Un 2012 da dimenticare...
Il piccolo noce rischia di venire soffocato dalla vegetazione, in un disperata lotta per la sopravvivenza dove vince solo chi cresce più in fretta e più in alto. Do una ripulita e noto che la piantina ha attecchito e si sviluppa a vista d'occhio.
Tuttavia un grosso sasso del muro soprastante gli cade addosso (qualcuno glielo fa cadere addosso NDA), per fortuna senza danneggiare il fusto. Rimedio al danno con la consapevolezza di aver scelto proprio male il posto del trapianto.
2013: nuovo trapianto annullato
Arrivo tardi: le gemme sono già aperte e l'operazione viene rimandata all'anno che segue...
Marzo 2014 il recupero
Stavolta procedo per tempo e trovo una posizione migliore per il noce, sicuramente più spaziosa e a debita distanza dai muri di confine. Bisogna tenere a conto che i grossi alberi non vanno mai piantati a ridosso di confini, case o strade, se volete risparmiare loro qualche dolorosa potatura (il noce è un albero che non le sopporta).
Lo estraggo dal terreno con estrema attenzione per le radici.
Il fittone, la robusta radice centrale, non è cresciuta diritta, proprio per niente (foto sopra). Ha seguito la pendenza del terreno roccioso sottostante. Anche il fusto non scherza... Il fittone di un bell'esemplare di noce è diritto come questo a sinistra.
Almeno nella nuova locazione c'è terra più morbida.
Il noce attecchisce bene per la seconda volta, sviluppando molti rami e una chioma fitta. Ora bisogna vedere se si decide a crescere in altezza...
Dovrò estirpare regolarmente i rovi che crescono intorno, rispuntano su non appena piove.
Stessa sorte per il noce cresciuto spontaneo sotto composter, più alto di me ormai (quattro anni anche per lui). I suoi rami sono diventati legnosi e permanenti, però lì non poteva più stare.
Il trapianto è stato più traumatico, per via delle dimensioni maggiori: solo una frazione delle radici è stata salvata, in ogni caso questa primavera ha dato buoni segni di ripresa.
Il trapianto è stato più traumatico, per via delle dimensioni maggiori: solo una frazione delle radici è stata salvata, in ogni caso questa primavera ha dato buoni segni di ripresa.
Questi sono anni duri per i noci. La calamità che li affligge si chiama mosca della noce o Rhagoletis completa, parassita che depone le larve nel mallo e lo fa marcire.
Ho posizionato alcune trappole per contrastarla e avere anche la certezza che fosse proprio questa mosca la colpevole, ma alla fine me la sono trovata davanti al naso. Le trappole sono semplici bottiglie riempite con un esca apposita per mosche (e non zucchero che attirerebbe anche le api e le vespe), pubblicherò i dettagli (e l'esito) prossimamente.
Ho posizionato alcune trappole per contrastarla e avere anche la certezza che fosse proprio questa mosca la colpevole, ma alla fine me la sono trovata davanti al naso. Le trappole sono semplici bottiglie riempite con un esca apposita per mosche (e non zucchero che attirerebbe anche le api e le vespe), pubblicherò i dettagli (e l'esito) prossimamente.