei scelgono spesso nomi legati alla letteratura epica, gli americani preferiscono nomi di donna (e fanno bene)
- sacerdoti del meteo: veri e propri oracoli che prevedono dove si abbatterà l'ira degli dei, ira incontrollabile ma ora non più imprevedibile
- giornalisti esagitati che confermano l'opera divinatoria dei sacerdoti, documentando e propagando le immagini catastrofiche di tempeste, devastazioni, sfollati; conseguenze di una furia divina incontenibile
- schiere di fedeli che pregano per il bel tempo nel finesettimana; ossessionati dal finesettima, convinti che la loro vita sia solo lavorare dal lunedì al venerdì e rilassarsi il sabato e la domenica.
Un ritorno positivo, nonostante tutto
Grazie ai fenomeni atmosferici, questi dei sempre moderni, gli esseri umani restano con i piedi per terra. Ben piantati. Almeno finchè gli scienziati non troveranno un modo per sfidarli. Come Atlante.
Questo è un post Socialmente Scomodo, amaro da mandar giù.
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